Colombia: al primo turno sinistra oltre il 40%. Clamorosa sconfitta della destra uribista
Al secondo posto un candidato populista anticorruzione indagato per corruzione, misogino e che ammira Hitler
[30 Maggio 2022]
Con il 99,5% dei seggi scrutinati, la Registraduría Nacional del Estado Civil de Colombia ha annunciato che i candidati Gustavo Petro della coalizione di sinistra/ambientalista Pacto Histórico (8.526.625 voti – 40.34%) e il populista Rodolfo Hernández della Liga de Gobernantes Anticorrupción ( 5.952.840 voti – 28.08%) si contenderanno al secondo turno la presidenza della Colombia. Nonostante l’appoggio esibito dall’amministrazione statunitense di Joe Biden, è durissima la sconfitta della destra uribista al governo. Il suo candidato, il neofascista Federico Gutiérrez, si ferma a 5.057.511 voti e al 23,91% e non va al ballottaggio. Il candidato del Centro Esperanza, Sergio Fajardo, si ferma distaccatissimo al 4,2%.
La giornata elettorale è stata caratterizzata da un’alta affluenza alle urne, soprattutto di giovani e si è svolta tranquillamente, ma quella che è già avvenuta in Colombia è una vera e propria rivoluzione, come ha detto il senatore Roy Barreras. consigliere per la campagna elettorale di Petro, «La Colombia è cambiata. E’ una clamorosa sconfitta delle vecchie strutture politiche”, ha affermato.
Lo sfidante di Petro al secondo turno, Hernández, ha pubblicato un video nel quale sottolinea che combatterà la corruzione e ha promesso di non deludere i suoi elettori: «Oggi hanno perso le gavillas che pensavano sarebbero statie l governo per sempre, oggi la Colombia ha vinto (…) i prossimi giorni saranno decisivi per determinare il futuro del Paese, sono consapevole della necessità di unirci sulla strada del cambiamento che è diventata evidente e forte. Sono consapevole che sarà il popolo colombiano che mi accompagnerà nella difesa delle decisioni che dovrò prendere. Dirò a coloro che hanno votato per me che non li deluderò».
Hernández è diventato famoso per aver schiaffeggiato un consigliere comunale che ha denunciato un caso di corruzione in cui era coinvolto suo figlio. In un’altra controversia relativa alla sua gestione, ha urlato alla sua interlocutrice: «Puttana, ti sparo se continui a scopare con me». In un’intervista sulla sua attività imprenditoriale nel mondo delle costruzioni, ha dichiarato: «Prendo mutui, quella è la mucca da latte, ecco se c’è un ometto che mi paga gli interessi per 19 anni, è un piacere». Ma la sua dichiarazione più scandalosa è questa: «Sono un seguace di un grande pensatore tedesco. Il suo nome è Adolf Hitler». Interrogato sul ruolo delle donne in politica, ha detto: «E’ positivo che la sostenga da casa. La donna coinvolta nel governo, alla gente non piace nemmeno». Questo potrebbe essere il nuovo presidente della Colombia.
Ma i veri vincitori delle elezioni colombiane e la novità inattesa solo un paio di anni fa sono il Pacto Histórico e Gustavo Petro che ha detto: «Oggi abbiamo vinto, è un giorno di trionfo, i risultati sono completi. Ringrazio i 90.000 scrutatori che sono stati guardiani del voto. Siamo più di 8.500.000 cittadini che hanno trionfato». Il candidato progressista ha evidenziato il sostegno dei dipartimenti di Nariño, Valle del Cauca, Cauca, Chocó e parte della zona caraibica, dove la coalizione di sinistra ha superato il 50% già al primo turno: «Ringrazio la gente Nariñense, nel Caucano, più del 70% del suo elettorato ha votato per noi (…) Questa volta il mio popolo caraibico ci ha aiutato con fermezza e dignità, abbiamo ottenuto una vittoria. Dico ai cittadini costieri che hanno votato per altri candidature, che questa volta con Petro avranno il primo presidente costiero e progressista, è tempo che la Costa determini il cambiamento in Colombia».
Poi il vincitore del perimo turno ha ricordato uno dei suoi cavalli di battaglia elettorali: «Non è stravagante poter dire che l’istruzione superiore diventa un diritto, la giustizia sociale in Colombia non è una stravaganza, è una necessità». Poi, rivolto al suo sfidante populista ha subito lanciato un affondo: La corruzione non si combatte con le frasi su TiKTok. La corruzione si combatte mettendo a rischio la propria vita, perché quello che stiamo affrontando è un regime corrotto, abbiamo rischiato la nostra vita per combattere la corruzione. Non vogliamo più violenza, abbiamo proposto un percorso di pace, quattro anni fa, quando abbiamo discusso con Duque durante questo periodo, la maggior parte della società ha deciso che il percorso non era la pace. Oggi abbiamo più violenza, più corruzione, più fame, valeva la pena chiudere la strada al progressismo per paura di un cambiamento che ci portasse alla pace? La società colombiana deve analizzare oggi la decisione per i prossimi quattro anni Vogliamo più violenza? Vogliamo più corruzione? Il mio avversario è accusato di corruzione, è questo che vogliamo? Ritardare il vero cambiamento in Colombia per altri 4 anni significherà solo più distruzione della pace e più stagnazione economica. Pensate che possiamo raggiungere la pace, la convivenza ed essere una grande nazione se si ammira Hitler? ».
