Venezuela: più di 8 milioni votano alla Costituente. Un Paese diviso in due
Il sanguinoso tramonto del socialismo petrolifero chavista
[31 Luglio 2017]
La presidente del Consejo nacional electoral (Cne) de Venezuela, Tibisay Lucena, ha annunciato che ieri hanno partecipato all’elezione dell’Assemblea Costituente il 41,53% degli elettori venezuelani, più di 8 milioni di persone che hanno così espresso il loro appoggio al governo socilista-bolivarista di Nicolas Maduro.
Questa grossa minoranza di venezuelani ha eletto 537 dei 545 membri dell’Asamblea Nacional Constituyente (Anc) che è naturalmente zeppa di chavisti. I venezuelani hanno votato in maniera diretta e segreta per 364 rappresentanti territoriali e 173 di settori economic, mentre 8 costituenti sono indigeni che verranno scelti domani da tre assemblee generali, secondo le tradizioni delle popolazioni indios del Paese.
La Lucena ha detto: «Ha vinto la pace, quando vince la pace vince il Venezuela. Ci complimentiamo con il popolo per questa meravigliosa partecipazione». A dire il vero di pace in Venezuela ce n’è poca e l’opposizione di destra ha boicottato le elezioni, riuscendo a far rimanere a casa quasi 11 milioni di elettori. Se è vero che Maduro ha dimostrato di avere dalla sua parte una consistente e militante parte della popolazione che teme che il ritorno della destra al potere azzeri le conquiste del socialismo bolivarista imposte da Hugo Chavez, è anche vero che nello stesso Partido Socialista Unido de Venezuela (Psuv) aumentano le critiche verso la politica suicida di scontro istituzionale e di piazza di Maduro e per il perpetuarsi di una politica estrattivista e petrolifera che ha condannato il Paese a una crisi economica che è stata il trampolino di lancio per il ritorno aggressivo della destra.
Maduro comunque tira dritto: «E’ la votazione più grande che ci sia stata per la Revolución in tutta la storia elettorale. Chi ha occhi per vedere e orecchi per sentire intenda».
In Venezuela è davvero difficile distinguere i “buoni” dai “cattivi” e le bande del Psuv e dei partiti di destra che si fronteggiano sono spesso guidate da criminali. Il potere socialista sembra vivere in una realtà parallela dove tutto andrebbe bene senza il boicottaggio economico degli Usa (reale) e la presenza di ex golpisti tra i dirigenti dell’opposizione. Maduro cerca di far passare la tragedia che vive il Venezuela per qualcosa di simile al golpe cileno di Pinochet, ma lui non è Salvador Allende e l’esercito sta dalla sua parte – almeno per ora – usando verso gli oppositori metodi che somigliano molto a quelli dei carabineros fascisti cileni.
Il governo dice attraverso Tele Sur che «Tra gli obiettivi dell’Asamblea Constituyente c’è quello di ampliare e proteggere i diritti sociali dei venezuelani stabiliti nella Carta Magna del 1999; garantire la pace e il dialogo di fronte alla violenza dell’opposizione, che ha già fatto più di 100 morti dall’aprile scorso; superare la rendita petrolifera; rafforzare la lotta contro il terrorismo». Ma quella in corso ormai da anni in Venezuela è una guerra civile a bassa intensità che potrebbe esplodere in una guerra civile totale e chi getta benzina sul fuoco non manca, sia nel Psuv che nell’opposizione. L’impressione, di fronte a una destra che ormai organizza squadroni della morte come quello che ha eliminato nella sua casa un candidato chavista e imboscate contro la polizia e a un governo che non sembra poter o voler porre un freno alle violenze poliziesche e alle rappresagli e contro-rappresaglie chaviste, è che la situazione stia precipitando e che un presidente debole e screditato come Maduro non riuscirà a riprenderla in mano, anche perché l’ingerenza statunitense è sempre più evidente e anche i Paesi amici del governo sembrano dare per scontato che l’esperienza del socialismo petrolifero bolivarista è al tramonto. Almeno per ora.
Bisognerà capire se si tratterà di un tramonto sanguinoso e/o golpista e quale, finita la tagica parentesi di Maduro, sarà il futuro di un Paese diviso in due e dove la disperazione e l’odio di classe sembrano gli unici collanti.