Legambiente: in Turchia situazione grave. Impedire il disegno autoritario di Erdogan
Democrazia, pace, liberazione dalle fonti fossili e migranti, facce della stessa medaglia
[21 Luglio 2016]
Nessuna “ragion di stato”, nessuna partnership economica può rendere accettabile quanto il Presidente Erdogan sta facendo in Turchia.
Dopo le speranze suscitate dal movimento che difese Gezi Park, la deriva autoritaria assunta dal governo di Ankara non conosce fine, con inaccettabili persecuzioni, violenze, eliminazione di diritti e libertà nei confronti del popolo turco e in particolare delle donne, minacce di ripristinare la pena di morte.
La posizione strategica nella regione consente alla Turchia di godere di un inaccettabile potere di ricatto nei confronti dell’Europa, sia che si tratti di gestire i flussi di migranti, di tenere le chiavi dell’approvvigionamento energetico, recentemente rinforzato dal contrabbando del petrolio irakeno gestito dall’Isis, o di reprimere il popolo kurdo.
Ancora una volta vediamo davanti ai nostri occhi come democrazia, pace, liberazione dalle fonti fossili e accoglienza dei migranti siano facce della stessa medaglia, voci complementari di un unico impegno, in Europa e nel Mediterraneo, in cui ci sentiamo ancora più coinvolti dopo quanto sta accadendo in Turchia.
Chiediamo perciò che l’Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri, Federica Mogherini, e il governo italiano si facciano interpreti di queste preoccupazioni, sviluppando tutte le azioni possibili per impedire che il presidente Erdogan porti a compimento il suo disegno autoritario.
Per nostro conto ci impegniamo a promuovere nel paese la solidarietà con il popolo turco durante il percorso che ci porterà alla Marcia della Pace, da Perugia ad Assisi, il prossimo 9 ottobre.
di Segreteria nazionale di Legambiente