Dal 23 dicembre attacchi aerei contro infrastrutture civili e ospedali nel Rojava
Erdogan parla di genocidio di civili a Gaza ma bombarda i civili kurdi in Siria
KNK: lo Stato turco sta uccidendo i kurdi e il mondo tace!
[28 Dicembre 2023]
Mentre in Turchia si susseguono le manifestazioni filo-palestinesi, intervenendo a una manifestazione ad Ankara, trasmessa dalla tv di Stato Trt, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha duramente attaccato il premier israeliano Benjamin Netanyahu: «Quello che fa Netanyahu non è da meno rispetto a quello che ha fatto Hitler. Oggi la Germania continua a pagare il prezzo di Hitler, per questo motivo non alzano la loro voce. Abbiamo visto i campi nazisti di Israele. Come avviene questo? Parlavano male di Hitler, ma in cosa sei diverso da Hitler? Hanno radunato i prigionieri nello stadio come fossero in campi di concentramento nazisti. Che differenza c’è? Nessuna». Poi ha attaccato l’Occidente del quale è un alleato nella Nato: «L’unica vera differenza tra il defunto Führer nazista e il primo ministro israeliano è l’ampio sostegno da parte dell’Occidente a Netanyahu e alla sua campagna contro Hamas. E’ più ricco di Hitler; ottiene il sostegno dell’Occidente. Dagli Stati Uniti arriva ogni sorta di sostegno. E cosa hanno fatto con tutto questo supporto? Hanno ucciso più di 20.000 abitanti di Gaza. Nelle università in Occidente c’è stata una caccia alle streghe contro coloro che hanno criticato Israele»
Da par suo, Netanyahu ha replicato che «Erdogan, che sta portando avanti un genocidio dei curdi e tiene in carcere un numero record a livello mondiale di giornalisti che si oppongono al suo governo, è l’ultimo a poterci predicare la morale. L’Idf è l’esercito più morale del mondo, che sta combattendo ed eliminando l’organizzazione terroristica più spregevole e brutale del mondo, Hamas-Daesh, che ha commesso crimini contro l’umanità ed Erdogan la elogia e ospita i suoi alti funzionari».
Si può dire che i due campioni della destra islamista e ebraico-sionista hanno entrambi ragione, ma la strage di civili perpetrata dall’esercito israeliano a Gaza permette ad Erdogan di ergersi a paladino dei diritti civili mentre continua a fare in Siria, in Iraq e in patria quel che Netanyahu fa a Gaza e in Cisgiordania. Due nazionalismi ammantati di integralismo religioso che negano i diritti di popoli oppressi e che si rinfacciano vicendevolmente quel che ritengono normale e giusto.
Intanto mentre indicava al mondo i bombardamenti a Gaza, il 23 dicembre Erdogan ha iniziato una nuova campagna di bombardamenti nel Rojava Kurdo Siriano e stava già attaccando da giorni i ribelli kurdi del Partîya Karkerén Kurdîstan (PKK) sulle montagne del Kurdistan irakeno.
L’ondata di attacchi turchi e dei loro mercenari delle milizie jihadiste siriane contro la regione autonoma della Siria settentrionale e orientale hanno colpito case, posti di blocco e silos di grano a Kobanê, Amûdê, Dirbêsiyê, Qamishlo, Tall Tamr e Girkê Legê. A Kobanê almeno quattro posti di blocco delle forze di sicurezza interne sono stati bombardati da droni. Ad Amûdê sono stati segnalati due attacchi di droni contro posti di blocco. Gli attacchi aerei hanno causato ingenti danni materiali. Contemporaneamente, l’esercito turco ha preso di mira un posto di blocco sulla strada tra Qamishlo e Tirbespiyê e un altro nel quartiere Elaya di Qamishlo. Secondo l’agenzia Hawar News (ANHA), un attacco di droni ha preso di mira anche il villaggio di Tewîla, vicino a Tall Tamr e una casa è stata attaccata da un drone a est di Dirbêsiyê. Sono stati bombardati depositi di grano nel villaggio di Girê Ziyaretê Colî (Tobiye), a 4 Km da Girkê Legê.
