A Gaza una letale combinazione di fame e malattie

Volker Türk: «La fame non deve mai essere un mezzo o il risultato di una guerra»

[22 Dicembre 2023]

Secondo il nuovo rapporto “Gaza Strip: IPC Acute Food Insicurity” dell’Integrated Food Security Phase Classification (IPC), «La fame sta devastando Gaza e si prevede che ciò aumenterà le malattie in tutta la Striscia, in modo più acuto tra i bambini, le donne incinte e che allattano e gli anziani».

L’IPC è una partnership globale alla quale aderiscono Action Against Hunger, CARE International, Comité Permanent Inter-États de Lutte Contre la Sécheresse au Sahel (CILSS), Fao, Famine Early Warning Systems Network (FEWS NET), Global Food Security Cluster, Global Nutrition Cluster, International Food Policy Research Institute (IFPRI), Intergovernmental Authority on Development (IGAD), Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea, Oxfam,  Southern African Development Community (SADC), Save the Children, Sistema de la Integración Centroamericana (SICA), United Nations Development Programme (UNDP), Unicef,  World Bank, World Food Programme (WFP) e Organizzazione mondiale della sanità (Oms) e nel suo ultimo report afferma che «Gaza si trova ad affrontare livelli catastrofici di insicurezza alimentare, con il rischio di carestia che aumenta ogni giorno».

Commentando il rapporto IPC, l’Alto Commissario Onu per i diritti umani Volker Türk ha detto che «La fame non deve mai essere un mezzo o il risultato di una guerra» e ha  esortato Israele ad «Agire immediatamente per garantire che tutti coloro che non sono coinvolti negli scontri tra le forze di difesa israeliane e i combattenti di Hamas facilitino le consegne di cibo umanitario commisurate ai bisogni».

Intanto, mentre il Consiglio di Sicurezza potrebbe votare una risoluzione su una pausa umanitaria per consentire maggiori aiuti a Gaza. l’ United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs (OCHA) ha confermato che ieri ci sono stati pesanti bombardamenti i dall’aria, da terra e dal mare su gran parte della Striscia di Gaza, e che  «Intense operazioni di terra e combattimenti tra le forze israeliane e i gruppi armati palestinesi sono continuati, nella maggior parte delle aree di Gaza, ad eccezione di Rafah. Il lancio di razzi da parte di gruppi armati palestinesi contro Israele è continuato».

L’Oms conferma che «Una percentuale senza precedenti della popolazione di Gaza si trova ad affrontare livelli critici di fame, con cibo insufficiente e alti livelli di malnutrizione. Almeno 1 famiglia su 4 si trova ad affrontare “condizioni catastrofiche”: sperimentando un’estrema mancanza di cibo e morendo di fame e avendo fatto ricorso alla vendita dei propri beni e ad altre misure estreme per permettersi un pasto semplice. La fame, la miseria e la morte sono evidenti».

Nelle sue recenti missioni nel nord di Gaza, lo staff dell’Oms a potuto verificare che «Ogni singola persona con cui abbiamo parlato a Gaza è affamata. Ovunque andassimo, compresi ospedali e i pronto soccorsi, la gente ci chiedeva cibo. Ci spostiamo per Gaza consegnando forniture mediche e la gente si precipita ai nostri camion sperando che sia cibo. E’ un indicatore della disperazione».

L’Oms denuncia che Gaza sta già sperimentando un’impennata del tasso di malattie infettive: «Dalla metà di ottobre sono stati segnalati oltre 100.000 casi di diarrea. La metà di questi riguarda bambini di età inferiore ai 5 anni, un numero di casi 25 volte superiore a quello riportato prima del conflitto. Sono stati segnalati oltre 150.000 casi di infezioni delle vie respiratorie superiori e numerosi casi di meningite, eruzioni cutanee, scabbia, pidocchi e varicella. Si sospetta anche l’epatite poiché molte persone presentano segni rivelatori di ittero».

L’Organizzazione mondiale della sanità ricorda che «Mentre un corpo sano può combattere più facilmente queste malattie, un corpo debilitato e indebolito avrà difficoltà. La fame indebolisce le difese dell’organismo e apre la porta alle malattie. La malnutrizione aumenta il rischio che i bambini muoiano per malattie come diarrea, polmonite e morbillo, soprattutto in un contesto in cui non hanno accesso ai servizi sanitari salvavita. Anche se il bambino sopravvive, il deperimento può avere conseguenze che durano tutta la vita poiché ostacola la crescita e compromette lo sviluppo cognitivo.  Anche le madri che allattano sono ad alto rischio di malnutrizione. Da 0 a 6 mesi di età, il latte materno è l’alimento migliore e più sicuro che un bambino possa ricevere. Ciò protegge il bambino da carenze nutrizionali e dalla contrazione di malattie mortali come la diarrea, soprattutto quando l’accesso all’acqua potabile è estremamente limitato».

comprese le donne e potrebbero avere un ulteriore impatto sui tassi di allattamento al seno.

La portavoce del’ United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA), Tamara Alrifai, ha aggiunto che «Più di 690.000 donne e ragazze adolescenti hanno a malapena accesso ai prodotti per l’igiene mestruale. L’UNRWA distribuisce assorbenti, ma come tutto il resto che distribuiamo, è una goccia nel mare rispetto ai bisogni di chi vive a Gaza».