Acp-Ue: «L’immigrazione zero non esisterà mai. L’Europa fortezza non funziona»
A Nairobi si discute di cooperazione, sviluppo, clima e democrazia
[20 Dicembre 2016]
Aprendo a Nairobi l’Assemblea parlamentare paritaria dell’Africa Caraibi Pacifico – Unione europea (Acp-Ue) il co-presidente Louis Michel, un liberale belga, ha detto che «Dovremmo gestire i flussi migratori in maniera umana, in conformità con i nostri valori. L’Europa fortezza non funziona. La storia dell’umanità è una storia di migrazioni. L’immigrazione zero non è mai esistita e non esisterà mai. (…) perché nessuna misura repressiva, coercitiva o sicuritaria potrà mai impedire a un essere umano di tentare la fortuna dove pensa di poter dotare il suo destino di un minimo di dignità al quale tutti gli esseri umani hanno diritto».
Nella capitale kenyana sono riuniti i parlamentari dei 78 Paesi dell’Africa, Caraibi e Pacifico e degli Stati membri dell’Ue e l’Assemblea parlamentare paritaria Acp-Ue è stata ufficialmente inaugurata dal presidente del Kenya, Uhuru Muigai Kenyatta. Il co-presidente dell’Assemblea per i Paesi Acp, Netty Baldeh, viene dal Gambia, un Paese che ha subito un nuovo colpo di Stato dopo che il dittatore Yahya Jammeh aveva perso le elezioni, ma ha riaffermato «L’importanza del partenariato Acp-Ue nell’attuale contesto politico. I nostri dibattiti si basano sugli uomini, non su temi astratti o su delle statistiche riguardanti tutta l’umanità». Baldeh ha fatto gli esempi delle conseguenze dell’uragano Matthew ad Haiti e della situazione post elettorale in Gabon (sorvolando su quella nel suo piccolo Paese), due temi che saranno oggetto di una risoluzione che verrà discussa domani.
Michel ha proposto una cooperazione accresciuta: «Con la Brexit, la ripresa nazionalista, la moltiplicazione dei conflitti in Siria, nello Yemen ed altrov, è fondamentale riaffermare e rafforzare il nostro partenariato».
Ieri a Nairobi l’Assemblea parlamentare paritaria ha discusso, insieme al commissario Ue alla cooperazione internazionale e allo sviluppo, Neven Mimica, del futuro della cooperazione post Cotonou Acp- Ue e del nuovo accordo da stipulare entro il 2020. L’accordo di Cotonou è alla base della cooperazione e dello sviluppo tra l’Ue e i Paesi Acp.
Oggi pomeriggio la discussione verterà sul ruolo del commercio per realizzare gli Obiettivi dello sviluppo sostenibile al quale partecipa Mukhisa Kituyi, segretario generale dell’ United Nations conference on trade and development (Unctad), che ha annunciato: «La maniera in cui gli Stati membri dell’Onu possono integrare le aspirazioni e gli obiettivi inclusi nell’Agenda 2030 nelle loro politiche commerciali e le conseguenze degli Obiettivi dello sviluppo sostenibile sul ciclo di Doha sullo sviluppo, saranno alcuni dei temi affrontati».
La questione della migrazione e dl sostegno al reintegro dei migranti nei loro Paesi di origine sarà al centro del dibattito di domani. Sempre domani ci sarà un di battito su “La crescita demografica: sfide e opportunità” che si concentrerà sulle pressioni esercitate dalla forte crescita della popolazione in diversi Paesi del mondo, anche perché, entro il 2050, diversi Paesi africani, come la Nigeria, la Repubblica democratica del Congo e l’Etiopia faranno parte dei Paesi più popolati del mondo.
Domani l’Assemblea si pronuncerà su tre risoluzioni: La prima riguarda i limiti costituzionali per i mandati presidenziali, per evitare che presidenti eletti si trasformino in dittatori, come succede spesso. I due relatori saranno Tulia Ackson (Tanzania) e l’italiano Ignazio Corrao del Movimento 5 Stelle. Le altre due risoluzioni riguardano le sfide per l’agricoltura familiare e i piccoli agricoltori nei Paesi Acp e l’incidenza dei flussi finanziari illeciti sui finanziamenti allo sviluppo.
Per quanto riguarda l’Accordo sul clima di Parigi, i parlamentari Acp-Ue discuteranno insieme al direttore esecutivo dell’United Nations environment programme (Unep), Ibrahim Thiaw, di come applicarlo e della dimensione ambientale dell’Agenda 2030.