E il governo di destra israeliano vuole espellere dal Parlamento i deputati dei partiti arabi solidali con i palestinesi

Strage di palestinesi a Jenin. La Cisgiordania è in fiamme. Israele bombarda la Striscia di Gaza

Onu profondamente allarmata per la morte dei palestinesi nel raid israeliano in Cisgiordania

[27 Gennaio 2023]

Dopo l’uccisione di altri 12 palestinesi, Tor Wennesland, il coordinatore speciale delle Nazioni Unite per il processo di pace in Medio Oriente e il rappresentante personale del segretario generale António Guterres presso l’Organizzazione per la liberazione della Palestina e l’Autorità palestinese, nonché l’inviato del segretario generale presso il Quartetto, si è detto «Profondamente allarmato e rattristato” per il continuo ciclo di violenze nella Cisgiordania occupata».

Secondo Wennesland la morte dei primi 9 palestinesi sarebbe avvenuta «Durante un intenso scontro a fuoco in un campo profughi nella città di Jenin», al quale hanno preso parte militanti palestinesi ed esercito israeliano.

L’esercito israeliano ha detto che le  sue truppe «Sono state coinvolte in un’operazione all’alba per arrestare i militanti della Jihad islamica». Invece la presidenza palestinese descrive l’operazione israeliana come «Un massacro» e ha annunciato «La sospensione del  coordinamento della sicurezza con Israele in tutta la Cisgiordania».

Circa 20 altri Palestinesi sono rimasti gravemente feriti durante il raid, in quello che è stato il giorno più mortale nel Territorio Occupato da anni. Altri 12 palestinesi sono rimasti uccisi nelle successive proteste per il massacrodi Jenin. Fino a ieri, almeno 22 palestinesi sarebbero stati uccisi in Cisgiordania dall’inizio dell’anno, compreso un ragazzo di 14 anni,  Un forte aumento della violenza che è coinciso con l’insediamento del governo di estrema destra di Banjamin  Netanyahu. Nel 2022 in tutta la Cisgordania occupata e in Israele erano stati uccisi 150 palestinesi e 20 israeliani.

L’Onu fa notare che «La vasta operazione militare contro i sospetti militanti è l’ultima di una serie di raid israeliani che vanno avanti da 9 mesi». Wennesland aggiunge che «Dall’inizio di quest’anno, continuiamo a testimoniare alti livelli di violenza e altri trend negativi che hanno caratterizzato il 2022» e ha chiesto di «Ridurre immediatamente le tensioni, per evitare ulteriori perdite di vite umane. Esorto sia le autorità israeliane che quelle palestinesi a riportare la calma ed evitare ulteriori violenze».

Ma la tensione invece sale: giovedì sera, un gruppo di coloni israeliani ha attaccato veicoli palestinesi a sud di Nablus, nel nord della Cisgiordania occupata. Secondo l’attivista palestinese Ghassan Daghlas. «I coloni hanno preso a sassate i veicoli palestinesi che passavano alla rotonda Salman Al-Farsi, nella cittadina di Huwwara, danneggiandone alcuni. I coloni hanno cercato di attaccare la vicina cittadina di Madama, a sud di Nablus, prima di essere affrontati dai residenti».

Violenti scontri sono scoppiati  nella notte e nelle prime ore di venerdì, nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme Est, per protestare contro il massacro di Jenin. Secondo InfoPal, «Scontri sono scoppiati nel quartiere di Ain Al-Lawza, nella cittadina di Silwan, nell’area della Gerusalemme occupata, preso d’assalto dalle forze di polizia israeliane, tra pesanti lanci di bombe lacrimogene. Scontri simili sono scoppiati anche nel vicino quartiere di Ras Al-Amud, a Gerusalemme. Scontri sono stati segnalati nella cittadina di Sur Baher, a Al-Tur e nel campo di Shu’afat, tra strette restrizioni israeliane. Sono scoppiati scontri nella cittadina di Nabi Saleh, a nord-ovest di Ramallah, dopo una violenta irruzione delle truppe israeliane. Scontri sono stati segnalati a seguito della violenta repressione israeliana delle marce pacifiche organizzate dai giovani palestinesi a Gerusalemme e in Cisgiordania per protestare contro il massacro israeliano commesso giovedì mattina nella città di Jenin e nel suo campo profughi».

All’alba di stamani, le forze di occupazione israeliane (IOF) hanno lanciato diversi attacchi aerei sulla Striscia di Gaza, provocando ingenti danni alle abitazioni. InfoPal scrive che «Le forze della resistenza hanno risposto immediatamente alle aggressioni israeliane mentre esse erano ancora in corso. Si è trattato di un “attacco preventivo” nello stile criminale israeliano: ieri, giovedì, infatti, le IOF hanno ucciso 12 Palestinesi a Jenin e durante manifestazioni che protestavano con il massacro di 9 giovani. Come a dire, vi massacriamo e se vi ribellate, vi bombardiamo pure».

