La guerra tra Armenia e Azerbaigian per il Nagorno Karabakh è già internazionale

Iran e Russia: partecipano gruppi jihadisti siriani alleati della Turchia. La Russia pronta a intervenire se verrà attaccata direttamente l’Armenia

[8 Ottobre 2020]

Il 6 ottobre il ministero della difesa dell’Armenia ha annunciato che le forze dell’Azerbaigian hanno lanciato un attacco in grande stile nel sud del Nagorno Karabakh, un territorio appartenente all’Azerbaigian ma autoproclamatosi indipendente e di fatto annesso all’Armenia insieme a territori azeri.

Gli Armeni dicono che «Il nemico ignora la sicurezza del vicino territorio dell’Irane» e in effetti il ministero degli esteri di Teheran ha inviato lettere di protesta sia all’Azerbaigian che all’Armenia accusando la forze armate di entrambi i Paesi vicini di aver violato i  confini iraniani.

Il portavoce del ministero degli esteri della Repubblica islamica dell’Iran ha denunciato l’esplosione di alcuni missili in territorio iraniano e ha aggiunto: «Abbiamo esortato ambedue gli schieramenti a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale dell’Iran, tenendo in considerazione i rapporti di amicizia e il principio di vicinanza pacifica, ma anche ad adottare tutte le misure necessarie al fine di prevenire il verificarsi di simili e disdicevoli incidenti».

Sulla situazione nel Nagorno Karabakh è intervenuto anche il presidente iraniano Hassan Rouhani, che ha definito «Inammissibile il trasferimento di terroristi provenienti dalla Siria in aree che si trovano vicine al confine iraniano».  Un’accusa rivolta direttamente alla Turchia che appoggia militarmente l’offensiva azera anche con mercenari jihadisti siriani.

Anche Sergei, il capo dei servizi segreti russi per l’estero (SVR), ha denunciato ufficialmente con un comunicato stampa «La presenza di gruppi estremisti nel conflitto armeno-azero del Nagorno Karabakh. Il crescente confronto nel Karabakh attrae come un iman militanti di diversi gruppi terroristici internazionali. Nella zona degli scontri si concentrano attivamente mercenari di formazioni  terroristiche internazionali che combattono in Medio Oriente».

Secondo Narishkin, i jihadisti apparterrebbero al Fronte al-Nusra, Firqat al-Hamza e alla Divisione Sultan Murad, tutte milizie islamiste siriane pagate e armate dalla Turchia nella guerra contro i Kurdi della Siria nord-orientale. E la SVR si è detta preoccupata  «Per la possibilità che questi gruppi armati estremisti, una volta installatisi nella regione del sud del Caucaso, entrino in Russia, così come in altre nazioni vicine».

Il presidente iraniano Rouhani ha anche sottolineato che «Sarà ora necessario compiere il massimo dello sforzo al fine di prevenire la deriva del conflitto tra Azerbaigian e Armenia in una guerra su scala regionale» e ha invitato «le terze parti ad astenersi dall’appiccare le fiamme della guerra». Il ministro degli esteri dell’Armenia ha sottolineato che l’offensiva azera «E’ stata lanciata durante la visita del ministro degli esteri della Turchia a Baku e qualche ora dopo l’annuncio dell’importanza di un cessate il fuoco fatto dai ministri degli esteri dei Paesi co-presidenti dell’Ocse».

In molti temono che la guerra tra Baku ed Erevan possa coinvolgere direttamente l’Iran e Israele . Infatti, l’Azerbaigian musulmano ha stretti legami con Israele, mentre l’Iran è storicamente alleato dell’Armenia cristiana.

Se la Turchia resta il principale alleato dell’Azerbaigian contro l’Armenia, difesa storicamente dai russi, nell’intricata partita degli equilibri etnico-religiosi del Caucaso Israele e Iran giocano un ruolo sempre maggiore: Teheran è legata  Erevan per le forniture di gas in cambio di elettricità, mentre Israele fornisce a Baku armi in cambio di petrolio e  cerca di utilizzare il territorio azero come base avanzata della sua guerra non (ancora) dichiarata all’Iran.

Il ministro della difesa iraniano, il generale di brigata Amir Hatami, dopo aver visitato l’area di confine con Armenia e Azerbaigian, ha avvertito i governi dei due Paesi in guerra che «La sicurezza delle frontiere dell’Iran è una questione politica vitale che è di estrema importanza per le forze armate iraniane che sono in grado di difendere il territorio nazionale».

L’Iran ha anche preparato un dettagliato piano di pace per aiutare a risolvere il conflitto azero-armeno nel Nagiorno Karabakh, mantenendo un’equidistanza tra le due parti in conflitto.

La scorsa settimana, il presidente Usa  Donald Trump, il presidente francese Emmanuel Macron e quello russo Vladimir Putin hanno chiesto «Un’immediata cessazione delle ostilità tra le forze militari». Russia, Stati Uniti e Francia sono presidenti del gruppo di Minsk dell’OSCE, che ha il compito di porre fine il conflitto armeno-azero. Ma ormai sembra guerra totale e le autorità del Nagorno Karabakh e dell’Armenia dicono che il 505 della popolazione della regione contesa, tra le 70.000 e le 75.000 persone – il 90% donne e bambini – sono state costrette a fuggire dalle loro case. In Armenia ci sono Già decine di migliaia di rifugiati, fuggiti soprattutto dopo il bombardamento di Stepanakert la capitale del Nagorno Karabakh.

Una situazione che ha indotto Putin a rompere gli indugi. Il presidente russo ha definito «Una tragedia» quel che sta succedendo nel Nagorno Karbakh  è ha espresso sua volontà di onorare il trattato di mutua difesa di lunga data della Russia con l’Armenia. Nell’intervista televisiva a  Rossiya, Putin ha ricordato in Russia vivono 2 milioni di armeni e più di che due milioni di azeri e oltre due milioni di armeni «un numero enorme di cittadini russi mantiene relazioni strette, amichevoli e persino familiari con entrambe le repubbliche. Questa è una tragedia. Siamo molto preoccupati, perché Azerbaigian, Armenia e Nagorno Karabakh sono tutti territori abitati da persone che non ci sono estranee».

Anche se la Russia agisce in veste ufficiale di mediatore del conflitto armeno-azero, Erevan e Mosca sono ufficialmente alleate nell’Organizzazione del Trattato di sicurezza collettiva (CSTO) a quale aderiscono anche Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan e, secondo questo accordo, l’aggressione contro un Paese membro del CSTO è considerata come un’aggressione contro tutti i Paesi aderenti. Quindi, se l’Azerbaigian attaccasse direttamente il territorio dell’Armenia, la Russia sarebbe obbligata a intervenire.

E putin lo ha confermato in televisione: «Come sapete, l’Armenia è membro della CSTO e abbiamo determinati obblighi nei confronti dell’Armenia in base a questo accordo. Con nostro grande rammarico, i combattimenti sono ancora in corso, ma non vengono condotti sul territorio dell’Armenia. La Russia continuerà ad adempiere a tutti i suoi obblighi ai sensi del trattato e ha esortato Yerevan e Baku a concordare un cessate il fuoco».