Coprifuoco in Sierra Leone dopo la prima nuova rivolta per il pane africana
Morti, feriti e arresti dopo le massicce proteste contro il carovita e la corruzione guidate dai giovani
[12 Agosto 2022]
In Sierra Leone è stato dichiarato il coprifuoco in tutto il Paese dopo le proteste antigovernative, durante le quali è stato ucciso e arrestato un numero imprecisato di persone. I filmati diffusi sui social media mostrano folle di manifestanti – soprattutto giovani- nella capitale Freetown che bruciano pneumatici e altri gruppi di giovani che lanciano sassi contro le forze di sicurezza. I manifestanti, che non sembrano avere una precisa appartenenza politica, sono scesi in piazza per protestare contro l’aumento dei prezzi dei beni essenziali e hanno gridato slogan come “Bio must go” contro il presidente, l’ex golpista Julius Maada Bio tornato alla presidenza del Paese con le elezioni del 2018 e che dovrebbe restare in carica per altri 10 mesi.
Le proteste sono scoppiate mentre Bio era all’estero ed è toccato al vicepresidente Mohamed Juldeh Jalloh dichiarare il coprifuoco nazionale con un annuncio video nel quale ha attaccato duramente i manifestanti: «Questi individui senza scrupoli hanno intrapreso una protesta violenta e non autorizzata che ha portato alla morte di sierraleonesi innocenti, compreso il personale di sicurezza. La Sierra Leone è il Paese della legge. Il governo considera inaccettabili tutte le violazioni della legge. Il governo dichiara il coprifuoco a livello nazionale. Il settore della sicurezza è stato autorizzato a far rispettare pienamente questa direttiva».
Il presidente Bio si è limitato a commentare le proteste del 10 agosto solo con un tweet: «Come governo, abbiamo la responsabilità di proteggere tutti i cittadini della Sierra Leone. Quello che è successo oggi è stato sfortunato e sarà indagato a fondo. Esorto tutti i sierraleonesi a mantenere la calma».
La Economic Community of West African States/Communauté Economique des Etats de l’Afrique de l’Ouest (ECOWAS/CEDEO) ha condannato le proteste e ha chiesto che «Tutti obbediscano alla legge e all’ordine e che i responsabili della violenza siano identificati e assicurati alla giustizia».
Già il 9 agosto, l’osservatorio Internet NetBlocks aveva rivelato che in Sierra Leone Internet era stato reso quasi totalmente inaccessibile durante le proteste, con una connettività nazionale al 5% dei livelli ordinari.
Prima della dichiarazione del coprifuoco, il coordinatore della sicurezza nazionale della Sierra Leone Abdulai Caulker aveva avvertito che «Le forze armate sono pronte ad aiutare la polizia se le proteste continuano».
E’ una delle prime rivolte del pane annunciate e attese in Africa e la scintilla potrebbe essere partita da questo piccolo Paese dell’Africa Occidentale dove, secondo la Banca Mondiale, la metà della popolazione di circa 8 milioni di abitanti vive al di sotto della soglia di povertà.
Le proteste erano iniziate l’8 agosto, ma la situazione è precipitata 10 agosto e il vicepresidente Jalloh ha ammesso che diverse persone sono morte durante le proteste, senza specificare quante. Diversi edifici pubblici, comprese stazioni di polizia, sono stati attaccati e bruciati dai manifestanti.
Secondo la Reuters, che cita fonti ospedaliere e della polizia, negli scontri tra forze di sicurezza e manifestanti sarebbero morti almeno 21 civili e 6 poliziotti. Le forze di sicurezza hanno sparato contro la gente che protestava e gli arrestati sarebbero decine, mentre molte persone sono state ricoverate negli ospedali con ferite.
L’avvocato costituzionalista e attivista per i diritti umani Augustine Sorie-Sengbe Marrah ha sottolineato che «La situazione economica nel Paese è davvero pessima, il governo dice che è dovuta alla crisi in Ucraina e al coronavirus, ma ad oggi la disoccupazione giovanile è molto alta. [… ] Recentemente c’è stato un forte aumento dei prezzi di carburante, cibo e materie prime. La gente sta protestando contro l’inflazione, l’iperinflazione e il costo della vita [… ] Da parte del governo centrale c’è stata poca empatia nell’incoraggiare le persone, che vedono il Paese soffrire e che capiscono che questi sono tempi economici difficili».
Uno dei giovani manifestanti, lo studente universitario Daniel Alpha Kamara ha detto alla Reuters che «La gente è arrabbiata per il sistema giudiziario del paese che è disgustoso, l’aumento giornaliero dei prezzi e le difficoltà economiche». Secondo le associazioni dei consumatori sierraleonesi, il costo della vita è aumentato di oltre il 40%.