Haiti: missione di sostegno internazionale contro le gang (VIDEO)
Ma l’Unicef avverte che la violenza armata mette radici nel “granaio del riso” di Haiti
[4 Ottobre 2023]
Ad Haiti gruppi armati hanno preso il controllo di vaste zone della capitale Port-au-Prince e terrorizzato i civili da più di un anno e il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha deciso di dispiegare una missione di sostegno internazionale per siutare la polizia di Haiti assediata dalla dilagante violenza delle gang. Ma La violenza delle gang armate è solo un elemento della multiforme crisi di Haiti, alle prese con sfide politiche, umanitarie e socioeconomiche. La missione internazionale è stata approvata per un periodo iniziale di 12 mesi, con una revisione dopo 9. Sarà guidata dal Kenya e anche molti dei Paesi vicini di Haiti hanno promesso il loro sostegno.
Haiti era già il Paese più povero e meno sviluppato dell’emisfero occidentale molto prima dell’attuale crisi, ma la situazione dei diritti umani è precipitata ed è segnata da attacchi brutali, tra cui uccisioni indiscriminate e rapimenti contro la popolazione civile. Aumentano le violenze armate e gli attacchi delle gang contro la popolazione e le gang hanno utilizzato i cecchini sui tetti per sparare indiscriminatamente alle persone. I saccheggi di massa e gli incendi di case hanno provocato lo sfollamento di migliaia di persone. Le gang utilizzano la violenza sessuale, compreso lo stupro collettivo, per terrorizzare donne e ragazze. L’emergere di movimenti di vigilantes anti-gang rappresenta un ulteriore livello di complessità in una situazione di sicurezza già molto impegnativa. Le istituzioni nazionali haitiane non sono attrezzate per ristabilire lo stato di diritto. La stabilizzazione della situazione della sicurezza ad Haiti richiederà un sostegno significativo e una riforma della corrotta polizia nazionale.
Stéphane Dujarric, il portavoce del segretario generale dell’Onu António Guterres, ha detto che il capo delle Nazioni Unite ha accolto con favore la decisione e ha ricordato che «La risoluzione non riguardava l’approvazione di una missione delle Nazioni Unite, ma l’United Nations Integrated Office in Haiti (BINUH) sosterrà pienamente la missione di sostegno alla sicurezza multinazionale, entro i limiti del suo mandato, della politica di due diligence sui diritti umani e nel pieno rispetto di le decisioni prese dallo Stato haitiano. In attesa del dispiegamento di questa missione, le Nazioni Unite continueranno a collaborare strettamente con le autorità haitiane, in particolare a sostegno della polizia, del sistema penitenziario e giudiziario e del processo elettorale».
Maria Isabel Salvador, a capo della BINUH, ha definito la decisione del Consiglio di sicurezza «Un passo positivo e decisivo per portare pace e stabilità nel Paese. Questa decisione fa seguito ad un lungo appello del governo haitiano, trasmesso dal Segretario Generale delle Nazioni Unite, basato sulla constatazione che il Paese non uscirà dall’attuale situazione di sicurezza senza un forte sostegno internazionale alla polizia nazionale haitiana. Con Haiti alle prese con molte crisi, esorto i leader politici a cogliere l’occasione per affrontare le sfide che il Paese e la sua popolazione si trovano ad affrontare».
Ma l’Unicef lancia un nuovo allarme: «La violenza incontrollata nella capitale haitiana si intensifica ad Artibonite, la principale regione di coltivazione del riso del Paese, terrorizzando bambini e famiglie e distruggendo mezzi di sussistenza in un’epidemia di fame, malnutrizione e colera senza precedenti»
Secondo l’Unicef, «Gli ultimi dati disponibili mostrano che tra maggio e giugno 2023, almeno 60 persone sono state uccise o ferite in scontri per il territorio e le risorse tra gruppi armati, rispetto alle 4 nello stesso periodo dell’anno scorso. Quasi la metà dei 298 rapimenti avvenuti in tutto il Paese durante questo periodo hanno avuto luogo a Bas Artibonite, o nella parte inferiore di Artibonite, coinvolgendo principalmente civili che viaggiavano sui trasporti pubblici. In un attaccoio, 15 donne dirette al mercato sarebbero state rapite e violentate. Più di 100 scuole hanno chiuso i battenti a causa dell’insicurezza e solo una struttura sanitaria su quattro nell’intero dipartimento rimane accessibile per motivi di sicurezza. Circa un terzo della popolazione, di cui quasi la metà sono bambini, ha oggi bisogno di assistenza umanitaria».
