Guerra in Ucraina: Guterres chiede una tregua umanitaria per la Pasqua ortodossa
Appello del capo dell’Onu: «Forgiare un percorso verso la sicurezza». Garantire gli aiuti umanitari
[20 Aprile 2022]
Parlando davanti alla scultura in bronzo sulla non violenza, di fronte alla sede delle Nazioni Unite a New York. il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che «Quest’anno, la Settimana Santa ortodossa viene osservata sotto una nuvola di guerra che nega totalmente il messaggio pasquale di unità,» e per questo ha chiesto «Una pausa umanitaria di quattro giorni in Ucraina».
Guterres ha ricordato che tra 4 giorni «Ucraini e russi celebreranno la Pasqua, una festa che unisce nella celebrazione i cristiani ortodossi sia in Russia che in Ucraina, oltre ai cattolici ucraini. La Pasqua è una stagione di rinnovamento, resurrezione e speranza. È un momento di riflessione sul significato della sofferenza, del sacrificio, della morte e della rinascita. Vuole essere un momento di unità. Invece di una celebrazione della nuova vita, questa Pasqua coincide con un’offensiva russa nell’Ucraina orientale. Un’intensa concentrazione di forze e potenza di fuoco continua a rendere la battaglia più violenta, sanguinosa e distruttiva. Inoltre, l’assalto e il terribile bilancio dei civili visti finora potrebbero impallidire in confronto all’orrore che ci attende. Non si può permettere che ciò accada. Centinaia di migliaia di vite sono in bilico».
«Sullo sfondo di molti sforzi in buona fede, falliti da numerose parti per raggiungere un cessate il fuoco in Ucraina», il segretario generale dell’Onu ha chiesto «Una pausa umanitaria di quattro giorni per la Settimana Santa che inizi il Giovedì Santo e si protragga fino alla Domenica di Pasqua, 24 aprile, per consentire l’apertura di una serie di corridoi umanitari. Una pausa umanitaria fornirebbe le condizioni necessarie per soddisfare due imperativi cruciali, a cominciare dal passaggio sicuro di tutti i civili disposti a lasciare le aree di scontro attuale e previsto. Ciò avverrebbe in coordinamento con il Comitato Internazionale della Croce Rossa. In secondo luogo, al di là delle operazioni umanitarie già in corso, una pausa consentirebbe la consegna sicura di aiuti umanitari salvavita alle persone nelle aree più colpite come Mariupol, Kherson, Donetsk e Luhansk. Le Nazioni Unite sono pronte a inviare convogli di aiuti umanitari durante questo periodo in queste località. Stiamo presentando piani dettagliati alle parti».
Durante la drammatica conferenza stampa all’aperto in un luogo così simbolico dell’impotenza dell’Onu e della Comunità internazionale di fronte alla violenza scatenata in Ucraina, Guterres ha dipinto un quadro straziante di «Persone senza cibo, acqua, provviste per curare i malati e i feriti, o semplicemente per vivere alla giornata. Oggi più di 12 milioni di persone hanno bisogno di assistenza umanitaria in Ucraina, con oltre un terzo delle quali che si trova a Mariupol, Kherson, Donetsk e Luhansk. Prevediamo che questa cifra aumenterà a 15,7 milioni, ovvero circa il 40% di tutti gli ucraini rimasti nel Paese».
Per il Capo dell’Onu «C’è una misura di progresso su cui basarsi. Nelle ultime 7 settimane, a circa 2,5 milioni di persone è stata fornita assistenza, di cui molte nell’est. Per tutti questi motivi di vita o di morte, invito russi e ucraini a mettere a tacere le armi e a creare un percorso verso la salvezza per così tanti a rischio immediato. Il periodo pasquale di quattro giorni dovrebbe essere un momento per unirsi per salvare vite umane e promuovere il dialogo per porre fine alla sofferenza in Ucraina».
Ieri il coordinatore dei soccorsi di emergenza dell’Onu, Martin Griffiths ha informato dell’iniziativa di Guterres il Consiglio ucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose, compresi i leader ortodossi, cattolici, protestanti, musulmani ed ebrei e Il segretario generale dell’Onu ha accolto con favore il loro sostegno e ha concluso: «Ispirato dalla Settimana Santa e da tutto ciò che rappresenta, esorto tutte le parti e tutti i paladini della pace nel mondo ad unirsi al mio appello pasquale. Salvare vite. Fermare lo spargimento di sangue e la distruzione. Apriamo una finestra per il dialogo e la pace. Manteniamo fede al significato e al messaggio della Pasqua».
7 settimane dopo l’invasione russa, il World Food Programme (WFP), che ha fornito soccorso ad aree precedentemente inaccessibili come Bucha, Irpin, Hostomel e Borodianka, stima che 6 milioni di persone abbiano bisogno di cibo e assistenza in denaro.
