Ranil Wickremesinghe è il nuovo presidente dello Sri Lanka in bancarotta

Era un alleato del presidente fuggito e dimesso. Si temono nuovi disordini

[20 Luglio 2022]

Con una maggioranza ristretta, 134 su 223 voti, il parlamento dello Sri Lanka ha scelto il 6 volte ex primo ministro Ranil Wickremesinghe come nuovo presidente in sostituzione di  Gotabaya Rajapaksa, l’ex presidente di destra fuggito dal paese la scorsa settimana e che si è dimesso dopo proteste di piazza che sono arrivate fino all’occupazione del palazzo presidenziale e del Parlamento.

Dopo il ritiro del leader dell’opposizione Sajith Premadasa, a contendersi la carica più alta dello Sri Lanka erano rimasti tre candidati, ma solo l’ex ministro dell’Istruzione Alahapperuma, sostenuto sia dall’opposizione che da alcuni membri del partito al governo dello Sri Lanka Podujana Peramuna (SLPP) aveva qualche chance, anche se si è fermato a 82 voti in un Parlamento dominato dal SLPP che, se si votasse ora, probabilmente scomparirebbe dalla scena politica dello Sri Lanka.

La politica populista, xenofoba, anti-tamil e anti-musulmana, di Rajapaksa e dell’ex premier – suo fratello – ha portato lo Sri Lanka al disastro economico e alla bancarotta. L’economia è crollata negli ultimi mesi, mancano carburante, cibo, medicinali e altri beni essenziali. L’esaurimento delle entrate delle rimesse provenienti dagli emigrati e il blocco del turismo causati dal Covid-19 hanno costretto il governo di Colombo a chiedere al Fondo Monetario Internazionale un programma di salvataggio che potrà solo aggravare la già drammatica situazione dei più poveri

E’ improbabile che il cambiamento chiesto nelle piazze dal popolo singalese  venga da Wickremesinghe, un politico 76enne che è stato nominato presidente ad interim dalla destra di Rajapaksa non appena il suo leader è fuggito. Infatti, ora si teme che l’elezione di Wickremesinghe possa portare a nuovi disordini, visto che già nei giorni precedenti i manifestanti e l’opposizione lo avevano indicato (non a torto) come un noto alleato del clan Rajapaksa, che la maggior parte degli srilankesi – dopo averlo c votato in massa – ora incolpa per i loro problemi economici.

Ma lunedì, mentre era ancora presidente ad interim, Wickremesingheha dichiarato lo stato di emergenza, conferendosi così più poteri per reprimere il dissenso.

Nel suo discorso di insediamento, come se fosse un politico di primo pelo o il capo della rivolta, Wickremesinghe ha detto che «Lo Sri Lanka è stato diviso in base alle linee di partito, ma ora è giunto il momento di lavorare insieme. Non è necessario dire quanto sia difficile la condizione economica del Paese, dobbiamo intraprendere un nuovo programma per andare avanti».

C’è da credere che tempi difficili aspettino Wickremesinghe e il popolo dello Sri Lanka.