La Francia divisa da 21.000 voti tra Macron e sinistra unita rosso/verde

Il miracolo di una sinistra rinata a sinistra. Ma al secondo turno decideranno gli elettori di destra e estrema destra

[13 Giugno 2022]

Sono solo 21.000 voti su 23 milioni di elettori che alla fine in Francia hanno diviso al primo turno la maggioranza presidenziale di “Ensemble!”, egemonizzata da République En Marche di Emmanuel Macron, dalla coalizione rosso/verde della Nouvelle Union populaire écologique et sociale (Nupes) guidata da Jean-Luc Mélenchon e composta da La France Insoumise, Parti communiste français, Parti socialiste, Europe Écologie Les Verts e altri partiti e movimenti ambientalisti e di sinistra. Infatti, Macron e i suoi alleati hanno ottenuto il 25,75% dei voti, contro il 25,66% di Nupes e al secondo turno ci saranno 8 sfide triangolari con il Rassemblemant Nationale di Marine Le Pen   che si è fermato al 18,7%, mentre gli ex gaullisti di Les Républicains e i loro alleati di centro-destra sono ormai ridotti al 10,4%.

La sinistra che in Francia sembrava morta è rinata spostandosi a sinistra, riunendo le sue anime disperse e facendo proprie le istanze ecologiste con un’alleanza strutturata con i Verdi, ma Macron ha subito lanciato un appello alla destra a impedire che la sinistra vada al governo, scordandosi subito del fatto che il voto della Sinistra gli ha consentito di vincere al secondo turno contro Marine Le Pen in nome di un’unità repubblicana e antifascista che ora ha già messo da parte. E comunque i macronisti al secondo turno dovranno scegliere nei collegi dove in testa ci sono Nupes e la destra della Le Pen.

E Macron in campagna elettorale non aveva fatto molto per lasciarsi una porta aperta al secondo turno, infatti ha detto che «Il progetto di Jean-Luc Mélenchon o di Marine Le Pen, è il disordine e la sottomissione». Questo non ha evitato che nell’ Hérault, Gard e Pirenei Orientali, diversi candidati della maggioranza presidenziale non siano passati al primo turno, mentre quelli di Nupes  affronteranno al secondo turno quelli del Rassemblemant Nationale e l’alleanza di sinistra si è ripresa un po’ in tutta la Francia quelle che un tempo erano le roccaforti del Partito Socialista e ha sfondato in diverse circoscrizioni del sud dove prevalevano i lepenisti. Ma anche l’estrema destra può sognare di eleggere nuovi deputati al secondo turno grazie ai voti dei centristi contro la sinistra.

Ma la nuova sinistra rosso/verde francese vuole giocarsi le sue carte fino in fondo e Jérôme Guedj, candidato di Nupes in testa ad Essonne, davanti alla ministro Amélie de Montchalin, ha detto che «Il secondo turno delle elezioni è in molte circoscrizioni un referendum a favore o contro Emmanuel Macron». Poi ha evidenziato la forza della coalizione rosso/verde: «E’ allo stesso tempo la possibilità di avere un programma che ha riacceso la speranza della sinistra. Lo abbiamo visto nelle dinamiche dei Nupes ovunque in Francia».

Mélenchon ha evidenziato che Nupes si è qualificata al secondo turno in più di 500 circoscrizioni. Jean-Luc Mélenchon, ha sottolineato che si tratta della prima volta in cui il  Partito di un presidente eletto viene sconfitto alle elezioni legislative e ha chiesto ai francesi di andare a votare in massa al secondo turno «Per respingere i progetti disastrosi della maggioranza di Macron: pensionamento a 65 anni, lavoro forzato per la RSA, gli 80 miliardi prelevati dal bilancio dello Stato per tornare al 3% di deficit, l’equivalente dell’intero bilancio della Ministero dell’istruzione e ministero dell’interno» e ha denunciato il progetto di un aumento dell’Iva per finanziare il progetto presidenziale di Macron.

Mélenchon ha lanciato un appello ai giovani e alle masse popolari così duramente colpite da 30 anni di neoliberismo. »Un appello ad uscire per spalancare le porte di un futuro libero da ogni dominio, per aprire un progetto di armonia tra l’essere umano e la natura». E ha ricordato che se diventerà primo ministro della Francia potranno essere varati provvedimenti come il salario minimo a 1.500 euro netti, il congelamento dei prezzi, la pensione a 60 anni, e l’assunzione di 800.000 dipendenti con contratti di servizio pubblico.

Mélenchon ha sottolineato che, grazie allo storico accordo della Nupes, la coalizione rosso/verde  è diventata la principale forza politica della Francia, ma che «Ora resta da fare la seconda parte del viaggio». Quel che è certo è che Macron, in caso di vittoria, avrà a che fare con una minoranza parlamentare molto più numerosa e molto meno malleabile e collaborativa di quella che ha avuto durante il suo primo mandato presidenziale.

Alla fine ci potrebbe essere addirittura una comunanza di interessi tra sinistra e destra lepenista per impedire a Macron di prendersi la maggioranza in Parlamento e allora Macron sarebbe un’anatra zoppa, con un governo rosso/verde e rappresenterebbe come presidente una minoranza di un quarto di francesi. Una situazione paradossale dove due coalizioni al 25% si spartirebbero il potere da separati in casa mentre l’altra metà della Francia si asterrà ancora di più o voterà macronisti e sinistra per antipatia o vendetta verso qualcun altro. Miracoli del secondo turno e di un maggioritario forzato che sta minando la rappresentatività democratica, creando governi del meno peggio e mal tollerati dalla maggioranza appena si insediano. Si voleva garantire la governabilità e si sta mettendo benzina sul fuoco del conflitto e dell’esclusione.

Una democrazia senza rappresentanza e rappresentanti che qualcuno vorrebbe importare anche in Italia, non contento del deserto elettorale e politico causato dal maggioritario all’italiana. Con conseguenze che abbiamo visto all’opera anche con il disastroso risultato dei referendum sulla giustizia e con l’ennesimo calo di votanti alle elezioni comunali.