L’Etiopia riconosce il Somaliland in cambio di un porto e di una base militare

La Somalia “annulla” l’accordo e chiede aiuto a Onu e Ue per salvare la sua integrità territoriale

[11 Gennaio 2024]

Il primo gennaio l’Etiopia ha firmato un memorandum d’intesa (MoU) con l’autoproclamata repubblica del Somaliland per utilizzare uno dei suoi porti. Già a ottobre 2023 l primo ministro etiope Abiy Ahmed aveva definito l’accesso al mare una questione vitale per il suo Paese, suscitando tensioni in tutto il Corno d’Africa perché si pensava che stesse parlando di prendersi un pezzo dell’Eritrea.

Ma l’8 gennaio sono stato annunciato l’accordo con l’autoproclamato Somaliland – che si estende sul territorio dell’ex Somalia Britannica –  e l’ufficio di del premier etiope Abiy ha affermato che «Aprirà la strada per realizzare l’aspirazione dell’Etiopia di garantire l’accesso al mare».

L’Etiopia ha perso l’accesso al mare quando l’Eritrea è diventata indipendente all’inizio degli anni ’90. Con più di 100 milioni di abitanti, è il Paese senza sbocco sul mare più popoloso del mondo e finora  ha utilizzato il porto di Gibuti per la stragrande maggioranza delle sue importazioni ed esportazioni.

A quanto pare il porto etiope nel Somaliland sarà Berbera e in un’intervista con l’emittente statale etiope, EBC, Redwan Hussein, consigliere per la sicurezza del primo ministro Abiy Ahmed, ha detto che che «L’accordo potrebbe anche consentire all’Etiopia di accedere a una base militare affittata sul mare. All’Etiopia  verranno concessi 20 km di terra lungo la costa del Golfo di Aden del Somaliland per un periodo di almeno 50 anni, con l’Etiopia che concederà al Somaliland un controvalore delle azioni dell’Ethiopian Airlines al terreno acquisito».

Nel 2018 Etiopia e Somaliland hanno firmato un accordo che avrebbe dovuto portare Addis Abeba a possedere una quota del 19% del porto di Berbera, mentre la compagnia di logistica DP World degli Emirati Arabi Uniti aveva una quota del 51%, ma nel 2022 il Somaliland aveva denunciato il fallimento dell’accordo «Perché l’Etiopia non è riuscita a soddisfare le condizioni necessarie per acquisire la partecipazione prima della scadenza».

Addis Abeba  descrive il nuovo protocollo d’intesa come una grande vittoria diplomatica: «Tutto ciò che si può dire è grazie a Dio», ha scritto Abiy su X, ma il vero vincitore sembra essere il presidente del Somaliland Muse Bihi Abdi, volato nella capitale etiope per firmare il MoU, che ha sottolineato che «L’accordo include una sezione in cui si afferma che l’Etiopia in futuro riconoscerà il Somaliland come Paese indipendente».

Successivamente, il ministero degli esteri del Somaliland ha spiegato che «Lo storico accordo garantisce l’accesso dell’Etiopia al mare per le sue forze navali, ricambiato dal riconoscimento formale della Repubblica del Somaliland, segnando questo come una significativa pietra miliare diplomatica per il nostro Paese» e Abdi ha aggiunto che «Il riconoscimento è arrivato in cambio di 20 km di accesso al mare per le forze navali etiopi, affittati per un periodo di 50 anni».

L’Etiopia non ha fatto commenti sul riconoscimento dell’indipendenza del Somaliland che si è separato dalla Somalia nel 1991, ma non è riconosciuto dall’Unione Africana (UA) e dall’Onu  come stato indipendente. In un comunicato diffuso da Addis Abeba si legge che L’Etiopia farà valutazione approfondita prima di prendere posizione sulla questione dell’indipendenza del Somaliland, ma sembra più il tentativo di prendere tempo di fronte alla condanna internazionale e alla reazione della Somalia, che ha definito l’accordo «Un atto di aggressione».

Evidentemente preso di sorpresa, dopo un iniziale silenzio, Il 6 gennaio il presidente somalo Mohamud ha firmato un disegno di legge che annulla l’accordo preliminare tra il Somaliland ed Etiopia, una mossa senza nessun peso, anche perché se Mohamud è presidente lo deve in gran parte agli interventi armati dell’Etiopia che hanno impedito che le Corti Islamiche prima e Al Shaabab poi prendessero il potere a Mogadiscio. Ma per Mohamud «Il disegno di legge è un’illustrazione del nostro impegno a salvaguardare la nostra unità, sovranità e integrità territoriale secondo il diritto internazionale». Esortando l’Etiopia e il Somaliland a invertire la rotta, il presidente della Somalia ha avvertito che »Il territorio somalo non può essere scambiato con una [azione] di una compagnia come l’Ethiopian Airlines, l’Ethiopian Telecom, la GERD… anche se le metti tutte insieme non possiamo scambiarle con un territorio».

La Somalia  – ridotta più o meno a uno Stato fantasma divise in regioni governate dai clan – ha anche richiamato il suo ambasciatore dall’Etiopia e ha lanciato un appello alla comunità internazionale per avere sostegno contro l’indipendenza del Somaliland.

