Colombia: il 90esimo massacro del 2020 di difensori della terra e di ex Farc-Ep
Dalla firma dell’Accordo di Pace del 2016, in Colombia sono stati uccisi quasi 1.100 difensori dei diritti umani e ambientali
[29 Dicembre 2020]
Almeno cinque persone, tra cui Rosa Mendoza, una ex combattente delle Fuerzas Armadas Revolucionarias de Colombia – Ejército del Pueblo (Fartc-Ep), e una bambina, sono state uccise da un gruppo di uomini armati che il 26 dicembre hanno fatto irruzione in una festa di famiglia a Vereda Quebrada Honda del Mpio, nel mjunicipio di Montecristo, nel dipartimento di Bolívar, a 400 km a nord della capitale della Colombia Bogotá
Si gtratta del 90esimo massacro del 2020, perpetrato probabilmente da narcotrafficanti delle milizie di estrema destra che hanno forti complicità sia nell’esercito che nel governo colombiano, ostile all’Acuerdo de Paz firmato nel 2016 con le Farc-Ep a Cuba
La notizia è stata confermata dal sindaco di Montecristo, Jairo Hernández Buelvas, che ha dichiarato che una volta scoperta la strage è stato convocato il consejo de seguridad del consistorio local e ha aggiunto: «Siamo molto preoccupati per le informazioni che ci giungono dalla comunità dell’Alto Caribona, in relazione a una strage avvenuta in un punto noto come La Honda, giurisdizione di Montecristo al confine con Santa Rosa del Sur. Appena terminato il consiglio di sicurezza e abbiamo deciso di informare la Defensoría del Pueblo, la Croce Rossa internazionale, il Segretariato per la sicurezza del governo di Bolívar e tutte le entità che hanno a che fare con queste questioni».
Secondo Hernández, la nuova strage sarebbe avvenuta in una zona di difficile accesso dove nei giorni precedenti ci sarebbero stati scontri tra gruppi armati irregolari. Il sindaco di Montecristo ha concluso: »Una commissione dell’alcaldía municipal si sta dirigendo verso il corregimiento di Villa Uribe, che è il paese più vicino a dove si sono verificati i fatti. Chiediamo al governo nazionale di sostenerci, poiché il comune di Montecristo non ha abbastanza logistica per arrivare sul luogo degli eventi, chiediamo all’esercito di trasportare i funzionari del sindaco in elicottero, se possibile».
Su Twitter, i Campesinos del Sur de Bolívar y del bajo Cauca Antioqueño hanno confermato che tra le vittime c’è l’ex combattente delle Farc-Ep Rosa Mendoza, firmataria dell’Accordo di pace del 2016, e la sua piccolissima figlia.
Secondo i dati dell’Instituto de Estudios para la Paz i (Indepaz), con l’assassinio della Mendoza, salgono a 248 i firmatari dell’Acuerdo de che sono stati assassinati nell’anno che sta per finire. A Natale era stato assassinato Manuel Alonso Villegas, che durante la guerriglia era conosciuto come Romel o Carmelo, trovato moro a Miranda, nel Cauca.
Villegas partecipava a un proceso de reincorporación nell’ Espacios de Territoriales de Capacitación y Reincorporación Temprana (ETCR) di Monterredondo e prima di passare alle Farc-Ep era stato un militante dell’M-19. Era stato fatto prigioniero dal 2013 al 2016 ed era uscito dal carcere dopo aver firmato l’Acuerdo de Paz.
Hermes Osorio Reyes, ex combattente e uno dei leader di Fuerza Alternativa Revolucionaria del Común (Farc), il partito che ha raccolto l’eredità politica delle Farc-Ep, ha denunciato che «Ogni giorno assassinano un firmatario di pace. La compagna Rosa Amalia Mendoza Trujillo, conosciuta nei ranghi della guerriglia come Karen Palmera, era conosciuta per essere la creatrice dell’ Asociación de la Vivienda Agraria y Ambiental del Sur de Bolívar e dall’anno scorso stava vivendo in una zona con poca connettività. E’ preoccupante che questo massacro di firmatari della pace non si fermi, preoccupa che l’accordo non venga rispettato. Non è possibile che dopo aver firmato queste persone siano state assassinate. Allo stesso modo, non è con la violenza che si costruisce la pace, la Colombia non può sprecare questo momento storico, né gettare a mare il processo di pace».
