Israele dichiara Lula persona non grata. Ma anche per l’Unione Africana Israele stermina il popolo palestinese
Amazzonia e bacino del Congo.: Brasile e Africa players chiave nell’agenda climatica
[19 Febbraio 2024]
Il ministro degli esteri israeliano Israel Katz ha dichiarato il presidente del Barsile «Persona non grata» dopo che Luiz Inácio Lula da Silva aveva detto che «Quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza non è una guerra, ma un genocidio».
Durante una conferenza stampa in occasione della sua visita ad Addis Abeba per partecipare 37esimo Summit dell’Unione Africana, il presidente brasiliano ha sottolineato che «Quel che sta accadendo al popolo palestinese nella Striscia di Gaza non è esistito in nessun altro momento storico. Non è una guerra tra soldati e soldati, ma una guerra tra un esercito altamente preparato e donne e bambini In realtà, è qualcosa che è esistito quando Hitler decise di uccidere gli ebrei». Inoltre, durante il suo discorso al vertice africano, il presidente brasiliano ha evidenziato che «La soluzione a questa crisi sarà duratura solo se ci muoviamo rapidamente verso la creazione di uno Stato palestinese libero e sovrano. Uno Stato palestinese riconosciuto come membro a pieno titolo delle Nazioni Unite. Un’Onu rafforzata e con un Consiglio di sicurezza più rappresentativo, senza Paesi con diritto di veto e membri permanenti dell’Africa e dell’America Latina».
Il governo israeliano si è trovato davanti a qualcosa di molto più pesante di uno “Stop al genicidio” detto da un cantante a San Remo e a reagito dicendo che Lula non sarà il benvenuto in Israele finché non ritirerà le sue dichiarazioni de Katz ha avvertito: «Non dimenticheremo né perdoneremo. E’ un grave attacco antisemita. A nome mio e dei cittadini israeliani, dite al presidente Lula che è persona non grata in Israele finché non ritratta».
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha bollato come «Vergognose e gravi», le parole di Lula e ha annunciato che «Ho deciso di convocare immediatamente l’ambasciatore del Brasile per esprimergli immediatamente il nostro biasimo».
Un biasimo e un bando che Israele dovrebbe estendere a tutta l’Unione africana, visto che il summit di Addis Abeba ha dichiarato che gli israeliani «Stanno sterminando il popolo palestinese» e il segretario generale della Lega degli Stati arabi e il primo ministro palestinese hanno sottolineato le preoccupazioni per la pace e la sicurezza, chiedendo «Un cessate il fuoco immediato nella guerra in corso tra Israele e Palestina».
Lula non sembra essere per niente intimidito dalle reazioni israeliane e, fra gli applausi dei leader africani (gli stessi sui quali conta Giorgia Meloni per attuare il Piano Mattei) ha detto che «La lotta africana ha molto in comune con le sfide e la lotta del popolo brasiliano. Più della metà dei 200 milioni di brasiliani si riconoscono come discendenti afro. Noi, africani e brasiliani, dobbiamo tracciare il nostro percorso nell’emergente situazione internazionale. La storia della cooperazione tra Brasile e Africa comprende iniziative mirate alle tecniche di produzione agricola nelle regioni semiaride, alla condivisione di esperienze nei biocarburanti, all’irrigazione agricola su piccola scala, all’alimentazione scolastica, ai servizi igienico-sanitari di base e alla gestione sostenibile delle foreste. Lo sviluppo non può continuare ad essere un privilegio per pochi. Solo un progetto sociale inclusivo ci permetterà di eleggere società nostre, libere, democratiche e sovrane. Non ci sarà stabilità né democrazia con fame e disoccupazione. Il Brasile vuole crescere insieme al continente africano. Il Sud del mondo sta diventando una parte inevitabile della soluzione alle principali crisi che affliggono il pianeta. Lavoreremo insieme per rendere l’Africa un continente indipendente nella produzione di cibo e di energia pulita e rinnovabile. Ci sono 400 milioni di ettari sparsi in più di 25 Paesi, con il potenziale per rendere questo continente un grande granaio per il mondo, consentendo politiche per combattere la fame e produrre energia alternativa, compresi i biocarburanti»
Il presidente brasiliano ha inoltre sottolineato che «Il clima è una priorità fondamentale in vista della COP 30 che ospiterà il Brasile. La nostra priorità include anche la salute del nostro pianeta. L’urgente necessità di proteggere le due più grandi foreste pluviali tropicali del mondo, situate nei bacini dell’Amazzonia e del Congo, ci posiziona come players chiave nell’agenda climatica. Riaccendere il rapporto del Brasile con l’Africa implica recuperare i nostri legami storici e svolgere un ruolo significativo nel plasmare un nuovo ordine globale, più equo e solidale. Ancora più importante, apre la strada per unirci nell’affrontare le prossime sfide».