Si allarga la guerra di Gaza: Usa e Regno Unito bombardano lo Yemen. Gli Houthi: non ci fate paura
L’Iran condanna e confisca una petroliera che era stata sequestrata nel 2023 dagli Usa. Le reazioni di Russia e Cina
[12 Gennaio 2024]
In risposta agli attacchi dell’esercito dello Yemen del nord alla navi sospettate di avere rapporti con Israele e in segno di sostegno e solidarietà con la Striscia di Gaza, gli Stati Uniti e l’Inghilterra hanno attaccato diversi obiettivi di Ansarullah, il movimento politico sciita che governa lo Yemen del nord. Sotto tiro la regione della capitale Sana’a e le province dello Yemen nord-occidentale. Secondo i media american, agli attacchi di stanotte hanno partecipato aerei da combattimento e missili Tomahawk.
Il 10 gennaio Yahya Saree, il portavoce delle forze armate yemenite sotto controllo Houthi aveva annunciato che «Una nave americana che sosteneva il regime sionista è stata presa di mira dalle forze yemenite con un gran numero di missili balistici, navali e droni. o: L’operazione contro la nave americana è la risposta iniziale al proditorio attacco delle forze nemiche americane alla marina yemenita. Il portavoce delle forze armate yemenite ha dichiarato che lo Yemen non esiterà ad affrontare adeguatamente tutte le minacce ostili nel quadro del diritto alla legittima difesa del suo Paese, del suo popolo e della sua nazione. Lo Yemen continuerà a prendere di mira obiettivi sionisti finché la guerra contro Gaza non finirà e il blocco di questa regione non verrà revocato».
Il presidente Usa Joe Biden americano Biden ha annunciato che «Oggi, sotto la mia direzione, le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Paesi Bassi, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere in pericolo la libertà di navigazione in un paese. dei corsi d’acqua più vitali del mondo. Questi attacchi sono la risposta diretta agli attacchi Houthi senza precedenti contro navi marittime internazionali nel Mar Rosso, compreso l’uso di missili balistici antinave per la prima volta nella storia. Questi attacchi hanno messo in pericolo il personale statunitense, i marinai civili e i nostri partner, messo a repentaglio il commercio e minacciato la libertà di navigazione. Più di 50 nazioni sono state colpite da 27 attacchi al trasporto marittimo commerciale internazionale. Equipaggi provenienti da più di 20 Paesi sono stati minacciati o presi in ostaggio in atti di pirateria. Più di 2.000 navi sono state costrette a deviare migliaia di miglia per evitare il Mar Rosso, il che può causare settimane di ritardi nei tempi di spedizione dei prodotti. E il 9 gennaio, gli Houthi hanno lanciato il loro più grande attacco fino ad oggi, prendendo di mira direttamente le navi americane. La risposta della comunità internazionale a questi attacchi sconsiderati è stata unita e risoluta. Il mese scorso, gli Stati Uniti hanno lanciato l’operazione Prosperity Guardian, una coalizione di oltre 20 nazioni impegnate a difendere il trasporto marittimo internazionale e a scoraggiare gli attacchi Houthi nel Mar Rosso. Ci siamo inoltre uniti a più di 40 nazioni nel condannare le minacce degli Houthi. La settimana scorsa, insieme a 13 alleati e partner, abbiamo lanciato un avvertimento inequivocabile che i ribelli Houthi ne avrebbero sopportato le conseguenze se i loro attacchi non fossero cessati. E ieri, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede agli Houthi di porre fine agli attacchi contro le navi mercantili e commerciali. L’azione difensiva di oggi fa seguito a questa vasta campagna diplomatica e ai crescenti attacchi dei ribelli Houthi contro le navi commerciali. Questi attacchi mirati sono un chiaro messaggio che gli Stati Uniti e i nostri partner non tollereranno attacchi al nostro personale né permetteranno ad attori ostili di mettere in pericolo la libertà di navigazione in una delle rotte commerciali più critiche del mondo. Non esiterò a prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario».
Seyyed Abdul Malik Badr al-Din al-Houthi, leader spirituale della rivoluzione yemenita, ha ribattuto: «Non esiteremo a rispondere agli attacchi americani. La risposta a qualsiasi aggressione americana non sarà solo al livello della recente operazione, effettuata con più di 24 droni e diversi missili, ma sarà di livello molto più alto. Il popolo dello Yemen non ha paura dell’America, e non è uno di quelli la cui posizione ultima non è quella di far arrabbiare l’America. Lo Yemen è molto soddisfatto del disagio di America, Israele e Inghilterra. L’America e l’Inghilterra stanno facendo ogni sforzo per rendere gli altri Paesi partner, ma tutte le nazioni che sono partner nell’attacco saranno perdenti».
