Gaza è un inferno di fame e sangue e non c’è nessun sostituto per il lavoro salvavita dell’Unrwa

Ripristinare i finanziamenti all’UNRWA è una questione di vita o di morte. Semplicemente, a Gaza non c’è abbastanza cibo

[31 Gennaio 2024]

Dopo che diversi Paesi occidentali – compresa l’Italia – hanno sospeso i finanziamenti all’United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East (UNRWA) perché 12 dei 30.000 membri dello staff dell’agenzia Onu sarebbero stati coinvolti nel massacro di israeliani del 7 ottobre compiuto da Hamas e che ha dato il via alla nuova guerra di Gaza, Sigrid Kaag, coordinatrice senior per gli aiuti umanitari e la ricostruzione dell’Onu per Gaza, ha avvertito che  «Nessuna organizzazione può sostituire l’agenzia delle Nazioni Unite che assiste i palestinesi, UNRWA, nella Striscia di Gaza devastata dalla guerra. A parte una decisione politica, che dovrebbe essere presa dall’Assemblea Generale, non c’è modo in cui alcuna organizzazione possa rimpiazzare o sostituire l’enorme capacità e il tessuto dell’UNRWA e le sue capacità e conoscenze»,

La Kaag, che è stata nominata a ricoprire il ruolo di coordinatrice il 26 dicembre 2023 dal segretario generale dell’Onu António Guterres e che ha iniziato il suo mandato l’8 gennaio,   non è l’ultima arrivata e non è certo una funzionaria Onu politicamente sprovveduta: ha ricoperto anche numerosi ruoli di alto livello nel governo olandese, tra i quali quello di vice primo ministro e ministro degli esteri e delle finanze nei governi di centro-destra dell’ex premier olandese Mark Rutte, come esponente dei liberali di Democraten 66. E’ stata coordinatrice speciale per il Libano dal 2015 al 2017 e dal 2013 al 2015 capo della missione congiunta dell’ United Nations Organization for Prohibition of Chemical Weapons Mission in Syria, ha ricoperto anche il ruolo di Segretaria generale aggiunta all’United Nations Development Programme (2010-2013) ed è stata Direttrice  regionale dell’Unicef peer il Medio Oriente e il Nord Africa (2007-2010).   In precedenza, la Kaag aveva ricoperto diverse posizioni di rilievo all’International Organization for Migration e nella stessa UNRWA. Parla fluentemente l’arabo e altre cinque lingue.

L’UNRWA è stata fondata dall’Assemblea Generale dell’Onu nel dicembre 1949 e la nuova coordinatrice senior per gli aiuti umanitari e la ricostruzione dell’Onu ha inoltre sottolineato «Il ruolo chiave che l’agenzia ha svolto per decenni, prima dell’attuale conflitto, nell’istruzione, nella sanità e in altri servizi»

Le operazioni dell’UNRWA in Palestina e nei campi profughi mediorientali sono in pericolo dopo che diversi paesi donatori, tra cui Stati Uniti, Regno Unito, Germania e Giappone e Italia, hanno sospeso i finanziamenti a seguito di accuse estremamente gravi secondo cui molti membri del suo personale erano coinvolti negli attacchi terroristici del 7 ottobre in Israele. L’UNRWA ha avviato un’indagine e il Guterres ha ribadito che «Qualsiasi dipendente ritenuto coinvolto sarà ritenuto responsabile, anche attraverso procedimenti penali».

L’allarme su Gaza e il resto dei palestinesi lanciato dalla Kaag nell’intervista alla stampa ha fatto seguito al suo primo briefing a porte chiuse al Consiglio di Sicurezza dell’Onu da quando ha assunto il suo incarico,  il suo mandato è quello di «Facilitare, coordinare, monitorare e verificare le spedizioni di aiuti umanitari a Gaza, nonché di istituire un meccanismo delle Nazioni Unite per accelerare le spedizioni di aiuti umanitari verso l’enclave attraverso Stati che non sono parti in conflitto» e ha sottolineato che «Il successo del mio mandato riguarda la capacità di soddisfare i bisogni dei civili di Gaza. Questo è l’unico indicatore, per quanto mi riguarda».

