Via libera della Commissione Ue a nucleare e gas in Tassonomia. Ambientalisti: è il Fake Green Taxonomy Act
Wwf: la tassonomia trascinata nella fogna. Greenpeace: è una tentata rapina. Legambiente: il Parlamento europeo respinga questa proposta
[2 Febbraio 2022]
La commissione europea ha presentato la sua proposta definitiva di nuova Tassonomia verde, come, «Un atto delegato sulla tassonomia complementare per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici che copre alcune attività del gas e del nucleare». Nonostante l’opposizione di alcuni Paesi, il Collegio dei Commissari Ue ha raggiunto un accordo politico sul testo e sottolinea in un comunicato che «Sono necessari molti investimenti privati affinché l’Ue diventi climaticamente neutra entro il 2050. La tassonomia dell’Ue mira a guidare gli investimenti privati verso le attività necessarie per raggiungere la neutralità climatica. La classificazione della tassonomia non determina se una determinata tecnologia farà o meno parte dei mix energetici degli Stati membri. L’obiettivo è accelerare la transizione, attingendo a tutte le soluzioni possibili per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi climatici».
La Commissione Ue ritiene che «Tenendo conto dei pareri scientifici e dell’attuale progresso tecnologico, nella transizione vi sia un ruolo per gli investimenti privati nel gas e nelle attività nucleari. Le attività nel settore del gas e del nucleare selezionate sono in linea con gli obiettivi climatici e ambientali dell’Ue e ci consentiranno di accelerare il passaggio da attività più inquinanti, come la produzione di carbone, verso un futuro climaticamente neutro, basato principalmente su fonti di energia rinnovabile».
In particolare, la nuova legge complementare sul clima: «Introduce ulteriori attività economiche dal settore energetico nella tassonomia dell’Ue. Il testo stabilisce condizioni chiare e rigorose, ai sensi dell’articolo 10, paragrafo 2, del regolamento sulla tassonomia, fermo restando che talune attività nucleari e del gas possono essere aggiunte come attività transitorie a quelle già contemplate dal primo atto delegato in materia di mitigazione e adattamento climatico, applicabile dal 1° gennaio 2022. Queste condizioni rigorose sono: sia per il gas che per il nucleare, che contribuiscono alla transizione verso la neutralità climatica; per il nucleare, che soddisfa i requisiti di sicurezza nucleare e ambientale; e per il gas, che contribuisce al passaggio dal carbone alle rinnovabili. Condizioni aggiuntive più specifiche si applicano a tutte le attività di cui sopra e sono specificate nell’attuale atto delegato complementare. Introduce specifici obblighi di informativa per le imprese in relazione alle loro attività nei settori del gas e dell’energia nucleare. Per garantire la trasparenza, la Commissione ha modificato oggi l’atto delegato sulla divulgazione della tassonomia, in modo che gli investitori possano identificare quali opportunità di investimento includono attività nel settore del gas o del nucleare e compiere scelte informate».
La Commissione no ha rispettato il parere del gruppo di esperti della piattaforma sulla finanza sostenibile, contrari all’inclusione di nucleare e gas nella tassonomia, ma dice di aver esaminato attentamente il contributo ricevuto, ad esempio per quanto riguarda l’introduzione di adeguamenti mirati ai criteri di vaglio tecnico e ai requisiti di divulgazione e verifica per rafforzarne la chiarezza e l’usabilità.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo della Commissione Ue per un’economia che lavora per le persone, ha commentato: «La nostra missione e il nostro obbligo è la neutralità climatica. Dobbiamo agire ora se vogliamo raggiungere i nostri obiettivi per il 2030 e il 2050. L’atto delegato di oggi riguarda l’accompagnamento dell’economia dell’Ue nella transizione energetica, una transizione giusta, come ponte verso un sistema energetico verde basato su fonti di energia rinnovabili. Accelererà gli investimenti privati di cui abbiamo bisogno, soprattutto in questo decennio. Con le nuove regole di oggi, stiamo anche rafforzando la trasparenza e la divulgazione delle informazioni, in modo che gli investitori prendano decisioni informate, evitando così qualsiasi greenwashing».
Ma Gli avvocati ambientali dell’ONG Client Earth hanno affermato che «L’ l’inclusione nella tassonomia del gas fossile sarebbe incompatibile con diverse leggi dell’Ue, inclusa la legge sul clima dell’Ue del 2021». E diversi governi e organizzazioni stanno pianificando azioni legali contro l’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia Ue.
