Infanzia rubata e un futuro da riparare: aumentano le gravi violazioni contro i minori nei Paesi in guerra

Rapporto Onu: la vulnerabilità dei minori aggravata dal Covid-19. Rapimenti +90%, violenze sessuali +70%

[22 Giugno 2021]

Secondo il rapporto “A Stolen Childhood and a Future to Repair: Vulnerability of Girls & Boys in Armed Conflict Exacerbated by COVID-19 Pandemic” pubblicato dall’Onu, «Il 2020 è stato particolarmente cupo per i bambini colpiti dai conflitti, con oltre 19.300 ragazzi e ragazze che hanno subito una o più gravi violazioni contro di loro. Il numero complessivo di violazioni gravi è rimasto allarmante a 26.425». Un numero di bambini che include le vittime delle quattro violazioni individuali più diffuse: reclutamento e utilizzo, uccisione e mutilazione, stupro e altre forme di violenza sessuale e rapimenti, ma non include i bambini colpiti da attacchi a scuole e ospedali e la negazione dell’accesso umanitario.

A peggiorare le cose, l’impatto della pandemia globale di COVID-19 ha messo a dura prova i bambini in situazioni di conflitto armato e ha complicato gli sforzi delle Nazioni Unite per raggiungere i più bisognosi. La pandemia ha aumentato la vulnerabilità dei bambini al rapimento, al reclutamento e all’uso, alla violenza sessuale e agli attacchi a scuole e ospedali, mentre l’isolamento e le misure messe in atto per combattere la pandemia hanno anche complicato il lavoro degli osservatori e degli esperti di protezione dell’infanzia delle Nazioni Unite, come dettagliato nello studio “Impact of the COVID-19 pandemic on violations against children in situations of armed conflicti”  dell’Ufficio del Rappresentante speciale del Segretario generale per i bambini e i conflitti armati pubblicato a maggio

Presebntando il nuovo rapporto Virginia Gamba, rappresentante speciale del segretario generale dell’Onu per Children and Armed Conflict (CAAC), ha evidenziato che «Nel 2020, le guerre degli adulti hanno portato via di nuovo l’infanzia a milioni di ragazzi e ragazze. Questo è completamente devastante per loro, ma anche per le intere comunità in cui vivono, e distrugge le possibilità di una pace sostenibile. Non possiamo cancellare il passato, ma possiamo lavorare collettivamente per ricostruire il futuro di questi bambini, il nostro futuro; mettendo la forza di volontà, gli sforzi e le risorse per porre fine e prevenire gravi violazioni contro i bambini, e sostenendo il loro reinserimento sostenibile e costruendo un futuro libero da conflitti per tutti».

Nel 2020, le violazioni più diffuse sono state il reclutamento e il loro utilizzo, nonché l’uccisione e la mutilazione di bambini, seguite a breve distanza dalla negazione dell’accesso umanitario e dal rapimento di bambini. Nelle guerre in corso nel mondo sono stati uccisi o mutilati più di 8.400 bambini/e, con Afghanistan, Siria, Yemen e Somalia che hanno avuto il numero più alto di vittime. Il reclutamento e l’utilizzo di bambini armati sono proseguiti, con quasi 7.000 bambini colpiti nel 2020, con la maggior parte dei casi verificatisi nella Repubblica democratica del Congo (Rdc), Somalia, Siria e Myanmar.

Nel 2020 le violazioni contro i minori  a crescere maggiormente sono state i rapimenti, con il +90%, e lo stupro e altre forme di violenza sessuale che sono aumentate del 70%. Inoltre, gli attacchi a scuole e ospedali sono rimasti elevati, compresi i gravi attacchi perpetrati contro l’istruzione delle ragazze e contro le strutture e il personale sanityario. Anche l’utilizzo militare delle scuole ha visto un aumento, in particolare legato alla pandemia e alla chiusura temporanea delle scuole, rendendole facili bersagli per l’occupazione e l’utilizzo militare.