Il 10 gennaio il presidente della Repubblica federale della Somalia, Hassan Sheikh Mohamud, ha parlato per telefono con il segretario generale dell’’Onu António Guterres che «Ha preso atto delle preoccupazioni della Somalia riguardo al Memorandum d’intesa tra la Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia e il “Somaliland” annunciato il 1° gennaio» e  ha ricordato che «Il Consiglio di Sicurezza ha ripetutamente affermato il suo rispetto per la sovranità, l’integrità territoriale e l’unità della Somalia». Guterres «Spera che tutte le parti si impegnino in un dialogo pacifico e costruttivo e si astengano da qualsiasi azione che potrebbe ulteriormente aggravare la situazione».

Anche Josep Borrell Fontelles, Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, ha avuto una conversazione telefonica con Mohamud e ha riaffermato «Il pieno sostegno dell’Ue all’unità, la sovranità e all’integrità territoriale della Somalia. Il Corno d’Africa non ha bisogno di ulteriori tensioni».

Il portavoce del Dipartimento di Stato Usa, Matthew Miller, ha detto  in una conferenza stampa che «Gli Stati Uniti, un partner importante per gli aiuti e la sicurezza del Somaliland e della Somalia, riconoscono la Somalia entro i suoi confini del 1960, che includono il Somaliland, e hanno invitato tutte le parti a risolvere i loro problemi attraverso il dialogo».

il Regno Unito, che aveva un protettorato nel Somaliland fino a che l’intera Somalia  non è passata sotto l’amministratore fiduciaria italiana per conto dell’Onu, ha   ha chiesto «Il “pieno rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale» e «Moderazione e dialogo per risolvere i problemi». Il portavoce del ministero degli Esteri turco ha espresso «Sostegno all’unità, alla sovranità e all’integrità territoriale della Somalia».

Anche l’Organizzazione per la Cooperazione Islamica e la Lega Araba hanno rivolto un appello all’Etiopia affinché non proceda con l’accordo.  Una reazione internazionale che ha ulteriormente aumentato le tensioni in una regione già instabile. L’accordo ha diviso l’opinione pubblica della Somalia e del Somaliland, dando vita a numerose manifestazioni e contromanifestazioni contro la consegna del territorio all’Etiopia, nemico storico dei somali.

In Italia quel che succede nelle nostre due ex colonie fasciste sembra non interessare molto.

Il Somaliland sembra non curarsi della reazione internazionale – non proprio allarmata – e di Mogadiscio, e  in un comuniczato si legge che «Il governo della Repubblica del Somaliland invita tutte le parti interessate a onorare il Memorandum d’intesa (MoU) per il partenariato e la cooperazione firmato tra la Repubblica del Somaliland e la Repubblica federale democratica dell’Etiopia il 1° gennaio 2024. Il governo del Somaliland sottolinea l’importanza che le nazioni sovrane si impegnino in accordi bilaterali che promuovano la cooperazione regionale senza interferenze esterne. Per garantire ciò, esortiamo le parti interessate ad aderire ai principi di cooperazione internazionale, pratica diplomatica e rispetto reciproco quando si affrontano gli affari regionali, in particolare nella regione del Corno d’Africa.  Nel corso degli anni, la Repubblica del Somaliland e la Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia hanno stabilito un rapporto fraterno basato sull’impegno reciproco ad affrontare le questioni regionali di pace e sicurezza. Le relazioni diplomatiche tra Somaliland ed Etiopia durano da decenni e sono state caratterizzate da interessi condivisi volti a migliorare l’ integrazione regionale, lo sviluppo sostenibile e le relazioni interpersonali. Inoltre, il governo del Somaliland ha costantemente utilizzato la posizione geostrategica del paese per l’avanzamento del Corno d’Africa. Questi sforzi hanno contribuito in modo significativo al commercio e alla stabilità regionale».

La nota, che è un compendio dei disastri diplomatici e militi ari dell’intervento occidentale e internazionale in Somalia,  ricorda che «In quanto ex protettorato britannico, il Somaliland è stata la prima nazione dell’Africa orientale a ottenere l’indipendenza il 26 giugno 1960, prima di accettare volontariamente di formare un’unione con la Somalia (un’ex colonia italiana) per creare la Repubblica somala. Tuttavia, poiché l'”Atto di Unione” concordato non è mai stato ratificato, questa unione è fallita fin dall’inizio. Dopo decenni di impari condivisione del potere, oppressione e genocidio, la Repubblica del Somaliland ha riaffermato la propria sovranità il 18 maggio 1991, rivendicando la propria indipendenza entro i suoi confini il 26 giugno 1960. Allo stesso tempo, la Somalia ha tracciato il proprio percorso e ha istituito l’attuale governo federale nel 2011, dopo anni di turbolenze. Tuttavia, il Somaliland ha dovuto affrontare sfide significative derivanti principalmente dall’incapacità della comunità internazionale di realizzare l’identità storica distintiva della Repubblica del Somaliland e la legittimità della sua statualità. In realtà, il Somaliland aderisce ai principi dell’Unione Africana che impongono il riconoscimento di tutti i confini dell’Africa coloniale come reali. Nel 2005, una missione d’inchiesta dell’UA riferì che “la ricerca di riconoscimento da parte del Somaliland è storicamente unica e autogiustificata nella storia politica africana” e sottolineò che il caso del Somaliland dovrebbe essere “visto obiettivamente… e non essere collegato al concetto di   “aprire il vaso di Pandora”».