Violenze brutali, come quelle a Port-au-Prince, hanno costretto le famiglie a fuggire e interrotto la produzione di riso e di altri prodotti agricoli vitali per l’economia. A giugno sono state sfollate più di 22.000 persone, rispetto alle meno di 10.000 di aprile. La maggior parte ha cercato rifugio nelle comunità ospitanti, mentre centinaia si stanno rifugiando in spazi precari e improvvisati, con scarso accesso ai servizi di base o alla protezione dai gruppi armati.
La direttrice generale dell’Unicef, Catherine Russell, ha detto che «Nessun essere umano, per non parlare di nessun bambino, dovrebbe mai dover affrontare una brutalità, una privazione e un’illegalità così scioccanti. La situazione attuale è semplicemente insostenibile. Il sistema umanitario, compresa l’Unicef, sta fornendo e intensificando la risposta, ma abbiamo bisogno del sostegno della comunità internazionale per raggiungere i bambini e le famiglie haitiani che in questo momento hanno un disperato bisogno di aiuto».
Haiti è tra i primi 5 Paesi al mondo per casi di colera registrati tra il 20 luglio e il 31 agosto, e Artibonite è stata l’area più colpita in assoluto. Gli operatori umanitari affermano che «L’insicurezza ha reso estremamente difficile, se non impossibile, l’accesso a 6 dei 17 comuni del dipartimento, tra cui Saint Marc, Verrettes e Petite Rivière, con focolai di colera dove alcune famiglie sono praticamente assediate dalla violenza. Due dei tre principali impianti di trattamento dell’acqua ad Artibonite hanno chiuso per motivi di sicurezza, e il terzo sta affrontando problemi di distribuzione. La combinazione di crescente insicurezza, accesso limitato ai servizi sanitari essenziali, all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e colera rappresenta una minaccia particolarmente mortale per i bambini malnutriti. Si prevede che quest’anno almeno 115.000 bambini ad Haiti soffriranno di malnutrizione potenzialmente letale, un aumento del 30% rispetto al 2022. Ad Artibonite, si stima che il numero di bambini che necessitano di cure salvavita è più che raddoppiato dal 2020».
La diffusione della violenza da Port-au-Prince ad Artibonite sta esacerbando un’emergenza umanitaria già critica e l’Unicef avverte che «Più di 5 milioni di persone, tra cui la cifra record di 3 milioni di bambini, avranno bisogno di assistenza umanitaria nel 2023. Quasi 5 milioni di persone soffrono di fame acuta».
In collaborazione con i suoi partner, l’Unicef sta aiutando più di 150.000 persone ad Artibonite, in particolare attraverso una campagna di vaccinazione contro il colera, e ha fornito a 350.000 persone acqua potabile, compresse di cloro e kit sanitari, e ha ripristinato fonti d’acqua danneggiate. Quest’anno sono stati sottoposti a screening per la malnutrizione più di 32.100 bambini, di cui più di 3.400 hanno ricevuto alimenti terapeutici pronti all’uso, essenziali per la loro sopravvivenza, che l’Unicef sta acquistando per l’intero Paese.
Decine di operatori sanitari sono stati impiegati per sostenere il sistema sanitario in difficoltà; 100 strutture sanitarie dotate di attrezzature per la catena del freddo e 40 asili nido dotati di kit solari. Le scuole e gli studenti delle zone colpite dalla violenza hanno ricevuto più di 13.600 kit; e centinaia di famiglie più vulnerabili ricevono assistenza in denaro per aiutarle a continuare gli studi.
Ma i finanziamenti insufficienti sono un grosso problema e il Piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per il 2023 è finanziato per poco più di un quarto e l’Unicef ha ricevuto solo il 20% del suo appello di 246 milioni di dollari per il 2023.
I problemi di Haiti non si risolveranno rafforzando la polizia in uno Stato fallito e fantasma, ma ridando sicurezza, dignità e cibo alla sua gente.