Per Mairead McGuinness, commissaria Ue per i servizi finanziari, la stabilità finanziaria e l’Unione dei mercati dei capitali, «L’Ue è impegnata a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050 e per raggiungerla dobbiamo utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione. Aumentare gli investimenti privati nella transizione è fondamentale per raggiungere i nostri obiettivi climatici. Oggi definiamo condizioni rigorose per aiutare a mobilitare i finanziamenti per sostenere questa transizione, lontano da fonti energetiche più dannose come il carbone. E stiamo aumentando la trasparenza del mercato in modo che gli investitori possano identificare facilmente le attività del gas e del nucleare in qualsiasi decisione di investimento».
Una volta tradotto in tutte le lingue ufficiali dell’UE, l’atto delegato complementare sarà formalmente trasmesso ai Parlamento al Consiglio europei che avranno 4 mesi per esaminare il documento e per approvarlo o opporsi. Entrambe le istituzioni possono richiedere altri due mesi di tempo per un controllo. Il Consiglio avrà il diritto di opporsi a maggioranza qualificata rafforzata, il che significa che almeno il 72% degli Stati membri (ovvero almeno 20 Stati membri) che rappresentano almeno il 65% della popolazione dell’Ue devono opporsi all’atto delegato. Il Parlamento europeo può opporsi a maggioranza dei suoi membri che votano contro in plenaria (cioè almeno 353 deputati). Trascorso il periodo di esame e se nessuno dei colegislatori si oppone, l’atto delegato complementare entrerà in vigore e si applicherà a partire dal 1° gennaio 2023.
A opporsi subito e decisamente sono le associazioni ambientaliste, a cominciare da Ester Asin, direttrice del Wwf European Policy Office che denuncia: «L’enorme pressione esercitata dalle industrie di alcuni governi europei ha portato a questa proposta. La legge adottata oggi dalla Commissione truccherebbe il sistema finanziario europeo contro il pianeta. Devono ricredersi e tenere gas e nucleare fuori dalla tassonomia».
Il Wwf accusa la Francia «Sta spingendo da mesi per includere l’energia nucleare come sostenibile nella tassonomia dell’Ue. In cambio del sostegno di Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e altri sull’energia nucleare, il governo francese ha accettato di sostenere in modo proattivo un’inclusione scientificamente infondata del gas fossile. La Germania sostiene l’inclusione del gas ma si oppone al nucleare. Dalla parte dell’evidenza scientifica c’era la Spagna, che si opponeva all’inclusione sia del gas che del nucleare, mentre un gruppo di Stati membri come Austria, Danimarca, Lussemburgo e Portogallo si opponeva al nucleare. Il governo austriaco ha promesso di presentare un ricorso legale contro qualsiasi legge che contenga l’energia nucleare. Mentre alcuni Stati membri sono stati coinvolti nella stesura della proposta, il Parlamento europeo – e i cittadini – sono stati completamente esclusi dal processo. Mentre alcuni Stati membri sono stati coinvolti nella stesura della proposta, il Parlamento europeo – e i cittadini – sono stati completamente esclusi dal processo. Molti investitori e banche hanno già chiarito che non supportano una tassonomia greenwashed: vogliono un sistema espressamente concepito per identificare le attività economiche verdi in modo chiaro e trasparente per gli investitori. Il testo di oggi spacca il mercato finanziario – contrariamente all’obiettivo della tassonomia di unificare gli approcci dei mercati – e rallenta la transizione».
Sebastien Godinot, senior economist del Wwf European Policy Office, è durissimo: «La Commissione Europea ha permesso ai governi europei di trascinare questo atto sulla tassonomia nella fogna e questo fiasco creerà un enorme pasticcio nei mercati finanziari. Scientificamente parlando questa legge è una frode, che deve essere respinta per proteggere la credibilità dell’intera tassonomia dell’Ue. Nessun istituto finanziario sano di mente dovrebbe utilizzare questa legge per prendere decisioni di finanziamento ecologico, dal momento che si esporrebbero comunque ai rischi greenwashing, danni reputazionali, beni bloccati, lock-in e complicazioni legali».
Henry Eviston, sustainable finance policy officer del wwf European Policy Office, aggiunge: «In un processo vergognoso, la Commissione europea si è impegnata in un inciucio politico con i governi europei. I criteri finali per il gas e il nucleare sono anche peggiori rispetto alla bozza, che è stata respinta dalla Piattaforma dell’Ue. Impostando il livello più basso rispetto al mercato dei green bond esistente, l’Ue sta perdendo la sua leadership nella finanza verde e sta inviando un segnale totalmente controproducente a livello globale. Politicamente, il Parlamento europeo è stato trattato come un’istituzione di seconda classe. Non può limitarsi a timbrare questa decisione dei governi europei: deve respingere questo atto».
