«Se lasciamo che il virus si diffonda come un incendio, specialmente nelle regioni più vulnerabili del mondo, ucciderà milioni di persone»
Coronavirus, Guterres: «Siamo di fronte a una crisi senza precedenti. Siamo tutti in guerra contro un virus»
L’Oms all’Africa: preparatevi al peggio e vietate gli assembramenti di massa
[20 Marzo 2020]
Mentre la pandemia del nuovo coronavirus continua a espandersi pericolosamente in tutto il mondo, il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha lanciato un appello alla solidarietà e ad «Affrontare insieme il nemico comune. Si tratta prima di tutto di una crisi umana che necessita di solidarietà».
secondo Guterres, «Le risposte attuali a livello nazionale non rispondono all’ampiezza e alla complessità mondiali della crisi» ed è per questo che «occorre un’azione politica coordinata, decisiva, e innovativa da parte delle principali economie del mondo». Il segretario generale dell’Onu ha anche invitato a prendere atto che «Una recessione mondiale – può darsi di dimensioni record – è una quasi certezza» e «I Paesi più poveri e le persone più vulnerabili – in particolare le donne – saranno i più duramente colpiti».
Guterres ha salutato favorevolmente la decisione dei leader del G20 di convocare un summit di emergenza – al quale dovrebbe partecipare – per la prossima settimana «per rispondere alle sfide enormi poste dalla pandemia del COVID-19. Il mio messaggio centrale è chiaro: siamo in una situazione senza precedenti e le normali regole non si applicano più. Non possiamo ricorrere agli strumenti abituali in tempi così inabituali. La creatività della risposta deve corrispondere alla natura unica della crisi e l’ampiezza della risposta deve rispondere alla sua ampiezza. Il nostro mondo fa fronte a un nemico comune. Siamo in guerra con un virus».
In questo contesto, il capo dell’Onu ha fatto appello ai leader mondiali perché propongano insieme «una risposta urgente e coordinata a questa crisi mondiale».
Secondo u il segretario generale dell’Onu ci sono tre campi di azione essenziali:
L’emergenza sanitaria. Per prima cosa, mentre numerosi Paesi hanno superato la loro capacità di prendersi carico dei casi, anche leggeri, nelle strutture sanitarie specializzate e molti non sono in grado di rispondere agli enormi bisogni delle persone anziane, bisogna affrontare urgentemente l’emergenza sanitaria. Guterres ha fatto notare che «Anche nei Paesi più ricchi, vediamo i sistemi sanitari piegarsi sotto la pressione. Di fronte a questa situazione drammatica, le spese per la sanità devono essere aumentate immediatamente per rispondere ai bisogni urgenti e all’aumento della domanda. Se lasciamo che il virus si diffonda come un incendio – in particolare nelle regioni più vulnerabili del mondo – rischia di uccidere milioni di persone. Bisogna quindi passare immediatamente da una situazione in cui ogni Paese conduce proprie strategie sanitarie a una situazione che assicuri, in tutta trasparenza, una risposta mondiale coordinata. Compreso aiutando i Paesi che si preparano ad affrontare la crisi.
La crisi economica e sociale. Guterres ha ricordato che «Contrariamente alla crisi finanziaria del 2008, l’iniezione di capitali nel solo settore finanziario non è la risposta. Questa non è una crisi bancaria e non è uno shock ordinario dell’offerta e della domanda; è uno shock della società nel suo insieme. La liquidità del sistema finanziario deve essere garantita e le banche devono utilizzare la loro resilienza per accompagnare i loro clienti. Non dimentichiamoci che si tratta essenzialmente di una crisi umana. Più fondamentalmente, dobbiamo concentrarci sulle persone; i lavoratori più vulnerabili e a basso salario, le piccole e medie imprese. Questo significa un sostegno in materia di salari, di assicurazioni, di protezione sociale e una prevenzione dei fallimenti e delle perdite di posti di lavoro. Questo significa anche progettare delle risposte fiscali e monetarie per garantire che il fardello non pesi su coloro che hanno meno mezzi. La ripresa non deve avvenire sulle spalle dei più poveri e non possiamo creare una legione di nuovi poveri».
L’ex presidente socialista del Portogallo ha fatto notare che «I leader del G20 hanno preso delle misure per proteggere i loro cittadini e le loro economie, rinunciando ai pagamenti degli interessi. Dobbiamo applicare questa stessa logica ai Paesi più vulnerabili del nostro villaggio planetario e alleggerire il fardello del debito». Guterres ha anche chiesto di «astenersi dalla tentazione di ricorrere al protezionismo».
Preparare al meglio il futuro. Il terzo campo nel quale Geterres chiede alla comunità internazionale di impegnarsi è il proseguimento dell’attuazione dell’Agenda 2013 per lo sviluppo sostenibile e la lotta contro il cambiamento climatico: «La crisi finanziaria del 2008 ha dimostrato chiaramente che i Paesi dotati di solidi sistemi di protezione sociale hanno sofferto meno e si sono rimessi più rapidamente dal suo impatto. Dobbiamo vigilare affinché questi insegnamenti vengano compresi e per far sì che questa crisi costituisca una svolta decisiva per la preparazione alle emergenze sanitarie e per gli investimenti nei servizi pubblici essenziali del XXI secolo- Abbiamo un quadro di azione: l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e l’Accordo di Parigi sul cambiamento climatico. Dobbiamo mantenere le nostre promesse per le persone e per il pianeta».
Intanto lo scenario preconizzato da Guterres rischia di concretizzarsi nel continente più povero, fragile e sfruttato: l’Africa. Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) l’etiope di origine eritrea Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha detto che «Il miglior consiglio da dare all’Africa è quello di prepararsi al peggio e di prepararsi fin da oggi. Anche se l’incidenza della malattia è bassa, il continente africano dovrebbe prepararsi al peggio. In altri Paesi, abbiamo visto come il virus accelera dopo un certo punto di equilibrio».
Ghebreyesus ha detto di sperare che «I casi censiti [in Afrca] siano veramente le cifre esatte, perché così si potrebbe soffocare in nuovo coronavirus nell’uovo».
Anche secondo Michael Ryan, direttore esecutivo per la gestione delle situazioni di emergenza sanitaria dell’Oms, «Per il momento, l’incidenza del COVID-19 in Africa è debole». Ma ha avvertito che, anche se potrebbe essere più alta a causa soprattutto degli asintomatici, «L’Africa è ancora l’Afrique ha ancora una grande occasione per evitare i peggiori effetti dell’epidemia e per preparare il suo sistema sanitario pubblico e il suo sistema della salute a questa eventualità. In quest’ottica, l’Oms si aspetta che I Paes africani esaminino tutte le opzioni possibili, basandosi sull’esperienza dell’Asia e dell’Europa per determinare le opzioni che più le convengono».
Tra le misure che l’Oms consiglia di prendere subito in tutta l’Africa c’è quella di rinviare o annullare e proibire ogni iniziativa di massa: «Tali manifestazioni, che riuniscono persone in maniera intensa, hanno il potenziale di amplificare e propagare la malattia, in particolare le grandi riunioni di tipo religioso che mettono in contatto molto stretto delle persone che vengono da moto lontano».
Ghebreyesus conclude: «Dato che abbiamo visto come il COVID-19 i accelera davvero e si propaga in altri continenti o Paesi, l’Africa deve svegliarsi. Il mio continente deve svegliarsi».