Ucraina: l’Onu chiede indagini indipendenti sulla strage di Bucha

Gli Ucraini: è un genocidio. I russi: provocazione del governo e dell’estrema destra ucraini

[4 Aprile 2022]

Il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres, ha chiesto un’indagine indipendente sull’uccisione di civili nella città ucraina di Bucha, un sobborgo della capitale, Kiev.

I media internazionali hanno pubblicato i corpi trovati nelle strade e nei cortili della città dopo la ritirata dell’esercito russo dall’area dopo settimane di intensi combattimenti.

Guterres ha scritto sul suo account Twitter ufficiale: «Sono profondamente scioccato dalle immagini dei civili uccisi a Bucha, in Ucraina. E’ essenziale che un’indagine indipendente porti a una responsabilità effettiva».

Osnat Lubrani, coordinatore umanitario Onu per l’Ucraina, ha condiviso la dichiarazione di Guterres su Twitter e ha aggiunto: «Gli ucraini stanno sopportando un inferno in vita da più di un mese, migliaia di civili sono morti. Questa guerra orribile deve finire».

L’Onu continua a premere per la fine della guerra in Ucraina, che già il 22 marzo Guterres ha definito «Impossibile da vincere».

Intanto Ucraina e Russia si scambiano accuse sulla strage di civili a Bucha: gli ucraini mostrano le foto di corpi che sembrano colpiti – e addirittura giustiziati sommariamente – dai soldati russi in ritirata, invocando un’indagine del tribunale internazionale per crimini di guerra e genocidio, i russi rispondono che non sono stati loro a compiere la strage e che si tratterebbe di una montatura del governo ucraino o di una provocazione delle milizie di estrema destra ucraine.

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky, ha definito i soldati russi «Assassini, torturatori e stupratori» e ha denunciato che a Bucha «Centinaia di persone sono state uccise (…)  «I Civili sono stati torturati e giustiziati. Voglio che ogni madre di ogni soldato russo veda i corpi delle persone uccise a Bucha, a Irpin, a Hostomel».

La portavoce del ministero degli esteri russo,  Maria Zakharova,  è intervenuta in diretta in un programma del canale Rossiya 1 per smentire tutto: «In questo caso, penso che solo il fatto che queste dichiarazioni siano state fatte nei primi minuti dopo la pubblicazione del materiale non lascia dubbi su chi ha commissionato la storia. Bisogna tenere conto di un aspetto: capi di Stato, capi di ministero degli Esteri, attivisti sociali e, tra l’altro, ex politici hanno rilasciato dichiarazioni basate esclusivamente sui materiali video, video che durano pochi minuti, o anche meno di un minuto e immagini diverse».

I dicono che si tratterebbe di una campagna occidentale per distogliere l’attenzione dai maltrattamenti  – e dalle gambizzazioni – che subiscono i militari russi prigionieri degli ucraini e per «Distogliere l’attenzione” dopo che le informazioni sui laboratori biologici statunitensi e il coinvolgimento di Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, nel loro finanziamento sono diventate pubbliche».

Poi il ministero della Difesa russo ha  bollato  come “provocazione” le immagini che mostrano i cadaveri dei civili per le strade di Bucha , dicendo che «Si tratta di una messa in scena creata per i media occidentali. Mentre questa città era sotto il controllo delle forze armate russe,  nessun residente locale è stato vittima  di azioni violente». Poi il ministero russo ha sottolineato che «I russi  non hanno mai bloccato le uscite da Bucha  e che tutti i residenti locali hanno avuto l’opportunità di lasciare liberamente la città in direzione nord, inclusa la Bielorussia».

Il ministero ha evidenziato che «Tutto l’esercito russo ha lasciato Bucha il 30 marzo, mentre le immagini sono state trasmesse  quattro giorni dopo , quando sono arrivati ​​in città membri del Servizio di sicurezza ucraino e della televisione locale. I fatti confermano inconfutabilmente  che le foto ei video di Bucha sono un’altra messa in scena del regime di Kiev per i media occidentali, come è successo a Mariupol con la maternità, così come in altre città».

Tesi abbastanza ardue da sostenere, visto che i giornalisti occidentali che sono arrivati a Bucha al seguito dell’esercito ucraino – tra i quali molti fotografi e giornalisti indipendenti –  confermano che non si tratta di una messa in scena ma di civili uccisi – anche da spari ravvicinati, vere e proprie esecuzioni – e lasciati per strada.

I leader occidentali parlano di genocidio e stanno prendendo in considerazione un embargo totale sul petrolio russo. Ma Mosca  ha chiesto  per oggi una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu per discutere delle «Flagranti provocazioni dei radicali ucraini a Bucha» per  «Smascherare i provocatori ucraini ei loro protettori occidentali».

