Norvegia: vince un centro-sinistra spostato molto a sinistra, perde la destra e i Verdi non entrano il Parlamento
Verso un governo tra laburisti, Sinistra socialista e centristi. Con il Partito Rosso a fare da pungolo a sinistra
[15 Settembre 2021]
Oggi, un grande quotidiano italiano, commentando i risultati delle elezioni norvegesi e i sondaggi di quelle tedesche, ha scritto che la vera sorpresa sarebbe che la sinistra moderata (Laburisti in Norvegia e socialdemocratici in Germania), è di nuovo in forte crescita ha la maggioranza assoluta e può fare un governo senza la sinistra radicale.
Aspettando di sapere cosa succederà in Germania, dove la SPd – accreditata di circa il 25% – ha suoerato la CDU/CSU, sua ex alleata, in forte calo, ma non ha assolutamente i numeri per governare da sola (Dovrà probabilmente scegliere tra una coalizione rosso-verde –gialla (con gli scomodi e ultraliberisti della FDP) o una rosso-rosso-verde con Die Linke (con la quale governa ben tre Land, compresa Berlino), la ricostruzione di quel che è davvero successo in Norvegia fa acqua da tutte le parti.
Infatti, se l’Arbeiderpartiet (Partito Laburista) si conferma primo partito con il 26,6%, lo fa addirittura perdendo l’1% rispetto alle ultime elezioni, quando toccò il minimo storico e consegnò nuovamente il governo alla destra. Crolla invece la coalizione di governo con l’Høyre (Destra) che si ferma al 20,36% (-4,7%) e il Fremskrittspartiet (Partito del Progresso, sovranista e anti-mmigrati) che scende all’11,62% (-3,6). Esce dallo Storting (il Parlamento norvrgese) il Kristelig folkeparti (Partito Popolare Cristiano) che con il 3,8% perde o,4 punti e non raggiunge il quorum del 4%.
I voti persi dalla destra vanno quasi tutti al Senterpartiet (Partito di Centro) che raggiunge il 13,51% con + 3,3:% e alla Venstre (Sinistra, ma in realtà un partito liberale) che sale al 4,6% con +0,2%. Il risultato del Senterpartiet ha del miracoloso, visto che fino a pochi mesi fa veniva dato per spacciato e a rischio quorum. I centristi hanno sicuramente beneficiato degli sbagli delle destre e della voglia di cambiamento di una parte di elettorato moderato.
In realtà la vera sorpresa delle elezioni norvegesi è stata proprio la Sinistra radicale d che qualcuno in Italia ha dato per sconfitta e ininfluente di fronte a un’avanzata laburista che in realtà è stata un nuovo piccolo smottamento di consensi.
Infatti, il Sosialistisk venstreparti (Partito della Sinistra Socialista) sale al 7,63% (+1,6%) e per la prima volta entra in Parlamento Rødt (Rosso) un Partito dichiaratamente marxista che probabilmente con il suo successo (4,72% e + 2,3%) e il suo programma decisamente ambientalista e contro i combustibili fossili ha impedito al Miljøpartiet de grønne (Partito Verde) di entrare in Parlamento, visto che si è fermato al 3,94% e che l’1% in più non gli è servito a superare lo sbarramento del 4%. Nell’insuccesso dei Verdi norvegesi pesa anche il fatto che hanno preso quasi tutti i loro voti nella capitale Oslo e che non sino riusciti a radicarsi nel resto del Paese.
Con il conteggio dei resti la maggioranza di centro-sinistra che si intravede potrebbe essere ancora più ampia (e i Verdi potrebbero rientrare dalla finestra con 3 deputati) , ma ora l’Arbeiderpartie, che per decenni ha dominato la scena politica norvegese – allora sì con maggioranze assolute – ora si trova di fronte a un dilemma: un governo con i centristi del Senterpartiet con una stampella a sinistra o imbarcare la sinistra in un governo davvero progressista?
Il nodo è a nche ambientale, perché Sosialistisk venstreparti e Rødt sono per lo stop a nuove concessioni per le estrazioni di gas e petrolio e una rapida uscita dalle energie fossili, il laburisti vogliono continuare ad usare gas e petrolio per sostenere il munifico welfare norvegese (che è stato intaccato comunque da 8 anni di governi di destra) e il Senterpartiet guarda con sospetto “rurale” alle politiche ambientaliste della sinistra radicale.
Come ricorda oggi il manifesto, laburisti, sinistra socialista e centristi hanno già governato insieme dal 2009 al 2013, ma fu proprio quella coalizione ad aprire le porte al successo della destra, e nessuno vuole ripercorrere quella parabola. SE coalizione di centro-sinistra dovrà essere, verrà fatta su basi nuove.
Chi intanto sta a guardare e festeggia il suo ingresso nello Storting il Partito Rosso, l’unico finora ad aver emesso (e non a caso) un comunicato per festeggiare il risultato elettorale e l’elezione di 8 parlamentari. Il leader del Rødt, Bjørnar Moxnes, ha detto: «Con un sostegno del 4,7% a livello nazionale, Rødt ha avuto un risultato record e ha moltiplicato il gruppo allo Storting da uno a 8 rappresentanti. Un gruppo fantastico con cui non vedo l’ora di lavorare per i prossimi quattro anni. Dopo aver completato la più grande campagna elettorale di base di tutti i tempi, abbiamo finalmente ottenuto la svolta per la quale abbiamo lavorato per quasi dieci anni. E’ chiaro che molti stavano aspettando questa svolta. Dalla sola notte delle elezioni, abbiamo acquisito più di 850 nuovi membri. Il Rødt è diventato un movimento popolare, più aperto, per una politica climatica equa e forte. E abbiamo ancora spazio per molti, molti di più. E’ un gruppo solido quello che si ritroverà per Rødt nello Storting in futuro. Sono profondamente grato di avere questa meravigliosa banda con me e non vedo l’ora di lavorare con loro per i prossimi quattro anni. Ora ci stiamo impegnando per ridurre le differenze, buttare fuori i profittatori del welfare e ricostruire la vita lavorativa organizzata».
Il leader laburista Bjørnar Moxnes sa bene che un abbraccio con i soli centristi – magari in un governo di minoranza come quello delle destre negli ultimi 4 anni – sarebbe mortale e ha dichiarato: «Dopo il nostro storico risultato faremo di tutto per spostare a sinistra il futuro governo, a favore della giustizia sociale e climatica». Gli ha risposto il leader del Sosialistisk venstreparti Audun Lysbakken: «Trasformeremo i voti in risultati concreti», dicendosi pronto a partecipare a una coalizione con laburisti e centristi nel quale la Sinistra socialista farà da cane da guardia delle politiche ambientali e sociali.
I deludenti risultati dei Verdi e dei Liberali (altro partito green) dicono però che per la maggioranza dei norvegesi la già spinta transizione energetica può convivere anche con “l’utile” estrazione di gas e petrolio. Støre è quindi atteso da un quadriennio di difficile equilibrismo tra centristi e sinistra socialista, mentre all’estrema sinistra i Rødt hanno dimostrato di poter divengtare un pungolo tanto insistente e pericoloso quanto salutare.
Altro che ritrovata egemonia socialdemocratica…