La Namibia rifiuta l’offerta tedesca di risarcimenti per il genocidio degli Herero e Nama
In ballo sia questioni economiche che di principio. La Namibia chiede interventi strutturali e sociali in 7 regioni
[12 Agosto 2020]
Il presidente della Namibia Hage Geingob ha detto che l’offerta di risarcimento avanzata dalla Germania per le uccisioni di massa in quella che dal 1884 al 1919 è stata la sua colonia del Deutsch-Südwestafrika, è «non accettabile».
Tra il 1904 e il 1908, per sedare una rivolta anticoloniale, le truppe imperiali tedesche uccisero decine di migliaia di persone di etnia Herero e Nama. Un vero e proprio genocidio, visto che si pensa che siano state sterminate il 75% della popolazione Herero e metà della popolazione Nama.
I due Paesi hanno avviato i negoziati sui risarcimenti nel 2015 e finora ci sono stati 8 cicli di colloqui e si sono tenute 15 riunioni dello Special Political Cabinet Committee (SPCC) on Genocide, Apology and Reparations presieduto dal vice-presidente della Namibia Nangolo Mbumba.
Ieri Geingob è stato informato sugli ultimi risultati dei negoziati dal team negoziale namibiano guidato dall’inviato speciale Zed Ngavirue e ha detto che, nonostante sia soddisfatto per i progressi fatti, «L’attuale offerta di riparazione fatta dal governo tedesco rimane una questione in sospeso e non è accettabile per il governo namibiano». Anche se non è stato reso noto quale sia l’offerta tedesca, ci sarebbe anche una questione di principio: la Germania ha accettato di scusarsi con i popoli e il governo della Namibia, ma rifiuta di accettare il termine “riparazione”, mentre la Namibia trova inadeguata la terminologia “guarigione delle ferite”.
L ‘ultimo round negoziale si è tenuta a Swakopmund il 12 e 13 febbraio e Ngavirue ha informato il presidente Geingob che al termine la delegazione namibiana e quella tedesca hanno concordato un progetto di dichiarazione nella quale si elencano gli eventi genocidi di cui si sono rese responsabili le truppe imperiali tedesche in Namibia. E in questo ambito che il governo tedesco, citando la responsabilità politica e morale della Germania, ha accettato di fare le sue scuse incondizionate al governo della Namibia, al suo popolo e in particolare le comunità colpite. In una nota la presidenza della Namibia sottolinea: «Anche se il genocidio è un crimine punibile secondo la Convenzione delle Nazioni Unite sul genocidio, firmata il 9 dicembre 1948 ed efficace dal 12 gennaio 1951, il governo tedesco e la Namibia hanno convenuto un accordo politico.
Mentre il governo della Namibia ha accettato di negoziare la questione del risarcimento (riparazioni), che il governo tedesco ha costantemente definito ′′guarigione delle ferite”, la Germania ha rifiutato di accettare il termine ′′riparazioni”».
Ngavirue ha spiegato che «Questa posizione si basa sul rifiuto della Germania di utilizzare il termine ′′ riparazioni ′′ nei negoziati con gli ebrei e lo Stato d’Israele, con le due parti che si sono accordate sul termine ′′Wiedergutmachung′′ (riconciliazione e facendo di nuovo del bene) nel loro accordo firmato a Lussemburgo nel 1952. Il team negoziale namibiano ha trovato inadeguata la terminologia ′′ guarigione delle ferite′′ e ha detto che la richiesta tedesca è attualmente discussa sotto la rubrica del “Reconciliation and Reconstruction Programme”». Una terminologia che sarà ′ sarà presentata all’approvazione del SPCC e poi del presidente Geingob.
E proprio il presidente ha dichiarato che l’offerta tedesca non è accettabile e lo SPCC ha dato indicazioni al Technical Committee (TC) di lavorare con la National Planning Commission per individuare, nelle 7 regioni identificate, progetti riguardanti l’approvvigionamento idrico, dell’elettrificazione rurale e periurbana, la costruzione di reti stradali, di alloggi, per l’ istruzione, e la formazione professionale, lo sviluppo agricolo e la riacquisizione di terreni.
I progetti saranno realizzati nelle 7 regioni dove attualmente vivono le comunità Herero e Nama colpite dal genocidio: Kharas, Hardap, Khomas, Kunene, Omaheke, Otjozondjupa ed Erongo.
Sottolineando l’importanza della cooperazione e della necessità di trovare un compromesso diplomatico Geingob si è complimentato con Ngavirue per i significativi progressi compiuti e ha detto di considerare praticamente chiusa la fase uno dei negoziati e in una nota ufficiale ha annunciato che che «Prima della fase due, tutti i gruppi interessati e le comunità colpite saranno invitati alla Presidenza per una sessione di feedback. Inoltre, il primo ministro come leader del Governo in Parlamento farà una dichiarazione all’Assemblea Nazionale sullo stato dei negoziati sul genocidio, scuse e riparazioni. Questo è in continuità con il metodo inclusivo e trasparente che il presidente Geingob enfatizza senza sosta in materia di governance, anche per quanto riguarda i negoziati su genocidio, scuse e riparazioni tra Namibia e Germania».