Il 10 gennaio il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha votato, con 11 favorevoli e 4 astenuti, un progetto di risoluzione sulla situazione nel Mar Rosso, redatto congiuntamente da Stati Uniti e Giappone e Mohammad Abdul Salam, portavoce degli Houthi e rappresentante capo ai negoziati sullo Yemen, aveva detto che «Attualmente le rotte di navigazione del Mar Rosso e del Mar Arabico sono al momento sicure e che l’affermazione degli Stati Uniti secondo cui le aree marittime in questione sarebbero minacciate, non è che un tentativo fuorviante di ingannare il mondo, tentando di militarizzare il Mar Rosso, mentre che gli attacchi degli Houthi sono rivolti solo a obiettivi israeliani rilevanti».
Ma gli attacchi statunitensi e britannici rischiano di dare fuoco alla miccia di una polveriera molto più grande della prigione a cielo aperto di Gaza e che rischia di coinvolgere anche l’Italia che ha inviato una nave militare nel Mar Rosso. La Repubblica islamica dell’Iran ha «Condannato in termini più forti i bombardamenti di Stati Uniti e Inghilterra contro varie città in Yemen» e li ha definiti «Un’azione arbitraria, una palese violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dello Yemen nonché una violazione delle leggi e dei regolamenti internazionali». Secondo il portavoce del ministero degli esteri dell’Iran, Nasser Kanani, «L’unico risultato degli attacchi di stasera contro lo Yemen sarà creare instabilità nella regione. l’Iran chiede alla comunità internazionale di impedire che la guerra si allarghi».
Intanto, l’agenzia ufficiale iraniana IRIB ha riferito che «La Marina dell’esercito della Repubblica Islamica dell’Iran ha fermato su ordine della magistratura, una petroliera americana nelle acque del Mar dell’Oman. alcuni media occidentali sostengono che l’azione iraniana è avvenuto per vendicarsi del furto di petrolio subito lo scorso anno dalla stessa petroliera da parte degli Stati Uniti».
Citando l’United Kingdom Marine Trade Operations (Ukmto) e la compagnia privata Ambrey, Sky News in lingua araba ha rivelato che «Un gruppo di militari sono saliti a bordo di una petroliera nel Mare di Oman» e l’IRNA scrive che «La nave in questione sarebbe la St. Nikolas, la stessa che stamane sarebbe stata abbordata da intrusi armati mentre navigava vicino alla città di Sohar, in Oman. La petroliera era stata sequestrata dagli Usa lo scorso anno nell’ambito di un’operazione di applicazione delle sanzioni quando navigava con un nome diverso, Suez Rajan». l’Iran aveva avvertito gli Usa che il sequestro non sarebbe rimasto senza risposta.
Oggi l’agenzia di stampa semi-ufficiale Fars, citando una dichiarazione della Marina, ha annunciato che «La petroliera St Nikolas è stata sequestrata dalla Marina iraniana questa mattina con un ordine giudiziario… è in rotta verso i porti iraniani».
La portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova. ha detto che «Gli attacchi aerei occidentali nello Yemen mirano ad aumentare le tensioni in Medio Oriente».
In unpost pubblicato oggi sui social-media russi la Zakharova individua negli Usa la forza trainante dell’attacco e lo descrive come «Un esempio di “totale disprezzo del diritto internazionale in nome dell’escalation della situazione per obiettivi distruttivi».
Il quotidiano del Popolo, organo del Comitato Centrale del Partito comunista cinese, si limita alla stringata cronaca di quanto accaduto: « Secondo quanto confermato il 12 gennaio dalle forze Houthi dello Yemen, le città di Sana’a, Hodeidah, Sa’ada e Dhamar sono state colpite da attacchi aerei delle forze statunitensi e britanniche.
Gli Houthi non hanno ancora risposto formalmente agli attacchi aerei. Un membro del loro ufficio politico ha dichiarato sui social media che “i contrattacchi dello Yemen non si faranno attendere a lungo, e le forze armate sono impegnate in feroci battaglie con le navi da guerra britanniche e americane sul Mar Rosso”. La situazione marittima a cui fa riferimento la dichiarazione non è al momento confermata da nessun’altra fonte».