Poi ha evidenziato che «L’assenza di un cessate il fuoco umanitario sta ostacolando gli sforzi di aiuto e causando ritardi. Attualmente non c’è spazio, dato che lì non c’è il cessate il fuoco e il conflitto infuria. Non c’è spazio per avere osservatori in tutta Gaza che lavorino con le agenzie per vedere, verificare e monitorare». E ha ribadito «L’importanza di aumentare il flusso di beni commerciali a Gaza oltre all’assistenza umanitaria. I beni commerciali devono essere riammessi. Non ci sarà ripresa, per non parlare di ricostruzione in futuro, senza questa ampia categoria».

In un altro briefing con i giornalisti, il portavoce dell’Onu, Stéphane Dujarric, ha detto che «I tagli ai finanziamenti dei donatori derivanti dalle accuse di Israele contro una dozzina di membri dello staff dell’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, UNRWA, si faranno sentire entro poche settimane, mentre crescono i timori che le conseguenze sul campo potrebbero contraddire le recenti conclusioni della Corte internazionale di giustizia. (ICJ) che ordinano misure temporanee per prevenire “atti genocidi” a Gaza. Mentre stiamo affrontando queste preoccupazioni in modo molto attivo, il lavoro umanitario deve continuare. I civili di Gaza che soffrono hanno bisogno del continuo sostegno di tutti. L’importante lavoro umanitario svolto dalle Nazioni Unite non solo a Gaza, nella regione, ha bisogno di essere sostenuto. La vita delle persone dipende da questo».

Sottolineando che «Ogni anno l’UNRWA condivide con Israele e l’Autorità Palestinese gli elenchi dei suoi membri del personale per Gaza, Cisgiordania, Libano, Giordania e Siria», Dujarric ha ricordato che né Israele né l’Autorità palestinese avevano sollevato una qualche preoccupazione e ha ribadito che «L’UNRWA non collabora con Hamas. Abbiamo contatti operativi con le autorità de facto come in altri Paesi. L’ONU non ha ancora ricevuto alcun rapporto scritto direttamente da Israele sulle accuse. Nel frattempo  è in corso un’indagine approfondita e l’Onu ha licenziato diversi membri del personale dell’agenzia implicati nelle accuse. I resoconti dei media indicano che due dei sospettati sono morti. Il nostro obiettivo è un cessate il fuoco umanitario, una maggiore quantità e qualità degli aiuti forniti e una soluzione politica che ci riporti alla soluzione dei due Stati».

Ma a Gaza i morti sono più di 26.000 – in stragrande maggioranza bambini e donne – e la guerra provoca sofferenze sempre più profonde per i civili intrappolati tra le parti in guerra e le preoccupazioni terreno aumentano. Dujarric ha ricordato che l’agenzia di coordinamento umanitario delle Nazioni Unite, OCHA, ha riferito che «Israele ha emesso un nuovo ordine di evacuazione nella parte occidentale di Gaza City, che ospitava 300.000 civili prima dell’inizio della crisi, e che un trend da metà gennaio ha visto un aumento delle ostilità e ritardi eccessivi per i convogli di aiuti. Per quanto riguarda l’UNRWA, incaricata di servire più di 2,2 milioni di palestinesi a Gaza, il suo lavoro ne risentirà. La situazione finanziaria sarà molto precaria dopo febbraio».

