Austria: vincono la destra prendendo voti all’estrema destra e i Verdi prendendo voti ai socialdemocratici

Per Kurz difficile fare un governo sia con vecchi che con nuovi possibili alleati

[30 Settembre 2019]

Come scrive sulla sua pagina Facebook la co-presidente dei Verdi europei Monica Frassoni, «i Verdi Austriaci tornano trionfalmente in Parlamento con il 14,3% (forse di più ancora non tutti voti contati) e 27 deputati dopo la catastrofe del 2017 (3,9% appena sotto la soglia di sbarramento)». Un Exploit più che notevole e che avrebbe potuto essere ancora più forte se l’1,87% dei voti non fosse andato alla lista di un ex verde: il Jetz.

Ma il vero vincitore delle elezioni anticipate austriache è l’Österreichische Volkspartei, (ÖVP) del Cancelliere austriaco uscente, il 33enne democristiano/conservatore Sebastian Kurz, che approfittando dello scandalo/trappola russo che ha coinvolto i suoi alleati della neodestra xenofoba (niente in confronto a quello petrolifero moscovita della Lega ex Nord che però in Italia sembra acqua fresca) ha ottenuto il 37,2% dei voti, il 6% in più, tolti tutti alla Freiheitliche Partei Österreichs (FPÖ) che perde il 10% dei voti e che, con il 16%, si ferma poco davanti ai Verdi. Verrebbe da dire voti tornati a casa e questo, come successo in altre elezioni europee, la dice lunga sulla contiguità – anche elettorale e culturale – tra il neoliberismo che la neodestra dice di voler combattere e i partiti che in Europa hanno incarnato e attuato le politiche liberiste che hanno aumentato le ineguaglianze.

Così come il successo dei Grünen a scapito dei socialdemocratici della Sozialdemokratische Partei Österreichs (SPÖ), secondi al 22% e in forte calo anche nella roccaforte Vienna, conferma che per la sinistra storica, spostatasi verso un centro che non esiste più, il rischio viene dai Verdi che – dove ci sono – riescono a interpretare le aspettative, le speranze e le paure di un elettorato giovanile e progressista che vive il cambiamento climatico come mutamento epocale e come possibilità di cambiare la società.

Kurz ha di fronte a sé la possibilità di fare diverse coalizioni di governo: nuovamente di destra con gli ex alleati dalla FPÖ, che però, dopo la debacle elettorale e il tradimento del Cancelliere, ha subito escluso un governo con i democristiani. Il capo della FPÖ, Norbert Hofer, ha dichiarato sconsolato: «Ci prepariamo all’opposizione».

L’altro possibile alleato sono i socialdemocratici della SPÖ che però hanno già abbondantemente pagato le Grosse Koalition del passato con i democristiani e la svolta centrista che li hanno portati ai minimi termini e fatto risorgere i Verdi. Anche la SPÖ esclude la riedizione di un’alleanza con lo spregiudicato Kurz, ma i partiti di ispirazione socialdemocratica negli ultimi tempi hanno dimostrato di poter cambiare idea rispetto a quel che avevano solennemente detto in campagna elettorale, come successo in Germania con la Merkel e in Italia con il M5S.

Resterebbe un’inedita alleanza con i Grünen e un partito neoliberale Neos che ha tolto il restante 4% dei voti alla FPÖ ottenendo il 7%. Ma anche per i Verdi toccare Kurz potrebbe rivelarsi letale: hanno vinto grazie a una campagna elettorale dove i problemi ambientali hanno sostituito la questione migratoria (ex cavallo di battaglia di Kurz) che aveva dominato le elezioni austriache del 2017. Per questo la neodestra sovranista e la destra dichiaratamente neofascista sono così nervose anche in Italia e un po’ in tutta Europa e sono partite all’attacco di Greta Thunbeg e dei “Gretini”: con il riscaldamento globale, la giustizia climatica e l’interdipendenza delle scelte i giovani e gli scienziati stanno smontando il giocattolo sovranista e localista.

Il capo dei Grünen Werner Kogler ha subito detto di non pensare a una coalizione governativa con il conservatore Kurz, a meno che quest’ultimo non effettui «Un cambiamento radicale di direzione rispetto alla sua precedente alleanza con l’estrema destra». Poi ha riv badito alla Televisione Austriaca: «Occorre più che mai un cambiamento radicale rispetto alla politica condotta dalla coalizione destra/estrema destra al potere. Abbiamo bisogno di un segnale di svolta».

Ma difficilmente il giovane Kurz riuscirà a far digerire al suo vecchio e iperconservatore elettorato un accordo con i giovani e progressisti Verdi austriaci che chiedono una riforma delle politiche migratorie austriache degli ultimi anni e una conversione verde e sociale dell’economia austriaca.

Per il grande vincitore sarà difficile trovare alleati, vecchi e nuovi.