Nel 2020, un minore su quattro vittima di gravi violazioni erano ragazze. Le ragazze sono state per lo più colpite da stupri e altre forme di violenza sessuale (il 98% di tutte le vittime erano ragazze) seguite da uccisioni e mutilazioni. La Gamba sottolinea che «Se i ragazzi e le ragazze vivono i conflitti in modo diverso e richiedono interventi per rispondere meglio ai loro bisogni specifici, i dati hanno anche mostrato che il conflitto non si differenzia in base al genere».

Le guerre nelle quale i ragazzi   e le ragazze sono stati i più colpiti sono rimaste le stesse: Somalia, Rdc, Afghanistan e Siria, Paesi che da soli rappresentano anche quasi il 60% di tutte le violazioni accertate nel 2020 che interessano entrambi i sessi. Per la Gamba è «Anche profondamente preoccupante che molti attacchi violenti contro le scuole avevano l’obiettivo specifico di impedire alle ragazze di ricevere un’istruzione».

Mentre la pandemia di Covid-19 ha compromesso l’impegno a porre fine e prevenire gravi, si sono comunque registrati progressi tangibili nei dialoghi con le parti in conflitto in Afghanistan, Repubblica Centrafricana, Nigeria, Filippine, Sud Sudan e Siria. Complessivamente, nel 2020 sono stati assunti dalle parti in conflitto più di 35 nuovi impegni o forme di impegno per proteggere meglio i bambini, inclusi due nuovi piani d’azione firmati in Myanmar e in Sud Sudan.

Inoltre, nel 2020 più di 12.643 bambini sono stati rilasciati da gruppi e forze armate in seguito all’impegno dell’Onu Unite con le parti in conflitto. Molti più bambini sono stati ulteriormente risparmiati dal reclutamento attraverso l’implementazione di processi di screening dell’età in situazioni in cui l’Onu ha piani d’azione con i governi per fermare il reclutamento e l’utilizzo dei bambini.

L’Onu fa notare che «Considerando che le capacità di protezione dei bambini sul campo sono sovraccariche e con risorse insufficienti, si tratta di un’impresa considerevole. La pandemia ha sottolineato che le unità dedicate alla protezione dell’infanzia sul campo sono cruciali per monitorare le violazioni contro i bambini, impegnarsi con le parti, sostenere il rilascio dei bambini, sviluppare piani d’azione e fornire assistenza tecnica alle parti». La Gamba aggiunge che «Il coinvolgimento con le parti può essere un compito complesso, ma è assolutamente fondamentale per garantire una migliore protezione efficace per i bambini, sia ora che a lungo termine. Lodo il lavoro dei protagonisti della protezione dell’infanzia sul campo per il loro lavoro dedicato durante la pandemia di Covid-19, in ambienti difficili. Se puntiamo a raggiungere più bambini e a prevenire le violazioni contro di loro, dobbiamo garantire le risorse per la protezione dell’infanzia e aumentarle»

Date le numerose battute d’arresto nei processi democratici all’inizio del 2021 – in alcuni contesti – come in Myanmar  – e l’aumento della violenza tra le parti in conflitto, l’Annual Report on Children and Armed Conflict 2020 del Segretario generale dell’Onu sui bambini e sui conflitti armati arriva in un momento di estrema sofferenza per i bambini e la Gamba conclude con una supplica rivolta alla comunità internazionale: «Questa è un’occasione per fermarsi a riflettere sulla sofferenza che stiamo causando ai nostri figli, che sono il nostro futuro. Dobbiamo dare ai bambini un’alternativa alla violenza e agli abusi: abbiamo bisogno di pace, rispetto dei diritti dei bambini e democrazia. Abbiamo bisogno di speranza in un buon governo. Dobbiamo agire per costruire un futuro in cui prevalga la pace. Per favore, date ai bambini quell’alternativa».