Per permettere ai siriani di ricostruire il loro Paese devastato, gli Usa devono togliere le sanzioni
Esperta Onu: Le sanzioni imposte dal Caesar Act potrebbero equivalere a un trattamento crudele, inumano o degradante
[30 Dicembre 2020]
L’esperta dei diritti umani delle Nazioni Unite Alena Douhan ha chiesto agli Stati Uniti di «rimuovere le sanzioni unilaterali che potrebbero inibire la ricostruzione delle infrastrutture civili siriane distrutte dal conflitto».
Sendo la Douhan, Special Rapporteur on the negative impact of the unilateral coercive measures dell’Onu, che insegna diritto internazionale all’università statale bielorussa e l’Institut für Friedenssicherungsrecht und Humanitäres Völkerrecht cdella Ruhr-Universität Bochum e direttric e del Centro di ricerca sulla pace di Minsk, ha detto che «Le sanzioni violano i diritti umani del popolo siriano, il cui Paese è stato distrutto da quasi 10 anni di conflitto ancora in corso. Il conflitto e la violenza hanno già avuto un impatto disastroso sulla capacità del popolo siriano di realizzare i propri diritti fondamentali, avendo ampiamente danneggiato case, presidi medici, scuole e altre strutture».
Le sanzioni Usa contro la Siria (dove tra l’altro sono ancora presenti truppe statuinitensi), entrate in vigore a giugno, sono di ampia portata e riguardano qualsiasi straniero che aiuti non solo il regime siriano nella ricostruzione del Paese devastato, ma prende di mira persino i dipendenti di società straniere e operatori umanitari che aiutano a ricostruire la Siria anche nelle aree non controllate dall’esercito di Assad che non sono state invase dalla Turchia e dai suoi alleati jihadisti. Il Caesar Syria Civilian Protection Act, noto anche come Caesar Act, contiene le sanzioni statunitensi più ampie mai applicate contro la Siria.
La Douhan si è detta preoccupata che «Le sanzioni imposte dal Caesar Act possano esacerbare la già drammatica situazione umanitaria in Siria, specialmente durante la pandemia di Covid-19, e mettere il popolo siriano a rischio ancora maggiore di violazioni dei diritti umani. Quando hanno annunciato le prime sanzioni ai sensi del Caesar Act nel giugno 2020, gli Stati Uniti hanno detto che non intendevano danneggiassero la popolazione siriana. Tuttavia, l’applicazione della legge potrebbe peggiorare l’attuale crisi umanitaria, privando il popolo siriano della possibilità di ricostruire le proprie infrastrutture di base. Il Caesar Act solleva serie preoccupazioni ai sensi del diritto internazionale a causa dei suoi illimitati poteri di emergenza di portata esecutiva ed extraterritoriale. Inoltre si traduce in un alto rischio di eccessiva conformità. Ciò che mi preoccupa particolarmente è il modo in cui il Caesar Act calpesta i diritti umani, compresi i diritti del popolo siriano alla casa, alla salute e a un adeguato standard di vita e sviluppo. Il governo degli Stati Uniti non deve porre ostacoli alla ricostruzione degli ospedali. perché la mancanza di cure mediche minaccia il diritto alla vita dell’intera popolazione».
Dato che l’economia siriana è stata in gran parte distrutta, econdo l’inviata speciale dell’Onu, «La Siria deve essere in grado di accedere agli aiuti umanitari necessari e ricostruire le infrastrutture essenziali nel Paese, contando sull’aiuto straniero. Il fatto che il Tesoro degli Stati Uniti abbia designato la Banca centrale siriana come sospettata di riciclaggio di denaro crea chiaramente ostacoli inutili nell’elaborazione degli aiuti esteri alla Siria e nella gestione delle importazioni umanitarie. Il diritto del popolo siriano a un alloggio adeguato dovrebbe essere rispettato e il suo accesso ai servizi essenziali garantito. Impedire l’accesso alle forniture necessarie per riparare le infrastrutture danneggiate dal conflitto avrà un impatto negativo sui diritti umani del popolo siriano e potrebbe far continuare il trauma del conflitto decennale. Garantire che l’importazione degli aiuti umanitari e dei materiali da costruzione necessari non sia inibita potrebbe facilitare il ritorno degli sfollati durante la riparazione delle infrastrutture».
La Douhan ha concluso: «Se le persone saranno costrette a vivere in circostanze degradanti e disumane perché la ricostruzione viene impedita, questo potrebbe compromettere la loro integrità fisica e mentale e, in alcune circostanze, potrebbe equivalere a un trattamento crudele, inumano o degradante».