Ariadna Rodrigo, sustainable finance campaigner di Greenpeace EU unit ci va giù ancora più duramente: «E’ in corso una tentata rapina. Qualcuno sta cercando di togliere miliardi di euro alle rinnovabili per buttarli in tecnologie che, come il nucleare e il gas fossile, non fanno nulla per contrastare la crisi climatica o peggiorano attivamente il problema. Per trovare i responsabili basta cercare nella Commissione Europea: qualcuno fa solo finta di prendere sul serio l’emergenza ambientale e climatica. Questo piano anti-scienza rappresenta il più grande esercizio di greenwashing di tutti i tempi. Si fa beffe delle pretese dell’Ue di leadership globale in materia di clima e ambiente. L’inclusione di gas e nucleare nella tassonomia è sempre più difficile da spiegare come qualcosa di diverso da un regalo a due industrie disperate con potenti amici politici».
Mauro Albrizio, responsabile ufficio europeo Legambiente la pensa del tutto diversamente dai Commissari Ue: «La proposta della Commissione Ue è un duro colpo al Green Deal Europeo ed a una ambiziosa politica climatica in linea con l’obiettivo di 1.5°C indispensabile per fronteggiare l’emergenza climatica. Ma siamo solo al primo tempo della partita. La palla passa ora a Consiglio e Parlamento che hanno sino a 6 mesi per rigettare l’inclusione di gas fossile e nucleare nella tassonomia sugli investimenti verdi. Da domani ci mobiliteremo con tutti gli ambientalisti europei per far rigettare la proposta della Commissione».
Per Greenpeace EU, «Il piano presentato dalla Unione Europea potrebbe dirottare centinaia di miliardi di euro di investimenti privati dalle rinnovabili al gas fossile o alla produzione di energia nucleare, peggiorando la crisi climatica. Oltre a produrre rifiuti radioattivi pericolosi e ingestibili, i reattori nucleari richiederebbero così tanto tempo per essere costruiti che non possono entrare in funzione abbastanza rapidamente per contribuire a raggiungere gli obiettivi climatici che l’Ue si è prefissa per il 2030, periodo che la comunità scientifica indica come decisivo per contrastare la crisi climatica. Il gas è inoltre il combustibile più inquinante nell’Ue. A questo va aggiunto che l’impennata del suo prezzo ha scatenato una crisi energetica nel Vecchio Continente».
Greenpeace bolla come antiscientifica la proposta di tassonomias approvata dalla Commissione Ue e la freputa «il più grande esercizio di greenwashing di tutti i tempi che si fa beffe delle sue pretese di leadership globale sul clima e sull’ambiente. L’inclusione di gas fossile e nucleare nella tassonomia è sempre più difficile da spiegare come qualcosa di diverso da un regalo a due industrie disperate con potenti legami politici».
Greenpeace q evidenzia che «In questa figuraccia internazionale dell’Ue spicca anche l’Italia, che ha confermato in pieno i “bla bla bla” con cui da tempo attiviste e attivisti del clima bollano politiche e piani nazionali che premiano il gas fossile».
Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, spiega: «Legambiente ribadisce che è insensato e totalmente sbagliato seguire la strada del gas e del nucleare, non sono fonti utili alla transizione ecologia. Inoltre in questi mesi anche in Italia si è dato vita ad un dibattito del tutto sterile. Per quanto riguarda il nucleare stiamo parlando di una tecnologia di produzione di energia superata dalla storia, surclassata da tecnologie più competitive sotto il punto di vista economico come quelle a fonti rinnovabili. Si sta anche cercando di raddoppiare la produzione nazionale di gas, lavorando su riserve certe e probabili che agli attuali tassi di consumo esauriremmo in soli 15 mesi. La strada da percorrere per accelerare la transizione ecologica è quella tracciata dalle fonti rinnovabili, accelerando la loro diffusione che oggi è fortemente rallentata da una serie di ostacoli. Abbiamo poco tempo per avviare questa rivoluzione green. Non perdiamo questa importante occasione, il Pianeta ci chiede di fare in fretta».
Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia ricorda che «Il governo italiano prima ha dato la colpa del caro bollette alle rinnovabili, poi ha cominciato a straparlare di nucleare per distrarre l’opinione pubblica dal vero obiettivo: promuovere il gas. La difesa del gas non solo è dannosa per il clima del pianeta, ma è anche un chiaro favore alle big nazionali del settore, che in questi mesi hanno accumulato enormi extraprofitti, rivendendo a caro prezzo il gas – acquistato dalla Russia a cifre inferiori rispetto a quelle di mercato – e facendo pagare il conto ai consumatori e alle aziende del settore delle rinnovabili».
Passando al nucleare, dopo aver fantasticato di un fantomatico ritorno all’atomo, l’Italia a Bruxelles ha ammesso che questo salto indietro nel passato non avverrà mai. Al tempo stesso, ha chiesto limiti di emissione per le centrali a gas fossili analoghi a quelle delle centrali a carbone. Per Greenpeace Italia, «Quella del governo Draghi è insomma Finzione Ecologica allo stato puro».