Crisi in Niger: rapido deterioramento delle prospettive umanitarie

Golpe, guerra, clima e aumento dei prezzi del cibo: la tempesta perfetta per sfollati interni, i rifugiati, i richiedenti asilo e le comunità ospitanti

[30 Agosto 2023]

Mentre alcuni Stati della Communauté économique des États de l’Afrique de l’Ouest (Cedao/Ecowas) appoggiati dalla Francia continuano a preparare un intervento militare contro la giunta militare golpista che ha preso il potere in Niger, l’United Nations High Commissioner for Refugees (UNHCR) si è detta «Profondamente preoccupata per il rapido deterioramento delle prospettive umanitarie in Niger».

Secondo l’agenzia Onu per i rifugiati, «La crisi politica in corso, senza una soluzione chiara in vista, sta generando incertezza e preoccupazione mentre il Paese continua a subire ripetuti attacchi da parte di gruppi armati non statali, soprattutto vicino ai confini del Mali e del Burkina Faso. Le recenti violenze e attacchi hanno portato a oltre 20.000 nuovi sfollati interni nell’ultimo mese. La situazione ha aumentato i rischi di protezione per i rifugiati, i richiedenti asilo e le persone che li ospitano».

Intanto, le sanzioni imposte al Niger dalla Cedeo/Ecowas sono entrate in vigore proprio durante il période de soudure  che segna la transizione tra le stagioni agricole e prima che inizi la stagione delle piogge e l’UNHACR denuncia che «I prezzi dei prodotti alimentari e delle materie prime, già in aumento prima di questa crisi, sono aumentati dopo l’introduzione delle sanzioni e sembrano destinati a continuare ad aumentare poiché la chiusura dei confini con i paesi della Cedeao renderà il cibo e altri beni più scarsi. Questi fattori, insieme al previsto aumento delle agitazioni da parte di gruppi armati non statali e alle forti piogge in corso, hanno peggiorato le già terribili prospettive umanitarie per le popolazioni vulnerabili, in particolare gli sfollati interni, i rifugiati, i richiedenti asilo e le comunità ospitanti».

Attualmente, il Niger ospita oltre 700.000 sfollati forzati: 350.000 rifugiati e richiedenti asilo e 350.000 sfollati interni e l’UNHCR fa notare che «Le tensioni socioeconomiche, tra cui l’aumento dell’inflazione e la mancanza di risorse e servizi, sono state aggravate dalle recenti restrizioni ai movimenti, mettendo ulteriormente a dura prova una popolazione già vulnerabile».

Come se non bastasse, l’agenzia Onu spiega che «Il maggior costo della vita e l’insicurezza hanno aumentato i rischi legati alla protezione, tra cui matrimoni precoci, violenza sessuale, tratta e sfruttamento. A luglio, l’UNHCR ha monitorato 255 episodi di volaszione della protezione, tra cui rapimenti, violenza di genere e violenza domestica, avvenuti a Tahoua, Maradi, Tillaberi e Diffa. Anche se questi dati sono in linea con quelli degli altri mesi del 2023, i team dell’UNHCR dicono di aver hanno assistito a «Un forte aumento di tali incidenti a partire dal 26 luglio. Tra il 26 e il 31 luglio abbiamo osservato un aumento del 50% di incidenti simili rispetto alle prime settimane di luglio».

Dirante una conferenza stampa a Ginevra, Emmanuel Gignac, rappresentante dell’UNHCR in Niger, ha avvertito che «“Questa situazione ha aumentato i rischi per la protezione dei rifugiati, dei richiedenti asilo e di coloro che li ospitano».

Tra la fine di luglio e la fine di agosto in Niger ci sono stati circa 20.000 nuovi sfollati interni, soprattutto a Tillaberi, ma anche a Diffa. Inoltre, continuano gli spostamenti di popolazione lungo i confini del Paese, anche se su scala modesta, con oltre 2.500 persone, provenienti da Nigeria, Mali e Burkina Faso, che hanno chiesto asilo in Niger nelle prime due settimane di agosto, Dopo il golpe militare, non ci sono state segnalazioni di grandi spostamenti di popolazione dal Niger verso i Paesi vicini».

L’UNHCR ricorda che «Il Sahel sta attraversando una crisi complessa segnata da conflitti, tensioni intercomunitarie, shock climatici e insicurezza. Il Niger è da tempo un hub per i richiedenti asilo e un crocevia di flussi migratori misti, dando rifugio ai rifugiati provenienti dai Paesi vicini. La crisi politica, le relative incertezze e il potenziale aumento della violenza intercomunitaria hanno spinto l’UNHCR ad aggiornare i piani di emergenza e ad adeguare il proprio livello di preparazione nell’ambito di una revisione dei piani di continuità operativa. Continueremo ad adeguare la nostra impronta al livello dei rischi valutati».

Per Gignac, «Questi fattori, insieme al previsto aumento dei disordini da parte di gruppi armati non statali, nonché alle attuali forti piogge, hanno peggiorato le già terribili prospettive umanitarie per le popolazioni vulnerabili, compresi gli sfollati interni, i rifugiati, i richiedenti asilo e le comunità ospitanti».

Da quando l’UNHCR ha istituito l’Emergency Transit Mechanism (ETM) nel 2017, il Niger ha anche offerto protezione a oltre 4.242 richiedenti asilo e rifugiati vulnerabili evacuati dalla Libia. Attualmente, quasi 600 rifugiati sono ospitati nel sito di Hamdallaye vicino alla capitale  Niamey – che è al completo – compresi 100 che attendono di partire verso Paesi terzi ma sono bloccati dalla chiusura dello spazio aereo del Niger; 275 sono in attesa di una decisione da parte dei Paesi di reinsediamento oppure i loro casi sono in fase di esame. Prima del colpo di stato del 26 luglio, per il quarto trimestre 2023 era previsto un volo ETM dalla Libia. L’UNHCR è in attesa dell’approvazione delle autorità per il trasferimento e continuerà a monitorare le condizioni per determinare la fattibilità dell’ingresso di nuovi rifugiati ETM in Niger.

Nonostante i numerosi problemi delle ultime settimane – tra i quali  la mobilità del personale, il blocco dei voli Onu a causa della mancanza di carburante e la lentezza delle importazioni di aiuti – l’UNHCR e i suoi partner continuano a operare in tutto il Paese: «Ci impegniamo a restare e a fornire assistenza agli sfollati forzati e alle popolazioni ospitanti in disperato bisogno – evidenzia l’Agenzia – La fornitura di servizi e aiuti vitali, tra cui cibo, alloggio, assistenza sanitaria, collegamenti con la comunità e istruzione, continua».

Visti i bisogni in rapida crescita, l’UNHCR invita tutti i Paesi e le istituzioni della regione e oltre a garantire un’assistenza salvavita continua in Niger e ricorda che attualmente ha ricevuto solo il 39% dei 135,7 milioni di dollari necessari quest’anno per sostenere le attività umanitarie e conclude: «Prevediamo che il fabbisogno di finanziamenti aumenterà se la crisi dovesse aggravarsi nei prossimi mesi».