Denuncia contro la Merkel e tre ministri tedeschi per aver favorito l’omicidio del capo dei pasdaran iraniani
8 parlamentari di Die Linke: l’attacco Usa per assassinare Soleimani partito dalla Germania
L’Iran: fake news occidentali sulla diffusione del Coronavirus e il numero di malati e vittime
[28 Febbraio 2020]
Il 3 gennaio il mondo restò col fiato sospeso, temendo un nuovo conflitto internazionale e una nuova crisi petrolifera, quando all’aeroporto di Bagdad, in Iraq, droni statunitensi uccisero l potente capo dei Pasdaran iraniani, Qassem Soleimani per ordine del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Nell’attacco restò ucciso anche il leader di una milizia sciita filo-iraniana, Abu Mahdi al-Muhandis, e ci furono anche vittime civili. La vndetta dell’Iran non si fece attendere e Teheran colpi con dei missili una base statuiontense in Iraq.
Lo stesso Iraq chiese il ritiro dal Paese delle truppe Usa, il prezzo del petrolio cominciò a crescere. Ma poi, fortunatamente, la saggezza è prevalsa – anche in vista delle recenti elezioni in Iran vinte dai conservatori – ma la tensione è ancora alta e l’Iran accusa Usa, Israele ed Europa di diffondere Fake news sulla reale diffusione del coronavirus e dei morti in Iran, che oggi il governo di Teheran fissa a 34 – i media occidentali parlano di centinaia di vittime – 388 casi complessivi di contagio, 73 dei quali risoltisi con la guarigione completa dei pazienti. Il portavoce del governo iraniano ha ricordato che «L’età media dei casi accertati in Iran è sopra i 50 anni, mentre l’età media delle persone morte supera i 60 anni».
Tornando all’attacco mortale contro Soleimani, che quasi tutti – a eccezione di Israele, dell’Arabia Saudita e dei suoi emirati vassalli del Golfo Persico/Arabo – lo definirono in violazione del diritto internazionale. Ora 8 parlamentari tedeschi di Die Linke hanno presentato una denuncia penale contro diversi membri del governo federale «per aver aiutato e favorito l’omicidio» di Soleimani e uno di loro, Alexander Neu, presidente del comitato di difesa del gruppo parlamentare Die Linke spiega: «Non possiamo più accettare che il governo federale giustifichi e sostenga la guerra americana dei droni, che è contraria al diritto internazionale e quindi infrange anche il diritto internazionale stesso. Anche i membri del governo federale devono essere ritenuti personalmente responsabili di ciò».
La Sinistra ha denunciato la cancelliera Angela Merkel, il ministro degli esteri Maas, il ministro della difesa Kramp-Karrenbauer, il ministro degli interni Seehofer e altri membri del governo federale «per aiutato e favorito l’omicidio di Qassem Soleimani e altri».
Neu sottolinea che «I comandi di controllo per questo attacco del drone possono solo essere stati trasmessisolo attraverso una stazione relay satellitare sul territorio tedesco: la base aerea americana di Ramstein: questo è attualmente l’unico modo attraverso il quale i segnali di controllo per i droni Reaper utilizzati in questo attacco dagli Stati Uniti possono essere utilizzati in Iraq. Il governo federale è tenuto a prevenire le violazioni del diritto internazionale dal territorio della Germania. Anche Ramstein fa parte del territorio tedesco».
Die Linke ricorda che «Nella sua decisione del 19 marzo 2019 (4 A 1361/15), il Tribunale amministrativo superiore della Renania settentrionale-Vestfalia ha imposto al governo federale di garantire che la base aerea di Ramstein non venisse utilizzata per gli attacchi di droni statunitensi che violavano il diritto internazionale. Il governo tedesco ha reagito a questa sentenza con l’inazione e apparentemente ha permesso un ulteriore uso di Ramstein, nonostante fosse a conoscenza della loro natura esplosiva per il diritto internazionale. In tal modo, ha reso possibile tutto ciò, come ha reso possibili molti precedenti attacchi di droni statunitensi. La sentenza del tribunale del distretto di Münster era un chiaro segnale al governo federale che la sua tolleranza per l’uso illegale della base aerea di Ramstein non è né accettabile politicamente, né legalmente accettabile. Con la nostra causa, vogliamo anche garantire che tutti coloro che consentono la continuazione della guerra americana con i droni debbano assumersi la responsabilità, anche a livello legale e personale».