Infatti Hernández, oltre a essere un predicatore dell’anticorruzione indagato per corruzione, è anche un uomo di estrema destra e Petro ha detto: «Chiedo alla maggioranza di questa società colombiana di non continuare come siamo, di non sprofondare ulteriormente nella violenza, nella corruzione. Non suicidiamoci, è il momento della vita, perché il cambiamento è per la vita, perché quello che stiamo cercando è di fare della Colombia una potenza mondiale della vita. Siamo a un milione di voti per vincere, un milione in più, se questa cifra cambia da 8 a 9 noi vinciamo, in Colombia si cambia. Il tempo della vita è arrivato, non si torna indietro, abbiamo solo bisogno di un milione di voti in più, invito tutta questa militanza a convincere le loro famiglie con amore a realizzare ciò che questa generazione può dare alla Colombia».
Poi Petro ha attaccato nuovamente Hernández accusandolo di non esse essere coerente con quel che dice perché attualmente è accusato di corruzione: «Vogliamo più violenza? Vogliamo più corruzione? Il mio avversario è incriminato per corruzione. È quello che vogliamo? Continueremo con le frasi vuote per mantenere le cose come stanno? Perché intendiamo costruire una società in cui gli uomini governino e le donne cucinano? Vogliamo un cambiamento che costruisca la pace, che distrugga la violenza, dove la madre non abbia paura che suo figlio esca per strada, quello che vogliamo è la giustizia sociale e che tutti i bambini della Colombia abbiano cibo e che l’intera società possa essere sana».
Ma Hernández, un controverso e sorridente uomo d’affari di 77 anni, non è un avversario da sottovalutare: in poche settimane ha messo su una coalizione e un’efficace e intensa campagna elettorale condotta soprattutto sui social network – sostanzialmente TikTok – nel miglior stile trumpista, con un linguaggio populista efficace e polimorfo che oscilla tra qualche f<concessione progressista (impegno per l’accordo di pace) e, il più delle volte, posizioni di estrema destra. Come scrive Rebelión, «Il risultato elettorale sconvolge completamente la scena politica. Fino alla vigilia delle elezioni, tutte le informazioni e le analisi si sono concentrate sulla possibilità che, per la prima volta nella storia del Paese, una persona di sinistra potesse arrivare alla presidenza della repubblica. D’ora in poi si parlerà molto dell’ingegnere Hernández. Petro ha ottenuto 8,53 milioni di voti (40,32), appena 400.000 in più rispetto alle elezioni del 2018 contro Iván Duque, il che sembra indicare che il suo tetto elettorale sia intorno a quella cifra. Hernández ha ottenuto 5,95 milioni di voti (28,15%), ma sicuramente potrebbe contare sulla macchina che ha sostenuto Gutiérrez (5,05 milioni di voti, 23,91%) e su un buon numero di centristi che non vogliono assolutamente vedere Petro alla Casa de Nariño. Il candidato di sinistra era ossessionato dall’idea di vincere al primo turno (il suo motto era “cambio en primera” ), consapevole delle difficoltà che comporta un secondo turno. L’immensa sfida che ora deve affrontare, nelle due settimane che mancano alle elezioni, è quella di cercare gli elettori anche sotto i sassi per rafforzare il suo vantaggio. Presumibilmente una parte dei centristi si orienterà verso di lui, ma lo sforzo maggiore dovrà essere fatto nel sacco degli astensionisti. Hernández ha una sfida non da meno: raccogliere dai 3 ai 4 milioni di voti in più senza contare sull’appoggio della macchina dell’uribismo che oggi attacca con veemenza; o, nel caso di ricevere tale sostegno, cercare di giustificarlo a coloro che hanno creduto che il suo discorso rompesse con la vecchia politica. consapevole delle difficoltà del secondo round». L’immensa sfida che ora deve affrontare, nelle due settimane che mancano alle elezioni, è quella di cercare sotto le pietre gli elettori per rafforzare il suo vantaggio. Presumibilmente una parte dei centristi si orienterà verso di lui, ma lo sforzo maggiore dovrà essere fatto nel sacco degli astensionisti. Hernández ha una sfida non da meno: raccogliere dai tre ai quattro milioni di voti in più senza contare sull’appoggio della macchina che oggi attacca con veemenza; o, nel caso di ricevere tale sostegno, cercare di giustificarlo a coloro che hanno creduto che il suo discorso rompesse con la vecchia politica. consapevole delle difficoltà del secondo round».
Alcuni analisti hanno detto che la notizia più importante della giornata è la fine dell’Uribismo, ma altri fanno notare che Hernández sia il “piano B” dell’ex presidente della Colombia: tra i due c’è simpatia. Rebelión fa notare che «Quello che resta da vedere è come finirà questo rapporto nelle nuove circostanze politiche. Hernández, che si è presentato a capo di un movimento chiamato Liga de Gobernantes Antic, non ha bisogno di voti solo per questo secondo turno; Nel caso di essere presidente, avrà bisogno anche del sostegno parlamentare per realizzare i suoi progetti, poiché manca di rappresentanti al Congresso. Petro sa che ora gli sarà più difficile raggiungere la Casa de Nariño. Il rivale che gli faceva più comodo era l’ex sindaco di Medellín, Federico Gutiérrez, poiché gli permetteva di presentare il secondo turno come un duello contro il sempre più screditato Uribismo. Con Hernández dovrà tentare un’altra strategia, a meno che non insista nel dimostrare di non essere altro che un segno dell’ex presidente Uribe o di avere il sostegno della classe politica tradizionale corrotta. Quello che resta da vedere è se per lui funzionerà. Hernández continua a presentarsi come un campione del “cambiamento”, così come Petro».