La portavoce del WFP, Shabia Mantoo, evidenzia che «Donne, bambini e disabili continuano a fuggire da tutte le parti dell’Ucraina. E’ fondamentale che le frontiere rimangano aperte a coloro che cercano rifugio. Le ultime cifre che abbiamo sono che dal 24 febbraio circa 4,9 milioni di rifugiati sono in fuga dall’Ucraina. Stiamo guardando con preoccupazione per vedere cosa accadrà, ma è abbastanza allarmante che solo nel giro di poche settimane ci siamo avvicinati a 5 milioni di rifugiati dall’Ucraina , come abbiamo detto fin dall’inizio, con il ritmo di questi spostamenti, questa è la crisi dei rifugiati in più rapida crescita e una delle più grandi a cui stiamo assistendo in Europa dalla seconda guerra mondiale ed è così che continua ad apparire».
Mentre continuano gli sforzi per garantire accordi per l’accesso umanitario a tutte le parti dell’Ucraina, da Leopoli il portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Bhanu Bhatnagar, ha spiegato che «Stiamo facendo tutto il possibile per predisporre gli aiuti e fornire forniture e attrezzature salvavita in aree strategiche. L’Oms ha ora consegnato 218 tonnellate di forniture mediche e di emergenza in Ucraina… 132 tonnellate hanno raggiunto le destinazioni previste nell’est e nel nord del Paese. I generatori diesel sono stati spediti martedì da un magazzino di Leopoli agli ospedali di Kharkiv, Luhansk e Donetsk oblast nell’Ucraina orientale, dove pesanti combattimenti hanno interrotto l’alimentazione. Anche le strutture sanitarie di Mariupol avrebbero dovuto aver ricevuto due generatori e un altro era previsto per Severodonetsk, dove l’alimentazione è limitata o inesistente. Una volta consegnati, i generatori faciliteranno gli interventi chirurgici, su traumi e cure di emergenza, medicina Interna; ostetricia, ginecologia e pediatria e di curare le malattie infettive. Anche un’interruzione momentanea dell’alimentazione di energia potrebbe avere gravi conseguenze per i pazienti, ad esempio quelli che necessitano di ossigeno medico. Sposteremo i generatori alle loro destinazioni finali solo quando saremo in grado di garantire la sicurezza del nostro personale e del prezioso carico che stanno trasportando. Per ora c’erano solo 10 impianti di ossigeno in tutto il Paese che rifornivano ospedali e strutture sanitarie. Gli attacchi all’assistenza sanitaria in Ucraina continuano anche a minacciare la vita di pazienti e professionisti, con un totale di 137 attacchi confermati dal 24 febbraio. Di questi, che abbiamo finora confermato, 132 di hanno avuto un impatto sulle strutture sanitarie, 16 hanno avuto un impatto sui trasporti come le ambulanze, 24 hanno avuto un impatto sul personale, 12 sui pazienti, 27 hanno avuto un impatto sulle forniture e 2 hanno avuto un impatto sui magazzini. Un attacco potrebbe avere impatti multipli su diversi aspetti dell’assistenza sanitaria in Ucraina».
Il WFP ha ribadito l’importanza di garantire un accesso sicuro dentro e fuori la città assediata di Mariupol, dove, secondo Guterres, «Perdura la terribile situazione umanitaria che». Jakob Kern, coordinatore delle emergenze del WFP in Ucraina, ha sottolineato che «Circa un mese fa, si stima che circa 260.000 persone fossero rimaste all’interno di Mariupol, escluso il personale militare ucraino. Ma ora le stime sono comprese tra 100.000 e 150.000. E’ necessario un accesso umanitario duraturo. Mariupol… probabilmente avrebbe bisogno di circa due o tre camion al giorno, quindi… non si tratta di andare con 10 camion una volta al mese, facendo così si tagliano i soccorsi.Quindi, questi processi sono importanti e, come ho detto, è necessario l’accordo da tutte le parti e finora non siamo riusciti a ottenerlo».
In Ucraina il WFP ha mobilitato oltre 60.000 tonnellate di cibo, sufficienti per sostenere due milioni di persone per 2 mesi. Dal 24 febbraio sono state raggiunti 1,7 milioni ucraini con l’assistenza alimentare in natura alle famiglie nelle aree circondate e in conflitto e sono stati attivati 3,6 milioni di dollari in trasferimenti in contanti nelle aree in cui i mercati funzionano. In totale, l’agenzia Onu ha consegnato 113 tonnellate di cibo a famiglie vulnerabili nelle città circondate di Kharkiv, Sumy e Severodonetsk attraverso 4 convogli umanitari Onu, sufficienti per 20.000 persone per 10 giorni. Un’altra delle principali preoccupazioni del WFP è che nel 20% delle aree coltivate dell’Ucraina non ci saranno raccolti a luglio e che l’area di semina primaverile potrebbe essere circa un terzo più piccola del normale. «Al di là della guerra – fanno notare al WFP – la sfida principale per gli agricoltori ucraini è riuscire ad esportare il loro raccolto attraverso i porti meridionali del Paese, ora bloccati o sotto attacco. Se non lo fanno, non ci sarà spazio per immagazzinare il raccolto di questa stagione». E la cosa non riguarda solo l’Ucraina: l’aumento dei prezzi dei generi alimentari legato all’invasione russa e ad altri fattori hanno costretto il WFP a spendere 70 milioni di dollari in più al mese per acquistare la stessa quantità di cibo dell’anno scorso, destinati ad aiuti ai Paesi in via di sviluppo.