Embargo sulle armi in Libia, partita l’operazione europea IRINI
La missione controllerà e raccoglierà anche informazioni sulle esportazioni illecite di petrolio
[2 Aprile 2020]
Con la decisione adottata dal Consiglio europeo, l’Ue ha dato il via a una nuova operazione militare – EUNAVFOR MED IRINI – riguardante la politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) nel Mediterraneo, l’Unione europea intensifica gli sforzi per applicare l’embargo sulle armi imposto dall’Onu nei confronti della Libia, contribuendo in tal modo al processo di pace nell’ex colonia italiana. IRINI sarà guidata dal Contrammiraglio Fabio Agostini, comandante dell’operazione dell’Ue e il suo comando operativo sarà a Roma. I partecipanti alla conferenza di Berlino sulla Libia del 19 gennaio 2020 si sono impegnati, in particolare, a «rispettare e attuare pienamente l’embargo sulle armi sancito dalle risoluzioni (UNSCR) 1970 (2011), 2292 (2016) e 2473 (2019) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». Il 17 febbraio 2020 il Consiglio Ue ha raggiunto un accordo politico sull’avvio di una nuova operazione nel Mediterraneo destinata ad attuare l’embargo sulle armi imposto dall’Onu nei confronti della Libia utilizzando mezzi aerei, satellitari e marittimi.
Il mandato dell’operazione IRINI durerà inizialmente fino al 31 marzo 2021 e sarà sottoposto alla stretta sorveglianza degli Stati membri dell’UE, che eserciteranno il controllo politico e la direzione strategica attraverso il comitato politico e di sicurezza (CPS), sotto la responsabilità del Consiglio e dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Parallelamente all’avvio dell’operazione IRINI, EUNAVFOR MED operazione SOPHIA, che è attualmente nel Mediterraneo, cesserà definitivamente le sue attività. EUNAVFOR MED operazione SOPHIA era stata avviata il 22 giugno 2015 «quale elemento dell’approccio globale dell’UE alla migrazione».
Josep Borrell, alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e presidente del Consiglio, ha sottolineato che «Solo le soluzioni politiche e il pieno rispetto dell’embargo sulle armi imposto dall’Onu risolveranno la crisi libica. Ma la diplomazia non può avere successo se non è sostenuta da azioni. Tale operazione sarà essenziale e darà un chiaro contributo alla promozione della pace nel nostro immediato vicinato mediante un cessate il fuoco permanente».
In una nota il Consiglio Ue spiega che «IRINI (“pace” in greco) avrà il compito principale di attuare l’embargo sulle armi imposto dall’Onu utilizzando mezzi aerei, satellitari e marittimi. In particolare, la missione sarà in grado di svolgere ispezioni sulle imbarcazioni in alto mare al largo delle coste libiche sospettate di trasportare armi o materiale connesso da e verso la Libia a norma della risoluzione 2292 (2016) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite».
Ma la missione EUNAVFOR MED IRINI controllerà e raccoglierà anche informazioni sulle esportazioni illecite dalla Libia di petrolio, di petrolio greggio e di prodotti del petrolio raffinati. Gli altri obiettivi a cui punta IRINI sono anche lo sviluppo delle capacità e alla formazione della guardia costiera e della marina libiche nei compiti di contrasto in mare. Compito difficile e che espone a critiche, visto che le forze di mare libiche non godono certo di buona fama, visto che sono spesso in mano alle fazioni armate jihadiste e tribali che trafficano anche in esseri umani e petrolio e che IRINI punta dichiaratamente a contribuire «allo smantellamento del modello di attività delle reti di traffico e tratta di esseri umani attraverso la raccolta di informazioni e il pattugliamento con mezzi aerei».