Sorpresa, l’antifascismo funziona (negli Usa) ed è anche ambientalista
L'alt-right è in declino, ma molte idee di estrema destra sono state fatte proprie dalla Casa Bianca
[22 Marzo 2018]
Negli Usa l’alt-right che ha spinto Donald Trump fino alla casa Bianca (e che dentro la Casa Bianca ci è entrata) sembrava inarrestabile e un anno dopo sembra cadere a pezzi. Il Traditionalist Workers party si è disintegrato pochi giorni fa dopo uno scontro senza esclusione di colpi tra i suoi leader. Richard Spencer, uno dei capi dei nazionalisti bianchi, ha detto che i raduni dell’ l’alt-right non sono più “divertenti” e dopo essere stato arrestato due settimane fa a East Lansing, nel Michigan in seguito agli scontri tra suprematisti bianchi e centinaia di manifestanti antifascisti fuori dalla Michigan State University, sta rivedendo il suo tour universitario,
Come fa notare Jason Wilson su The Guardian, «Le tattiche antifasciste hanno portato non solo al fallimento degli eventi e al declino dei quadri, ma anche a lotte intestine e accuse in un movimento di estrema destra sempre più violento». Insomma gli obiettivi che si erano date le organizzazione antifasciste negli Stati Uniti hanno funzionato e ormai le loro organizzazioni sono presenti ad ogni iniziativa in difesa dell’ambiente e dei diritti civili e contro l’Amministrazione Trump.
Eppure Spencer aveva programmato nei minimi dettagli la sua iniziativa alla Michigan State University per presentare il suo folle etno-stato bianco, ma ha fatto male i suoi calcoli: ha parlato davanti a 20 persone (altre 13° che avevano comprato il biglietto non si sono presentate) e, nonostante all’università ci fossero le vacanze primaverili, studenti e gruppi antifascisti organizzati si sono presentati in massa circondando un auditorium quasi vuoto. Lo stesso Spencer ha incolpato i manifestanti per il fallimento dell’evento, così come li sta incolpando per il declino della capacità del suo movimento – al quale si ispirano le neo-destre europee, comprese le nostre – di riunire simpatizzanti e militanti in luoghi pubblici.
E il fallimento dell’evento di Spencer non è stato l’unico; nello stesso weekend è fallita una conferenza dell’alt-right programmata a Detroit per la forte contrarietà dell’opinione pubblica e uno degli organizzatori, l’avvocato Kyle Bristow, ha annunciato l’abbandono del movimento della destra radicale.
In tutti gli Usa, diverse iniziative della “March 4 Trump” che vedevano la partecipazione di gruppi dell’alt- right, spesso piccoli, hanno trovato forti ostacoli e quelli che sono stati realizzati sono stati caratterizzati da una cattiva organizzazione e da una scarsa partecipazione. Spencer ha ammesso che il movimento della destra che sembrava vincente è ormai finito in un angolo scuro e che a spingercelo sono stati i determinatissimi militanti antifascisti.
Su The Guardian, Wilson spiega che «Nel corso del 2017 e fino al 2018, gli antifascisti hanno costantemente dimostrato e interrotto le riunioni pubbliche dell’estrema destra» che, dopo le partecipate manifestazioni razziste di Charlottesville, in Virginia, della scorsa estate, ha visto la sua fazione apertamente suprematista e fascista costantemente contrastata e di solito superata in numero dagli antifascisti in tutte le manifestazioni che a tentato di fare in giro per gli Usa.
Mese dopo mese e settimana dopo settimana, i militanti antifascisti statunitensi sono scesi nelle strade e nelle piazze per opporsi pubblicamente alle organizzazione di estrema destra e in alcuni casi, come a Boston il 19 agosto 2017, i raduni della destra bianca suprematista sono stati sovrastati da decine di migliaia di antifascisti e antirazzisti.