Ma è proprio quel che sta succedendo tra il disinteresse del governo di destra colombiano sempre più assediato da una rivolta sociale e da scioperi dei quali la stampa occidentale parla poco o nulla, intanto, negli ultimi 12 mesi, in Colombia ci sono già stati almeno 90 di leader comunitari, ambientalisti, assistenti sociali e di ex guerriglieri delle FA<arc-Ep fimatari dell’accordo di pace e che erano diventati leader locali o politici di livello regionale o nazionale.
Indepaz evidenzia che 4 dei 90 massacri sono avvenuti nel dipartimento di Bolívar e che hanno fatto 15 vittime. A settembre, in questo dipartimento c’erano state tre stragi consecutive, le due più gravi lungo la strada che collega Simití e San Pablo e l’altra a El Carmen de Bolívar.
Secondo i dati di Indepaz, fino a Natale nel 2020 in Colombia erano stati assassinati in 89 massacri con più di 3 vittime almeno 292 difensori dei diritti umani e ambientali e i dipartimenti con più vittime sono Antioquía (21) e Cauca (14). In questa vera e propria mattanza sono morte in tutto 370 persone nel 2020 e da quando è stato firmato l’Acuerdo de Paz nel 2016 fino al 15 dicembre de 2020, in Colombia erano stati assassinati almeno 1.091 leader comunitari e persone che difendevano i diritti umani e ambientali e il 2020 ha segnato un triste record di questo tipo di assassinii.
Ieri il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha distribuito ai membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu un rapporto preliminare sulla missione inviata in Columbia per valutare la situazione nel Paese sudamericano, dal quale emergono una violenza diffusa e il mancato rispetto dell’Accordo di Pace. Dato cha il Consiglio di sicurezza ha concluso le sue sessioni del 2010, il rapporto verrà discusso il 21 gennaio 2021.
Come aveva già avvertito Guterres in un precedente rapporto, «La persistente insicurezza in Colombia continua ad essere una delle principali vulnerabilità per il processo di pace».
Secondo il capo della missione dell’Onu in Colombia. Carlos Ruiz Massieu, «La pandemia Covid-19 ha reso più difficile il già complesso scenario del processo di pace». Nel briefing presentato a ottobre al Consiglio di sicurezza, Ruiz Massieu ha evidenziato che «Negli ultimi mesi, molti ex combattenti e le loro famiglie subiscono gli impatti socio-economici della pandemia, e ancora di più sono le sfide affrontate dagli ex guerriglieri al di fuori delle ex áreas territoriales de capacitación y reintegración. In molte delle aree più colpite dal conflitto in Colombia, infatti, la violenza continua e ci sono massacri e omicidi». .
Per questo ha chiesto e continua a chiedere «La collaborazione di tutti gli attori locali, compreso il governo e la società civile» e di «Considerare l’attuazione dell’accordo di pace come una parte essenziale dei piani di ripresa dalla pandemia Covid-19. Gli sforzi per costruire la pace e gli sforzi per la ricostruzione di fronte alla pandemia in Colombia devono completarsi a vicenda».
Dalla firma dell’ Acuerdo de Paz, la Misión Naciones Unidas en Colombia ha confermato più di 300 attacchi contro ex membri delle Farc-Ep smobilitati e più di 200 omicidi di ex guerriglieri.
Intanto, le organizzazioni della società civile colombiana denunciano l’impunità per questi crimini e chiedono di punire i responsabili di questi omicidi e altre gravi violazioni contro le comunità locali e indigene che difendono le loro terre.