Coronavirus: Russia, Cina e Pakistan chiedono agli Usa di togliere le sanzioni all’Iran

Trump: «Virus cinese». Pechino: «Getta fango sulla Cina»

[17 Marzo 2020]

Cina, Russia e Pakistan hanno invitato gli Stati Uniti a togliere le sanzioni contro l’Iran in modo che Teheran possa rifornirsi di medicine e attrezzature sanitarie e poter proseguire la lotta al coronavirus.

L’appello è partito dal premier Pakistan Imran Khan in visita a Pechino, che ha spiegato che togliere le sanzioni andrebbe nella direzione della lotta mondiale al coronavirus. Intanto, i casi accertati in Pakistan solo saliti a 184.

Ieri il ministero degli esteri della Russia, in un comunicato ufficiale, aveva definito «disumane» le sanzioni Usa contro l’Iran, spiegando che «ostacolano la lotta iraniana al coronavirus».

In Cina il premier del Pakistan (ex alleato di ferro degli Usa ma che sta scivolando sempre di più nell’orbita cinese anche in funzione anti-indiana) ha trovato terreno fertile: poche ore prima il portavoce del ministero degli esteri cinese, Geng Shang, aveva criticato le sanzioni statunitensi contro l’Iran ricordando che «Tali sanzioni illegali, influenzano pure l’invio di aiuti a Teheran da parte dell’Onu e delle altre istituzioni internazionali».

Cina e Russia, insieme a Francia, Gran Bretagna, Germania e agli stessi Usa fanno parte del G5+1 che ha firmato l’accordo nucleare con l’Iran strappato da Donald Trump che poi ha dichiarato l’embargo contro l’Iran ottenendo un’umiliante assenso dall’Europa che si era molto spesa per il raggiungimento dell’accordo.

La presa di posizione di Russia, Cina e Pakistan arriva dopo che l’Iran ha lanciato un’offensiva diplomatico/umanitaria della quale fa parte anche l’applwllo lanciato il 13 marzo dal Consigliere diplomatico pubblico (Stampa) dell’ambasciata dell’Iran in Italia, Mohsen Pakparvar, che ha accusato Trump di usare il Coronavirus come un’arma per mettere in ginocchio l’Iran attraverso un inasprimento delle sanzioni e l blocco delle forniture mediche dall’estero.

Pakparvar ha sottolineato che «Sebbene la Repubblica Islamica dell’Iran sia stata in grado di prosperare negli ultimi decenni e raggiungere una relativa autosufficienza per soddisfare le esigenze della sua popolazione, sfortunatamente parte delle esigenze del Paese nel settore sanitario, che richiedono importazioni e interazioni con le principali aziende del settore, stanno affrontando gravi problemi. La forte pressione degli Stati Uniti su società straniere sta rendendo estremamente difficile per l’Iran accedere a forniture mediche e di medicina preventiva per combattere il coronavirus. Secondo la Corte Internazionale di Giustizia, tutte le sanzioni che violano l’attività umanitaria devono essere sospese e il libero accesso degli Stati a quanto indispensabile per far fronte a crisi sanitarie e catastrofi naturali non è sanzionabile. Il mancato rispetto da parte degli Stati Uniti di questo ordine e l’assoluta disinvoltura nel descrivere le sanzioni come un colpo alla Repubblica Islamica dell’Iran per costringerla ad accettare la sconfitta contro gli Stati Uniti, dovrebbe essere condannato dall’opinione pubblica e dalle persone libere di tutto il mondo. L’accesso alle medicine, alle attrezzature mediche e alle cure è un diritto umano fondamentale enfatizzato nella Carta delle Nazioni Unite. Purtroppo gli Stati Uniti, nonostante le false dichiarazioni mediatiche, non solo non hanno fornito l’opportunità di accesso a medicinali e attrezzature mediche, ma stanno esercitando forti pressioni contro i Paesi e le aziende che stanno cercando di alleviare le difficoltà del popolo iraniano attraverso azioni umanitarie ed aiuti finanziari, ledendo questo diritto fondamentale di un intero popolo. Questa azione criminale degli Stati Uniti sta di fatto impedendo agli aiuti umanitari di raggiungere l’Iran e Washington cerca anche di negare all’Iran qualsiasi accesso ai finanziamenti attraverso il divieto di esportazioni non petrolifere».

Secondo l’ambasciata iraniana a Roma, il Coronavirus viene usato da Trump come un’arma contro il popolo iraniano: «Parte della classe dirigente americana ha persino considerato questa epidemia in linea con la politica di massima pressione, esprimendo soddisfazione per la sua diffusione in Iran e affermando che il coronavirus abbia agito più delle sanzioni nell’interesse degli Stati Uniti. Mentre migliaia di iraniani stanno combattendo per la propria vita di fronte al virus letale, Trump sta intensificando ferocemente nuove sanzioni disumane contro l’Iran. Alcune organizzazioni statunitensi, come United Against Nuclear Iran, hanno chiesto il totale boicottaggio farmacologico dell’Iran. Il Presidente della Fondazione per la Difesa delle Democrazie negli Usa, ha espresso gioia per il fatto che il coronavirus sia stato in grado di fare in Iran quello che le dure sanzioni americane non sono riuscite a compiere».

Intanto Trump ha aperto un nuovo fronte polemico con la Cina proprio sul Coronavirus: definendo in uno dei suoi soliti tweet il COVID-19 un «virus cinese».

In una In una serie di tweet Trump . che fino a pochi giorni fa diceva che l’epidemia era un’invenzione cinese ed europea per mettere in difficoltà l’economia Usa –ha invitato gli americani a «unirsi e sostenersi a vicenda non accumulando in maniera non necessaria quantità di cibo e di prodotti» e ha promesso che «Gli Stati uniti sosterranno con forzale industrie, come linee aere e altre, che sono particolarmente colpite dal virus cinese. Noi saremo più forti che prima!»

La reazione di Pechino è stata durissima e Geng Shuang ha risposto senza nemmeno nominare Trump: «Alcuni politici negli Usa hanno associato il coronavirus alla Cina e hanno gettato fango sulla Cina. Chiediamo che gli Usa la smettano di puntare il dito contro la Cina. La principale priorità per la comunità internazionale è cooperare nella lotta al virus. Gli Usa dovrebbero concentrarsi sulla loro priorità e avere un ruolo costruttivo nella cooperazione internazionale sulla sicurezza sanitaria».