Guatemala: chiesta la sospensione del Movimiento Semilla che ha vinto le elezioni
In atto un golpe giudiziario per impedire al presidente eletto di sinistra Arévalo di governare?
[29 Agosto 2023]
La Dirección General del Registro de Ciudadanos del Tribunal Supremo Electoral de Guatemala (TSE) ha temporaneamente sospeso il Movimiento Semilla, la coalizione progressista (unica forza di sinistra ammessa alle elezioni) che è arrivata a sorpresa seconda al primo turno e che ancor più sorprendentemente al secondo turno del 20 agosto ha battuto sonoramente le destre coalizzate, facendo eleggere presidente della Repubblica Bernardo Arévalo de León.
Il Registro de Ciudadanos ha deciso di «Sospendere provvisoriamente la personalità giuridica di Semilla, in ottemperanza all’ordinanza giudiziale del giudice penale Freddy Orellana» che accusa la coalizione progressista di aver falsificato la registrazione dei suoi militanti negli anni 2017 e 2018.
La decisione del Registro de Ciudadanos è arrivata lo stesso giorno in cui il Tribunal Supremo Electoral de Guatemala ha ufficializzato i risultati del secondo turno, dove Arévalo ha ottenuto il 60% dei voti validi, prevalendo su Sandra Torres della coalizione di destra Unidad Nacional de la Esperanza che aveva denunciato brogli elettorali per presunte anomalie nel conteggio dei voti, rifiutandosi di riconoscere la sconfitta. I brogli da parte di una coalizione di sinistra sono pura fantapolitica in un sistema totalmente dominato e gestito dalla destra e che aveva permesso la partecipazione al voto di Semilla perché ritenuta “innocua” e utile come foglia di fico democratica in un Paese dove il dominio della destra non sembrava scalfibile e dove i golpe e le frodi elettorali sono la norma.
La sospensione provvisoria di Semilla da parte del Registro de Ciudadanos fa seguito alla decisione del 12 luglio, quando il giudice Fredy Orellana aveva già annullato la personalità giuridica del partito su richiesta del capo della Fiscalía Especial contra la Impunidad (FECI) del Ministerio Público, Rafael Curruchiche. Una decisione iin piena campagna elettorale che aveva sollevato le proteste degli elettori e che era stata revocata poco dopo dalla Corte de Constitucionalidad, che ha garantito a Semilla di poter partecipare al secondo turno.
Ma, alla vigilia del ballottaggio, Curruchiche aveva avvertito che, dopo il voto non erano escluse «Retate, mandati di arresto e richieste di procedimenti cautelari contro alcuni esponenti del Movimiento Semilla» e il 21 luglio ha condotto personalmente una perquisizione nella sede di Semilla a Città del Guatemala, giustificandola come parte della ricerca di prove nel caso di presunte irregolarità nella registrazione dei militanti. Poi Curruchiche ha detto che «Nell’ambito dell’inchiesta sono state accertate più di 1.000 presunte irregolarità», come la registrazione di 18 morti, 319 “inesistenti” e 613 individui con documenti di identificazione personale inventati.
Allora, Arévalo de León, ora presidente eletto, defini l’iniziativa della FECI «La flagrante dimostrazione della persecuzione politica che ho sempre denunciato» e l’iniziativa di Curruchiche è stata condannata dal segretario generale dell’Organización de Estados Americanos (OEA), Luis Almagro, che ha detto che si tratta di «Atti che potrebbero violare lo stato di diritto».
Il puzzo di golpe giudiziario è così forte che il 25 agosto Corte Interamericana de Derechos Humanos (CIDH) ha approvato misure cautelari a favore di Arévalo de León e della sua vice, Karim Herrera Aguilar, perché, in base alle prove fornite, «I loro diritti alla vita e all’integrità personale sono in discussione» è c’è «Un rischio di danni irreparabili in Guatemala».
Anche per il direttore del Centro de Estudios de Guatemala, Sandino Asturias, «La sospensione legale del Movimiento Semilla è illegale e la vittoria di Arévalo è inconfutabile».
Il presidente eletto si era rivolto alla CIDH per chiedere protezione perché è stato «Oggetto di sorveglianza, monitoraggio, campagne diffamatorie e minacce di morte» attraverso i social network, cosa che si è intensificata da quando è diventato uno dei candidati ammessi a competere al secondo turno delle elezioni presidenziali. Ha anche riferito che lo Stato guatemalteco non ha rispettato il suo dovere di offrirci adeguate misure di sicurezza», al punto che sia lui che Herrera viaggiano in veicoli donati che non hanno la blindatura adeguata per proteggerli fisicamente in un Paese dove eliminare i militanti e i leader della sinistra è cosa abbastanza consueta.
La CIDH denuncia anche gli attacchi contro il Movimiento Semilla ed esprime «Preoccupazione per l’ingerenza nel processo elettorale in
Guatemala, in un contesto di mancanza di indipendenza del Pubblico Ministero e del suo Procuratore Generale».
Arévalo ha spiegato che «Il TSE ha verificato ufficialmente i risultati del 20 agosto. Inoltre, c’è la sospensione del Movimiento Semilla, che non ha alcun rapporto con noi, in quanto presidente e vicepresidente eletti. Presenteremo un ricorso di annullamento, dimostrandone l’inefficacia. Da questo momento nulla potrà impedire giuridicamente agli eletti di entrare in carica il 14 gennaio, come prevede la Costituzione».
Ieri Bernardo Arévalo ha convocato una conferenza stampa e ha detto che quella della Dirección General del Registro de Ciudadanos del TSE «E’ una risoluzione illegale a causa della persecuzione giudiziaria condotta dal Pubblico Ministero e dal giudice Fredy Orellana. Il provvedimento giudiziario che sospende il mio Partito è nullo e decadrà da solo. Non ha validità perché secondo la legge elettorale solo il Tribunal Supremo Electoral può ordinare la sospensione di un movimento politico».
La vicepresidente eletta Herrera ha annunciato che oggi il team legale del Movimiento Semilla presenterà un ricorso di annullamento per fermare la sospensione dell’organizzazione politica.
Ma, nonostante i tentativi di magistrati notoriamente legati alla destra e che ne applicano gli ordini politici, il presidente eletto ha definito «Storico il fatto che i magistrati del TSE abbiano ratificato i risultati del 20 agosto. Niente può impedirci legalmente di assumere il nostro incarico il 14 gennaio 2024, come stabilito dalla Costituzione».
Niente se non, come nel passato, un golpe per “stato di necessità” che i potenti amici della destra assassina e cleptocratica guatemalteca faranno ancora una volta finta di non vedere.