I rifugiati nella tempesta perfetta: crescono i bisogni, aumenta la fame, mancano i finanziamenti
Il WFP costretto a tagliare ancora le razioni alimentari, sempre più persone rischiano di morire di fame mentre il mondo brucia risorse nella guerra
[20 Giugno 2022]
In occasione della Giornata mondiale del rifugiato, il World Food Programme (WFP), ha annunciato che « Per il moltiplicarsi dei bisogni umanitari in tutto il mondo e con i finanziamenti che faticano a tenere il passo, sono imminenti ulteriori tagli alle razioni alimentari dei rifugiati». E ricorda che era già stato costretto a ridurre significativamente le razioni ai rifugiati nei suoi interventi e che «I tagli alle razioni fino al 50% stanno colpendo i tre quarti di tutti i rifugiati assistiti dal WFP in Africa orientale. I più colpiti sono i rifugiati che vivono in Etiopia, Kenya, Sud Sudan e Uganda».
Inoltre, l’agenzia Onu Premio Nobel per la Pace ricorda che «I gravi problemi di finanziamento per l’Africa occidentale, dove i livelli di fame hanno raggiunto il record degli ultimi dieci anni, hanno costretto il WFP a ridurre considerevolmente le razioni per i rifugiati che vivono in Burkina Faso, Camerun, Ciad, Mali, Mauritania e Niger. Il WFP assiste in media 500.000 rifugiati nell’Africa meridionale ogni anno. Nonostante il generoso sostegno dei donatori, le risorse restano insufficienti per soddisfare i bisogni fondamentali delle famiglie di rifugiati e sono previste interruzioni imminenti in Angola, Malawi, Mozambico, Repubblica del Congo, Tanzania e Zimbabwe».
Il direttore esecutivo del WFP, David Beasley,. È sempre più preoccupato: «Con la fame globale che cresce ben oltre le risorse disponibili per sfamare tutte le famiglie che hanno un bisogno disperato dell’aiuto del WFP, siamo costretti a prendere la decisione straziante di tagliare le razioni di cibo ai rifugiati che contano su di noi per sopravvivere. Senza nuovi fondi urgenti a sostegno dei rifugiati – tra i gruppi più vulnerabili e dimenticati del mondo – molti a rischio fame saranno costretti a pagare con la vita».
A causa della mancanza di finanziamenti – e mentre il mondo brucia armi nell’ennesima guerra per le energie e le risorse – il WFP ricorda che «Deve dare priorità all’assistenza per garantire che il cibo vitale raggiunga in primo luogo le famiglie più vulnerabili. Sono decisioni dolorose che molto spesso lasciano i rifugiati privi di sostegno proprio quando l’assistenza alimentare fa la differenza tra la vita e la morte».
Intanto una delle cause di questa terrificante situazione umanitaria, la guerra in Ucraina, produce a sua volta profughi e il WFP fa un bilancio: «Mentre il WFP è costretto a ridurre le razioni per i limitati finanziamenti, quest’anno si sono registrati ulteriori 6 milioni di rifugiati dall’Ucraina. In risposta alla crisi, il WFP in Moldova ha consegnato quasi 475.000 pasti caldi alle famiglie colpite dal conflitto in 31 diverse località. Secondo gli ultimi dati diffusi dall’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), nel 2021 il 67 per cento dei rifugiati e dei richiedenti asilo proveniva da paesi con crisi alimentari. Sono queste, insieme ai conflitti devastanti e agli shock climatici, che stanno colpendo più duramente i rifugiati. Mentre i bisogni immediati dei rifugiati rimangono la principale preoccupazione del WFP, ora più che mai c’è anche bisogno di investimenti sostenuti in programmi che promuovano l’autosufficienza delle popolazioni rifugiate. Il WFP, insieme a partner e governi, sta lavorando per costruire e sostenere programmi di sostentamento e resilienza per i rifugiati. Nel 2021, il WFP ha assistito quasi 10 milioni di rifugiati in tutto il mondo».