Perché la Turchia ha invaso la Siria e respinge ogni tregua con i Kurdi?
L’obiettivo non è lo Stato Islamico/Daesh, sono le forze progressiste kurde e siriane
[1 Settembre 2016]
Contrariamente a quel che hanno annunciato gli Usa il 30 agosto, la Turchia ha scartato ogni prospettiva di cessate il fuoco con le milizie kurde Ypg/Ypj in Siria, anche se i kurdi del Rojava dicono che «La pausa nei combattimenti tra l’esercito turco, i suoi ribelli delle Fsa (Free syrian army, ndr) e il Consiglio militare di Jarablus (Syrian democratic forces – Sdf, ndr) sta tenendo nonostante le dichiarazioni di funzionari turchi che negano che ci sia un cessate il fuoco». Intanto in Turchia i Partiti e le organizzazioni kurdi e pro-kurdi hanno dichiarato che il 5 settembre 50 leader della comunità kurda-turca inizieranno uno sciopero della fame a tempo indefinito per ottenere un incontro con Abdullah Öcalan, il leader del Pkk (Partîya Karkerén Kurdîstan – Partito dei Lavoratori del Kurdistan) del quale non si hanno notizie da più di 510 giorni.
Ma ieri Ibrahim Kalin, portavoce della presidenza della repubblica turca, ha detto che «Il Pyd (Partiya yekîtiya demokrat, che amministra il Rojava, ndr) è un’estensione del PKK in Siria, è un’organizzazione terroristica. La Repubblica di Turchia non può avere alcuna relazione o accordo con questa organizzazione o uno qualsiasi dei suoi affiliati». Kalin ha anche criticato il governo Usa che parla con «La Turchia e il Pyd o le Ypg come se fossero uguali».
Gli analisti americani sono preoccupati perché l’invasione turca della Siria e gli scontri con le Sdf/Ypg, possono compromettere la conquista di Raqqa, la “capitale” dello Stato Islamico/Daesh (Isis – IS) che, come ha detto il portavoce del Pentagono Peter Cook è «il nostro obiettivo finale».
Ma perché la Turchia ha deciso di invadere la Siria proprio ora e quali potrebbero essere le conseguenze? Lo spiega molto bene Mark Campbell su Kurdish Question. Vi proponiamo il suo articolo:
Obiettivo della Turchia sono i Kurdi non l’Isis.
La drammatica incursione delle forze turche a Jarablus è solo l’ultima drammatica svolta nella già complicata guerra in Siria, ma quale è il motivo per cui la Turchia ha scelto di fare ora questa mossa calcolata?
La Turchia dice che il suo obiettivo è quello di colpire l’Isis e la forza kurda delle Ypg ma non c’è prova di eventuali attacchi contro l’Isis.
E’ interessante notare che la mossa arriva settimane dopo la liberazione dall’Isis dell’importante città strategica di Manbij, a sud di Jarablus, da parte delle forze a guida kurda delle Sdf (Syrian democratic forces) che includono forze arabe siriane, che così combattuto intense battaglie intense con l’Isis per la città. Battaglie che hanno visto le Sdf perdere oltre 400 dei suoi combattenti.
La liberazione del Manbij stata l’ultima goccia per la Turchia, che vedeva le forze kurde liberare fasce di territorio dall’Isis e stabilire la propria forma di autonomia insieme ad altre tribù arabe e comunità etniche del nord della Siria lungo il confine con la Turchia.
Un rapido sguardo alla mappa qui sopra mostra il motivo per cui la Turchia è determinata a fermare tutto questo. I kurdi stanno cercando di unire le due aree popolate da kurdi contrassegnate in giallo. (Sia Manbij che Jarablus sono nella zona grigia vicino al confine turco tra le due aree kurde gialle.) La Turchia vuole fermare questo. I kurdi credono che la Turchia negli ultimi 4 anni abbia sostenuto l’Isis e che unire i Cantoni Rojava avrebbe fermato i rifornimenti all’Isis e il transito dei loro combattenti provenienti dalla Turchia.
Perché la Turchia dovrebbe preoccuparsi così tanto che i curdi liberino la loro terra dall’Isis?
Primo, come già detto a causa del blocco dei rifornimenti all’Isis che i kurdi credono siano state sostenute dalla Turchia, nonostante le smentite della Turchia. Vedi qui .
Secondo, perché dopo l’istituzione dello Stato turco, la Turchia ha sempre cercato di assimilare forzatamente i kurdi e pacificare i loro vecchi sogni di autogoverno. Una regione autonoma curda nel Rojava, dice la Turchia, motiverebbe anche i kurdi della Turchia sud-orientale a spingere per l’autonomia. Ma i kurdi nel sud-est della Turchia stanno spingendo per l’autonomia e la Turchia sta portando avanti una guerra brutale che comprende estesi e diffusi crimini di guerra contro i civili. L’incursione della Turchia a Jarablus potrà solo destabilizzare ulteriormente tutto questo.
Il giorno dopo l’incursione a Jarablus, le forze curde in una città kurda chiamata Cizre nel sud-est della Turchia hanno fatto saltare in aria una base militare uccidendo decine di soldati. Gli scontri militari tra l’esercito turco e i combattenti Kurdi sono al più alto livello dalla metà degli anni ’90 e dalla famigerata “guerra sporca” contro i kurdi.
Quindi, l’incursione della Turchia a Jarablus e nella Siria del Nord per attaccare i kurdi ha conseguenze gravi e destabilizzanti per la stessa Turchia.
Non esiste una soluzione militare per quello che è ormai nota come ‘La questione kurda’ più guerra e sofferenze per i kurdi non sono la risposta, né potrà portare la pace.
E’ urgente una pressione internazionale sulla Turchia per fermare le operazioni militari contro i kurdi e per avviare negoziati politici con la parte kurda per una soluzione pacifica della questione kurda, che inizia con un cessate il fuoco da entrambe le parti e la ripresa dei colloqui con la leadership curda di Abdullah Ocalan e il comando Pkk nelle montagne di Qandil.
Tuttavia, se alla Turchia verrà permesso di continuare con la sua invasione delle terre kurde in Siria, la guerra potrebbe esplodere e scavalcare il confine con la Turchia su una grande strada.
E se questo accadesse, l’Isis sarebbe il vincitore finale.
Le loro linee di rifornimento rimarranno aperte e i militanti dell’Isis saranno liberi di viaggiare oltre confine della Turchia e in Europa.
La posta in gioco non potrebbe essere più alta.
Mark Campbell
pubblicato il 31 agosto su Kurdish Question con il titolo originale di “Why is Turkey Invading Syria Now?