Ad essere presi di mira sono stati anche i siti online di organizzazioni dell’estrema destra, attivisti di organizzazioni come Unicorn Riot, attiva dal 2015, sono entrati nei server utilizzati per organizzare eventi come quelli di Charlottesville e hanno reso disponibili ai media i dati delle organizzazioni neofasciste. Per esempio il recente rapporto di ProPublica sull’oscuro gruppo neo-nazista AtomWaffen si basa sulle informazioni fatte trapelare da Unicorn Riot. Questi materiali, così come i resoconti dei media, sono stati utilizzati per identificare i militanti di estrema destra e segnalarli a insegnanti, datori di lavoro e alle comunità in cui vivono. Per molti militanti dell’alt-right questo ha comportato serie conseguenze legali: i partecipanti alla manifestazione razzista di Rightwing Charlottesville sono in attesa di processo per accuse che vanno dall’omicidio allo spergiuro. Nell’Oregon, Andrew Oswalt faceva parte di un’amministrazione studentesca fino a quando è stato identificato come un attivista di estrema destra, ora è accusato di crimini di odio.
Si tratta di un lavoro capillare che sta spingendo i militanti della neo-destra – che non sembrano essere proprio dei cuor di leone – a non partecipare ad eventi troppo pubblicizzati.
L’attivismo antifascista ha messo sotto pressione le principali piattaforme tecnologiche e chi le finanzia perché non diano spazio alle voci dell’estrema destra, e ha avuto successo: dalla fine del 2017, Twitter ha iniziato a escludere in blocco gli account dell’alt-right e di recente YouTube ha aumentato i suoi moderatori per bloccare chi incita all’odio. I militanti dell’estrema destra sono stati quindi costretti a ritirarsi su piattaforme più piccole ma che non garantiscono loro l’audience di Twitter e YouTube.
I gruppi militanti antifascisti sono stati criticati per la loro politica aggressiva durante il primo anno della presidenza Trump da tutto il mondo politico tradizionale (democratici compresi) e la destra li ha additati come i responsabili della violenza e della decadenza morale della nazione, ma ha anche costruito teorie cospirative su una “sovversione rossa”. Anche alcuni esponenti di sinistra hanno messo in dubbio la “saggezza” delle tattiche e della strategia della parte più radicale del movimento antifascista che sembra contigua ai Black Bloc. Ma se è vero che quello della violenza politica è un argomento scivoloso è anche vero che la stragrande maggioranza delle iniziative e delle tattiche antifasciste sono non violente e che quando ci sono stati scontri violenti con i neo-nazi gli antifascisti si sono difesi, in particolare a Charlottesville.
Per quanto riguarda le tattiche usate dagli antifascisti statunitensi, il loro successo è innegabile: hanno fatto fallire eventi dell’alt-right, provocato un calo di militanti e quadri delle organizzazioni di destra, scatenato faide e accuse intestine all’interno di un movimento della destra primatista bianca che stava diventando sempre più violenta. Sotto i continui colpi di un movimento fantasioso, radicale e in grado di intrecciare i suoi temi con quelli dell’ambientalismo, della difesa delle comunità di colore, delle minoranze sessuali e religiose e della democrazia, l’alt-right si sta sgretolando, anche se mantiene un nucleo ideologico forte, ancora attivo e pericoloso. Infatti, la crescita di gruppi di estrema destra come i Proud Boys, fondati solo nel 2016, dimostra che non è necessario esibire le svastiche per compiere atti di violenza politica, e Turning Point USA, un movimento studentesco che si ispira al neoliberismo e vuole limitare i poteri del governo, dimostra come si possa attaccare violentemente la sinistra – con evidenti complicità con neonazisti come quelli del Traditionalist Workers party – mantenendo una parvenza di rispettabilità. Inoltre, da quando Trump è alla Casa Bianca molte idee politiche di estrema destra sono state parzialmente integrate e il risorgere di un antisemitismo esibito pubblicamente ne è solo un indicatore.
Ma dopo la controffensiva antifascista guidata dai giovani e dalla classe lavoratrice progressista che non si è fatta incantare da Trump, è probabile che l’estrema destra suprematista bianca non sopravviverà all’era Trump come il movimento unitario e organizzato che sembrava essere in procinto di diventare e il merito è in gran parte degli antifascisti, che sono sempre più seguiti e credibili.