La migrazione della nuova Africa: guerre e crescenti shock climatici

La migrazione avviene principalmente all’interno del continente africano, non oltre i suoi confini

[27 Marzo 2024]

Secondo il nuovo “Africa Migration Report (Second edition) – Connecting the threads: Linking policy, practice and the welfare of the African migrant”, pubblicato dell’ International Organization for Migration (IOM) e dalla Commissione dell’Unione Africana (AUC), «nel 2022, conflitti e violenza restavano le principali cause di sfollamenti e spostamenti nell’Africa sub-sahariana, esacerbati dai crescenti shock e rischi climatici».

La seconda edizione dell’African Migration Report  si basa sui risultati della prima edizione, “Challenging the Narrative”, pubblicata nel 2020, che aveva rivelato che «Contrariamente alla credenza popolare, la migrazione interna nel continente supera la migrazione esterna».

Il nuovo rapporto, evidenzia che «La migrazione avviene principalmente all’interno del continente africano, piuttosto che oltre i suoi confini»  e sottolinea anche «Le interconnessioni tra i fattori migratori in Africa, comprese le disparità economiche, l’instabilità politica e gli impatti dei cambiamenti climatici. La prolungata siccità nel Corno d’Africa e le gravi inondazioni stagionali in tutto il continente hanno evidentemente portato a sfollamenti interni record nel 2022, oltre al fatto che molti Paesi africani hanno vissuto contemporaneamente conflitti ed eventi climatici».

Entrambi i rapporti continuano a sottolineare il ruolo di politiche governative ben congegnate nella gestione della mobilità umana, in particolare alla luce dei problemiincontrati durante la pandemia di Covid-19.
L’IOM e l’AUC collaborano su questioni legate alla migrazione da oltre vent’anni  e lavorando insieme per sviluppare strutture che aiutino a governare la mobilità nel continente e per assistere gli Stati membri a gestire efficacemente la migrazione.

Presentando la seconda edizione dell’African Migration Report , la direttrice generale dell’IOM, Amy Pope, ha detto che «I conflitti, la violenza e i disastri causati dal clima sono i principali fattori di sfollamento in Africa e nel mondo. Dobbiamo adottare approcci proattivi, strategici e innovativi per anticipare i movimenti delle persone, disponendo di sistemi di allarme rapido e trovando soluzioni durature».

Minata Samate Cessouma, commissaria  AUC per la salute, gli affari umanitari e lo sviluppo sociale, ha definito l’Africa Migration Report «Un’iniziativa congiunta cruciale dell’Unione Africana e dell’IOM volta a preservare le prospettive storiche, descrivendo la giusta narrativa sulla migrazione africana e al tempo stesso informando i quadri politici per sostenere la migrazione e la mobilità umana nel continente».

Contrariamente ad altre parti del mondo, i nuovi conflitti hanno aumentato gli sfollati nell’Africa sub-sahariana, dove nel 2022  sono state sfollate 9 milioni di persone, mentre gli shock climatici hanno portato a 7,4 milioni.

Dal 2010, il numero di lavoratori migranti in Africa è aumentato del 53%. Ma le cifre smentiscono la minaccia di un’invasione dell’Europa: «I migranti provenienti dall’Africa occidentale, centrale, meridionale e orientale risiedono prevalentemente nelle vicine nazioni africane, evidenziando l’importanza della migrazione di ritorno all’interno dell’Africa, in particolare nei Paesi che condividono confini terrestri».
Anche se le fonti dei dati sulla migrazione nel continente non sono sistematiche, il rapporto rileva che «Negli ultimi anni sono stati compiuti notevoli progressi per migliorare la disponibilità e la qualità dei dati sulla migrazione e sulla mobilità umana» e, di fronte a nuove complessità e crisi, raccomanda di «Basarsi sui dati esistenti, anche attraverso il rafforzamento del coordinamento tra le parti interessate a livello nazionale, regionale e continentale per informare azioni anticipatrici e previsioni».

Inoltre, il rapporto sottolinea la necessità che «I governi si impegnino a salvaguardare il benessere dei migranti e a coordinare le politiche legate alla migrazione in tutta l’Africa». Molte di queste politiche ricadono sotto gli auspici del “Revised Migration Policy Framework for Africa” adottato nel 2018 come quadro per guidare gli Stati membri dell’Unione africana e le comunità economiche regionali nella gestione della migrazione.

Pur riconoscendo il potenziale delle iniziative di cooperazione regionale dell’Africa come l’African Continental Free Trade Area Area (AfCFTA), il rapporto sottolinea anche la natura complessa della mobilità umana nel continente e richiede un approccio incentrato sul welfare nella gestione della mobilità.