Fonti della sicurezza a Gaza hanno dichiarato che «Ci sono stati 15 attacchi aerei nelle prime ore di venerdì lanciati da F-16 e altri droni, che hanno bombardato con oltre 20 missili un sito militare appartenente alla resistenza nel campo di al-Maghazi chiamato “Battaglione 13″, distruggendolo. Il sito era stato evacuato dalla resistenza. Gli aerei hanno anche bombardato più volte il sito “Quraysh” situato nel quartiere Tal Al-Hawa, a sud-ovest della città di Gaza. Non ci sono notizie di vittime».

In una dichiarazione, il portavoce dell’esercito israeliano è stato attaccato «Un sito di produzione di missili militari sotterraneo appartenente a Hamas, situato nell’area di al-Maghazi. Gli attacchi aerei sono una risposta al lancio di razzi dalla Striscia di Gaz e causeranno gravi danni al rafforzamento e all’armamento di Hamas. Riteniamo Hamas responsabile di quanto sta accadendo nella Striscia di Gaza. Pagherà il prezzo delle violazioni alla sicurezza contro lo Stato di Israele».

Secondo il  corrispondente di Quds Press a Gaza, questa volta Hamsas avrebbe continuato a lanciare razzi contro Ashkelon e gli insediamenti intorno alla Striscia di Gaza, senza attendere la fine del raid aereo israeliano: «Una salva di missili è stata lanciata dalla Striscia durante l’attacco israeliano alla Striscia, in un momento di interruzione del traffico aereo e dei missili Iron Dome nello spazio aereo gazawi». Ieri la città costiera israeliana Ashkelon, a 30 km da Gaza, è stata investita da una raffica di missili della resistenza palestinese che sono esplosi all’interno della città, senza essere intercettati dal sistema Iron Dome israeliano.

Le Brigate Al-Qassam, l’ala militare di Hamas, hanno annunciato che «Le nostre difese aeree hanno risposto agli attacchi ostili nella Striscia di Gaza con missili terra-aria e missili antiaerei terrestri. Tale risposta rientra nel quadro della lotta contro la continua aggressione israeliana contro il popolo palestinese».  il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha dichiarato che «La valorosa resistenza nella Striscia di Gaza continua a svolgere il suo dovere di difendere il nostro popolo e le nostre santità, e rimarrà lo scudo e la spada del popolo. Salutiamo i combattenti delle Brigate Al-Qassam che hanno affrontato l’aggressione sionista con missili antiaerei e missili anti-terra che hanno confuso l’esercito di occupazione e i suoi coloni. Il bombardamento israeliano della Striscia di Gaza costituisce un’estensione dei crimini dell’occupazione contro il popolo palestinese in Cisgiordania, a Gerusalemme e nei Territori occupati del 1948 (Israele). Il nostro popolo e la sua resistenza hanno il diritto di combattere con ogni mezzo, in risposta all’aggressione dell’occupazione e alla prosecuzione dei suoi crimini».

InfoPal scrive che «Nella Striscia di Gaza regna uno stato di cauta calma, dopo la fine degli attacchi israeliani e la partenza degli aerei da guerra, seppur continuino i voli dei droni».

Intanto, per buttare altra benzina sul fuoco che divampa, il nuovo governo israeliano sta lavorando ad una proposta di legge che potrebbe consentire l’espulsione dei partiti a guida araba dalla Knesset (il parlamento israeliano). A rivelarlo è Times of Israel che riferisce di un disegno di legge, elaborato dal presidente della commissione interna della Knesset, il deputato del Likud Ofir Katz, che prevede che «I deputati che esprimono solidarietà alle vittime palestinesi potranno essere banditi dal parlamento israeliano».

Ayman Odeh, deputato e leader del partito Hadash-Ta’al, ha risposto che «La lotta per la democrazia deve essere una lotta per la democrazia di tutti. Noi, gli arabi, non possiamo bloccare i fascisti da soli, ma senza di noi, anche gli ebrei democratici non possono farlo».

Sabato scorso, circa 80 mila israeliani hanno manifestato a Tel Aviv per protestare contro il piano del governo di rivedere il sistema giudiziario. Netanyahu, che è sotto processo per corruzione, ha difeso la controversa riforma, affermando di avere il mandato di milioni di elettori per attuare i cambiamenti.

Su quanto sta avvenendo nei territori palestinesi occupati è intervenuto il presidente nazionale ANPI  Gianfranco Pagliarulo: «Ancora una strage di palestinesi in un campo profughi: è toccato a Jenin. Da tempo la questione palestinese è scomparsa dall’agenda politica occidentale e in particolare italiana. L’invasione dell’Ucraina e la guerra in corso hanno ulteriormente nascosto la tragedia di quel popolo. Oggi in Israele è insediato un governo di estrema destra con alcuni ministri dichiaratamente fascisti e razzisti, come denunciano tanti democratici e persino conservatori israeliani. Alla strage di Jenin, motivata come “operazione preventiva” contro “una cellula di terroristi”, probabilmente seguirà una serie di reazioni e controreazioni che renderanno ancora più drammatico il pluridecennale conflitto. L’Onu, l’Ue e il governo italiano devono intervenire subito per condannare il massacro e per fermare questa spirale di sangue e per rilanciare finalmente l’unica ragionevole via per pacificare quella terra martoriata a garanzia della sicurezza di Israele e delle libertà e della dignità dei palestinesi: due popoli in due Stati».