L’UNRWA opera principalmente grazie alle donazioni, con i suoi dati più recenti che mostrano 1,1 miliardi di dollari in impegni per i suoi programmi per i rifugiati palestinesi e i suoi  principali donatori, tra cui Stati Uniti, Canada e Germania, hanno annunciato la sospensione degli aiuti durante le indagini. Secondo  i registri dell’UNRWA del 2022, gli Stati Uniti sono il principale donatore, avendo contribuito con quasi 344 milioni di dollari, ovvero circa un terzo del budget operativo annuale dell’agenzia. Sulla scia delle notizie dei media sull’annuncio di Washington di trattenere circa 1 milione di dollari adesso e di sospendere i finanziamenti fino al completamento dell’indagine. A margine del Consiglio di sicurezza  l’ambasciatrice Usa all’Onu, Linda Thomas-Greenfield. ha detto ai giornalisti che gli Stati Uniti accolgono favorevolmente la decisione dell’Onu di condurre un’indagine, e che il governo degli Stati Uniti ha contattato Israele per ulteriori informazioni: «Deve essere ritenuto responsabile chiunque abbia partecipato agli attacchi del 7 ottobre, ma sappiamo anche che l’UNRWA svolge un ruolo fondamentale nel fornire assistenza salvavita ai palestinesi. Dobbiamo vedere cambiamenti fondamentali prima di poter riprendere a fornire finanziamenti» e ha presentato le preoccupazioni Usa durante l’incontro con il Segretario generale dell’Onu tenutosi ieri, ma ha anche sottolineato che «Non dovremmo lasciare che queste informazioni minino gli sforzi che l’UNRWA sta facendo per fornire assistenza salvavita. L’agenzia delle Nazioni Unite ha letteralmente salvato migliaia di vite».

Ma le agenzie umanitarie hanno avvertito la comunità internazionale che «Semplicemente, non c’è abbastanza cibo» e molte ONG parlano di un’incombente carestia nell’enclave di Gaza e di nuovi sfollamenti di massa forzati.

Il portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità, Christian Lindmeier, fa notare che «I rifugi, i centri sanitari e tutto il resto vengono forniti a Gaza attraverso l’UNWRA» e ha lanciato un appello ai donatori affinché «Non sospendano i finanziamenti all’UNWRA, in questo momento critico. Tagliare i finanziamenti non farà altro che danneggiare la popolazione di Gaza che ha un disperato bisogno di sostegno. Abbiamo avuto un convoglio che ha cercato di raggiungere l’ospedale Nasser con pazienti, personale sanitario e tutti coloro che avevano bisogno di cibo, ma la popolazione più bisognosa già si è appropriata delle provviste. L’incidente – lungi dall’essere un evento raro – dimostra quanto siano gravi i bisogni. Le malattie tra la popolazione malnutrita di Gaza possono diffondersi a macchia d’olio e questo si aggiungono bombardamenti su bombardamenti e ai crolli. edifici. All’interno dello stesso ospedale Nasser, la situazione è solo peggiorata, con spari, i combattimenti…la difficoltà di accesso per le persone per raggiungere il Nasser o la difficoltà di uscire».

L’Ocha conferma che «Siamo nel mezzo di un’altra ondata di sfollamenti a Gaza, a seguito degli ordini di sgombero di grandi aree residenziali e nel mezzo di intense ostilità. Più persone vengono uccise o ferite. Il sud è sovraffollato e l’accesso umanitario al nord è estremamente limitato».

L’ex capo degli affari legali dell’agenzia, Johan Sufi, ha detto a UN News  che «Senza finanziamenti, l’UNRWA non può svolgere il suo compito di fornire assistenza. Perdendo i finanziamenti, l’agenzia sta sostanzialmente perdendo ogni mezzo per operare. Questo ò significa conseguenze immediate sullo stipendio del suo personale e sulla sua capacità fornire assistenza umanitaria alla popolazione. Il rischio più grave e immediato è per la popolazione: nessun accesso all’acqua, al cibo, all’assistenza medica, a qualsiasi aiuto umanitario, poiché l’UNRWA è il principale fornitore di aiuti. Dato che la Corte Internazionale di Giustizia ritiene che esista un serio rischio di genocidio nella Striscia di Gaza, una delle ragioni è il peggioramento delle condizioni che potrebbe comportare un’ulteriore distruzione fisica di parte della popolazione di Gaza. Questa decisione potrebbe avere conseguenze dirette. Stiamo letteralmente parlando di una questione di vita o di morte».