Quel che è certo è che la strage di Bucha rischia di far deragliare i negoziati di pace e che a pagare il prezzo di questa guerra sono, come sempre, soprattutto i civili. Nel suo ultimo aggiornamento pubblicato ieri, United Nations High Commissioner for Human Rights (OHCHR) ha rivelato che dal  24 febbraio, quando la Russia ha invaso l’Ucraina, «Sono state registrate 3.455 vittime civili» e di queste «Un totale di 1.417 uccisi (293 uomini, 201 donne, 22 ragazze e 40 ragazzi, oltre a 59 bambini e 802 adulti il ​​cui sesso è ancora sconosciuto); un totale di 2.038 feriti (241 uomini, 187 donne, 41 ragazze e 38 ragazzi, oltre a 92 bambini e 1.439 adulti il ​​cui sesso è ancora sconosciuto) . Nelle regioni di Donetsk e Luhansk: 1.504 vittime (468 morti e 1.036 feriti); Nel territorio controllato dal governo: 1.185 vittime (401 morti e 784 feriti); Nel territorio controllato dalle “repubbliche” autoproclamate: 319 vittime (67 morti e 252 feriti); In altre regioni dell’Ucraina (la città di Kiev e le regioni di Cherkasy, Chernihiv, Kharkiv, Kherson, Kyiv, Mykolaiv, Odessa, Sumy, Zaporizhzhia, Dnipropetrovsk e Zhytomyr), che erano sotto il controllo del governo quando si sono verificate le vittime: 1.951 vittime (949 uccisi e 1.002 feriti)».

L’ OHCHR evidenzia che «La maggior parte delle vittime civili registrate sono state causate dall’uso di armi esplosive con un’ampia area di impatto, compresi i bombardamenti di artiglieria pesante e sistemi di lancio multiplo di razzi, missili e attacchi aerei. L’OHCHR ritiene che le cifre effettive siano considerevolmente più elevate, poiché la ricezione di informazioni da alcuni luoghi in cui sono in corso intense ostilità è stata ritardata e molti rapporti sono ancora in attesa di conferma. Ciò riguarda, ad esempio, Mariupol e Volnovakha (regione di Donetsk), Izium (regione di Kharkiv), Popasna (regione di Luhansk) e Irpin (regione di Kiev), dove si affermano numerose vittime civili. Queste cifre vengono ulteriormente confermate e non sono incluse nelle statistiche di cui sopra. L’OHCHR prende atto del rapporto dell’Ufficio del procuratore generale dell’Ucraina, secondo il quale alle 8:00 del 3 aprile (ora locale), 158 bambini erano stati uccisi e almeno 258 feriti».

Il primo aprile, Guterres aveva sottolineato che «L’Onu sta facendo tutto ciò che è in suo potere per sostenere le persone le cui vite sono state sconvolte dalla guerra in Ucraina. Gli operatori umanitari hanno raggiunto più di 1,4 milioni di persone, principalmente nell’est, ma questo non basta. Abbiamo bisogno di un accesso sicuro e senza ostacoli a tutte le aree».

La guerra ha  causato lo sfollamento di oltre 10 milioni di persone, sia all’interno dell’Ucraina e che fuori dai suoi confini come rifugiati. Il 31 marzo, durante la sua visita in Ucraina, l’alòto commissario per i diritti umani dell’Onu, Filippo Grandi, ha detto che «La velocità dello sfollamento, unita all’enorme numero di persone colpite, non ha precedenti in Europa nella memoria recente. I civili stanno soffrendo e più di 10,5 milioni di persone sono state sfollate in Ucraina o all’estero come rifugiati, circa un quarto della popolazione. In totale, si stima che 13 milioni di persone abbiano urgente bisogno di assistenza umanitaria in tutto il Paese. Ho parlato con donne, con bambini, che sono stati gravemente colpiti da questa guerra. Costretti a fuggire a livelli straordinari di violenza, hanno lasciato le loro case e spesso le loro famiglie, il che li ha lasciati scioccati e traumatizzati. I bisogni di protezione e umanitari sono enormi e continuano a crescere. E sebbene sia estremamente urgente, l’aiuto umanitario da solo non può fornire loro ciò di cui hanno veramente bisogno, e questa è la pace».

Dopo essersi incontrato con diversi esponenti del governo ucraino, grandi ha detto: «Sono profondamente colpito dalla leadership umanitaria e dalla risposta di tutti i livelli di governo del Paese, nonché dall’altruismo e dalla resilienza del popolo ucraino, che ospita milioni di connazionali sfollati». Gran di ha ricordato che «L’UNHCR, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati, opera in Ucraina da 28 anni e sta concentrando la sua risposta su protezione, rifugi di emergenza, denaro e sostegno in natura, sotto la guida generale del governo e in coordinamento con l’intero sistema delle Nazioni Unite» e ha aggiunto: «L’intero sistema umanitario sta facendo tutto il possibile per raggiungere le persone bisognose in tutto il Paese, ma deve essere garantita la sicurezza degli operatori umanitari e dei civili che ricevono assistenza. Questo è un principio fondamentale del diritto umanitario internazionale che deve essere rispettato. Le vite dipendono da questo». Grandi ha concluso rivolgendo un appello alla comunità internazionale affinché fornisca risorse ancora maggiori (1,7 miliardi di dollari) alla risposta umanitaria: «Il sostegno e la solidarietà mostrati finora da donatori, Paesi vicini e privati ​​di tutto il mondo sono stati notevoli. Ma i bisogni qui in Ucraina stanno crescendo e la comunità internazionale deve continuare a stare con gli ucraini bisognosi».