La Turchia ha effettuato attacchi aerei su tutta la regione autonoma della Siria settentrionale e orientale. Secondo un rapporto pubblicato il 26 dicembre dall’Amministrazione Autonoma (AANES), «Questa nuova ondata di attentati ha provocato 8 morti e 18 feriti. Tutte le vittime sono civili. Ampie aree della regione sono senza elettricità a seguito dei massicci attacchi aerei della Turchia sulle infrastrutture energetiche. Attualmente, più di 2.600 località sono senza elettricità». L’AANES denuncia che «Tra sabato e lunedì sono stati registrati 40 attacchi aerei in diverse regioni della Siria settentrionale. 7 sarebbero stati perpetrati da aerei da combattimento turchi, gli altri 33 da droni di ogni tipo. La maggior parte degli attacchi aerei (31) hanno preso di mira Qamishlo, dove sono state bombardate attività commerciali, fabbriche, distributori di benzina e una piazza del mercato. Il bombardamento di una tipografia ha causato la morte di 6 dipendenti. Gli attacchi hanno colpito anche un centro di dialisi e un impianto di confezionamento di ossigeno medico».
Il Rojava Information Center (RIC) ha compilato un rapporto dettagliato sulle 18 località colpite dallo Stato turco il giorno di Natale nella Siria settentrionale e orientale e conferma che «I luoghi attaccati dalla Turchia comprendono fabbriche che producono materiali da costruzione, prodotti agricoli e alimentari, silos di grano, un mulino, siti industriali, un centro di dialisi, una tipografia e una stazione di servizio. Secondo il RIC ci sono stati in totale 32 attacchi. Questi attacchi sono avvenuti a meno di 3 mesi dopo che una campagna di attacchi aerei turchi durata 5 giorni che aveva distrutto le infrastrutture elettriche della Siria settentrionale e orientale, tagliando elettricità e acqua per oltre 1 milione di persone. Gli attacchi della Turchia hanno ucciso 8 civili e ne hanno feriti 11, il bilancio delle vittime potrebbe aumentare poiché alcune persone rimangono gravemente ferite».
Ma i kurdi vengo attaccati anche dall’Esercito nazionale siriano (SNA), sostenuto dalla Turchia, che ha aumentato i bombardamenti lungo le linee di contatto che separano l’amministrazione democratica autonoma delle aree governate dal nord e dall’est della Siria dalle aree occupate dalla Turchia e sotto il controllo dei miliziani del NES, colpendo i villaggi intorno a Shehba e Manbij.
La campagna di attacchi aerei della Turchia contro i kurdi e i loro alleati democratici nella Siria settentrionale e orientale è in corso dall’invasione del 2019 ed è costata la vita a centinaia di civili.
Ma i kurdi sono davvero ossi duri e il 23 dicembre, nelle montagne della regione del Kurdistan iracheno (KRI), le miizie del PKK hanno attaccato e posizioni delle forze armate turche (TAF), uccidendo almeno 12 soldati turchi. Erdogan ha definito gli attacchi terroristici e la notte del 23, ha scatenato la sua vendetta colpendo rastrutturali di petrolio e gas nel NES, tagliando l’energia elettrica alle sottostazioni elettriche che servono metà del cantone di Jazira. Come fa Netanyahu con i palestinesi, il ministero della difesa turco ha detto che gli attacchi aerei contro i civili sono «Contro obiettivi terroristici ai fini della sicurezza delle frontiere».
