Trump e la strage di Las Vegas: non bastano le preghiere
Il Nevada è uno degli Stati con una legislazione meno restrittiva sul possesso di armi
[3 Ottobre 2017]
Secondo il Las Vegas Metropolitan Police Department il “lupo solitario” che ha sparato sulla folla inerme che assisteva ad un concerto di musica country avrebbe ucciso almeno 58 persone e ne avrebbe ferito 515 che sono state trasportate negli ospedali vicini.
Le promesse di immediata sicurezza fatte da Donald Trump in campagna elettorale si sono rivelate inefficaci per impedire che si verificassero le sparatorie di massa e che atti terroristici – anche se così non li si vuol chiamare – di “lupi solitari”, spesso bianchi e suprematisti o semplicemente mossi da odio per la società, rivelassero quel che Trump e i repubblicani (ma anche molti democratici) non vogliono ammettere: il nemico più pericoloso è quello interno, può avere il volto di un ricco pensionato o di uno studente neonazista che trovano facilmente armi da guerra grazie alle leggi votate (o non votate) da quegli stessi politici che promettono sicurezza assoluta ai bravi cittadini americani patriottici. .
Il 64enne Stephen Paddock autore della strage aveva più di 10 armi da guerra nella camera d’albergo dalla quale ha semint morte e terrore prima di suicidarsi. Ma, come scrive ThinkProgress, «Anziché affrontare la questione delle politiche di controllo delle armi, molti legislatori, tra cui il presidente stesso, hanno fatto ricorso alla retorica “pensieri e preghiere”», dalla quale non è mai venuta nessun cambiamento reale.
Un contrito ma non pentito Donald Trump è comparso in televisione per esprimere le condoglianza alle vittime e alle loro famiglie e ha parlato di sconfiggere il male, senza dire che quel diabolico pensionato bianco poteva disporre di un arsenale solo grazie all’ossessione per le armi dei repubblicani e al loro patto economico/politico con chi le spaccia e le propaganda: la National Rifle Association (Nra).
Le reazioni dei politici statunitensi alla strage di Las Vegas sono molto significative: il senatore Dean Heller, che ha co-sponsorizzato per tre volte leggi per difendere il diritto a possedere armi – e che per questo è stato gratificato con il massimo dei voti (rating A) dalla Nra – ha twittato contro il terribile atto di volenza e, naturalmente, ha detto di pregare per le vittime.
Sembrano essere in fervente preghiera anche gli altri repubblicani del Congresso che sostengono l’Nra e che hanno respinto ogni tentativo dell’ex presidente Barack Obama di mettere (timidamente) sotto controllo la vendita di armi, almeno quelle da guerra. Ha detto di pregare per le vittime anche il repubblicano Jeff Duncan, che insieme all’altro repubblicano Steve Scalise a giugno ha sponsorizzato la liberalizzazione della vendita dei silenziatori per le pistole, rimuovendoli dall’elenco degli articoli regolamentati dalla legge nazionale sulle armi da fuoco del 1934, rendendo cosi più facile comprarli.
“Pensieri e preghiere” per i morti di Las Vegas anche dalla leader del partito Nancy Pelosi, dal senatore democratico Chuck Schumer e dall’ex presidente Obama. E i democratici del Congresso hanno inviato messaggi simili, solo alcune dichiarazioni chiedono un controllo più rigoroso delle armi. Tra queste spicca quella del senatore democratico Chris Murphy, che viene dal Connecticut, dove c’è stata la strage delle scuole di Sandy Hook, nella quale sono morte 27 persone, e che è un deciso sostenitore di una legislazione più rigorosa sul controllo delle armi. Murphy è stato tra i pochi mettere il dito nella piaga, definendo i pensieri e le preghiere di deputati e senatori «vuoti e crudeli».
Infatti, in realtà siamo alle lacrime di coccodrillo e i “Pensieri e preghiere” di molti politici repubblicani, a cominciare da Trump, sono solo l’ipocrisia non più sostenibile di persone che ricevono generose donazioni dalla Nra e che hanno costantemente, testardamente e convintamente votato contro qualsiasi legge di riforma sulle armi, il solo modo che impedire che i “lupi solitari” che seminano periodicamente il terrore negli usa entrino in possesso delle armi militari che permettono loro di commettere stragi.
Il Law Center to Prevent Gun Violence fa presente che il Nevada è addirittura uno degli Stati Usa con una legislazioni tra le meno restrittive in materia di possesso di armi: anche se nel 2016 è stato fatto un referendum per chiedere più controlli sulla vendita di armi e lo Stato sta per approvare una legge che proibirebbe a chi si è reso colpevole di abusi domestici di possedere un’arma, in Nevada non è prevista nessuna autorizzazione per acquistare armi o tempi di attesa per controllare se si è idonei a farlo. Inoltre, il Nevada non consente alle amministrazioni locali di normare in alcun modo il possesso di armi da fuoco ed è uno dei 33 Stati Usa dove è legale sparare contro chi viene considerato un “aggressore”, anche se non è armato.
In Nevada è anche legale girare armati e lo Stato non vieta l’acquisto delle armi di assalto usate da Paddock per compiere la sua terribile strage. Non esiste un limite numerico per il possesso di armi d guerra e non occorre nessun permesso per acquistarle e non c’è nessun obbligo di registrarle ed è legale portarle in evidenza o nascoste anche nei bar o nei ristoranti e anche da ubriachi.
E’ legale entrare armati anche nei casinò e sulla Las Vegas strip, anche se la maggior parte dei casinò chiede ai clienti depositare le armi se si accorgono che ne hanno una.
Secondo la polizia di Las Vegas, Paddock si è registrato tranquillamente il 28 settembre al casinò hotel Mandalay Bay, nonostante avesse numerose armi da fuoco, alcune delle quali sicuramente a automatiche.
Il Law Center to Prevent Gun Violence spiega che teoricamente, le armi completamente automatiche sono illegali dal 1986, ma il trasferimento di mitragliatrici legalmente possedute prima del 19 maggio 1986 è ancora legale. Insomma, fatta la legge trovato l’inganno. Un inganno crudele, che ingrassa la Nra e i politici che finanzia e che sparge sangue lungo tutti gli Usa.