In una dichiarazione, il Consiglio esecutivo del Kongreya Neteweyî ya Kurdistanê (KNK, Congresso nazionale del Kurdistan) ricorda che «Lo Stato turco sta attaccando ospedali, scuole, moschee, strutture di servizi, magazzini di grano, stazioni petrolifere, centrali elettriche e tutte le infrastrutture in Rojava con tutti i tipi di armi, prendendo di mira i civili e l’intera popolazione della regione. Gli attacchi dello Stato invasore turco in Siria settentrionale e orientale devono essere fermati e condannati. In questo periodo, in cui il mondo intero è impegnato a festeggiare il Natale, lo Stato turco lancia ancora una volta una guerra totale, attaccando il nord e l’est della Siria con aerei da guerra, droni e cannoni. Gli obiettivi e i bersagli degli attacchi dello Stato occupante vanno da Kobanê a Tirbesipiye, nell’intero Rojava del Kurdistan. Prendono di mira tutte le infrastrutture di servizio, l’economia, il carburante e la società civile. Molti civili hanno perso la vita negli attacchi e molte persone sono rimaste ferite. In questi attacchi vengono presi di mira la stazione ferroviaria di Qamishli, aziende di sartoria, di materiali da costruzione e fabbriche. Sappiamo molto bene che lo scopo e l’obiettivo degli attacchi dello Stato occupante turco è distruggere la società del Kurdistan in Rojava, la distruzione della costruzione della società civile e l’occupazione».
Il KNK sembra chiedersi dove sia evaporata la solidarietà occidentale del tempo in cui i kurdi sconfissero lo Stato Islamico/Daesh: «In tutte le loro forme, questi attacchi sono contrari alle leggi e agli accordi internazionali e tutto questo non può essere accettato, nonostante ciò la coalizione internazionale contro il terrorismo, le istituzioni e lo Stato tacciono di fronte a questi attacchi dello Stato occupante. on c’è voce a livello internazionale e finora non è emersa alcuna posizione. Il mondo alza la voce contro l’attacco a Gaza. Purtroppo tace di fronte agli attacchi dello Stato turco. Ciò che le Nazioni Unite, il Consiglio d’Europa, la NATO, la Coalizione Internazionale e le organizzazioni per la protezione dei diritti umani stanno facendo senza una voce e una posizione è in alcun modo inaccettabile. C’è silenzio al posto della condanna».
L’appello del KNK alle organizzazioni internazionali e al popolo del Kurdistan è quello do «Opporsi con forza agli attacchi dello Stato turco e porre fine al silenzio. E’ necessario che il popolo del Kurdistan in tutte e quattro le parti del mondo si impegni prendersi cura del Kurdistan occidentale e sviluppare la resistenza storica. Il KNK invita la coalizione internazionale e l’Onu ad adempiere immediatamente le loro funzioni e prevenire gli attacchi dello Stato occupante».
E, invitando alla mobilitazione contro lo Stato turco occupante, Foza Yûsif, del Consiglio di co-presidenza del Partiya Yekîtiya Demokrat (PYD), ha detto: «Dichiariamo la resistenza totale. lo Stato occupante turco ha iniziato una guerra totale contro la regione e anche la resistenza sarà totale. Lo Stato turco ha dichiarato guerra totale contro di noi. Prende di mira tutto. Questi attacchi mirano a eliminare la presenza del nostro popolo nella regione. Questo non trova posto in nessuna legge e misura internazionale. Occorre essere uniti contro gli attacchi. Dichiariamo una resistenza totale. Il nostro popolo deve mobilitarsi contro questa guerra in tutte le città e istituzioni. Proteggiamo le nostre amministrazioni e le nostre città. Mobilitiamoci in ogni momento. Oggi un giorno di resistenza e onore. Dobbiamo essere uniti e opporci agli attacchi dello Stato fascista turco».
Intanto, in Turchia, Erdogan ha prima imposto al Partito l’uguaglianza e la democrazia dei popoli (Hedep) di cambiare il suo acronimo in DEM Parti perché la sua precedente abbreviazione HEDEP somigliava troppo all’HADEP da poco messo al bando. Poi ha fatto arrestare centinaia di persone in 32 città, molte delle quali dirigenti e amministratori locali del DEM Parti con l’accusa di “propaganda terroristica”.