I russi vogliono negoziare la resa a Minsk, in Bielorussia, gli Ucraini a Varsavia, in Polonia

Ucraina, Putin invoca un golpe militare: «L’esercito ucraino prenda il potere nelle sue mani»

Il presidente russo: sarebbe più facile negoziare con l'esercito ucraino che con il governo e i neo-nazisti di Kiev

[25 Febbraio 2022]

I soldati russi sono a Kiev, la capitale Ucraina è praticamente già caduta dopo la guerra lampo di Vladimir Putin  e già nei giorni scorsi il ministro della difesa russa Igor Konashenkov aveva detto di trattare bene i militari ucraini (molti dei quali russofoni) che si stavano arrendendo quasi senza combattere di fronte alla inarrestabile avanzata dei carrarmati di Mosca.

Oggi il presidente russo, durante la riunione del suo Consiglio di sicurezza, ha invocato un golpe militare in stile cileno o africano: «Le forze armate ucraine dovrebbero prendere il potere e  negoziare la pace con Mosca». Poi ha accusato il governo di Kiev e i neo-nazisti delle milizie nazionaliste di aver usato i civili come scudi umani durante l’offensiva russa in Ucraina.

Le strade verso ovest sono piene di profughi e un Putin vincitore ha detto che «L’esercito ucraino non deve permettere al suo governo di usare i suoi figli, mogli e persone care come scudi umani. Prendete il potere nelle vostre mani».  Putin ha apertamente sostenuto «L’esercito sarebbe un partner negoziale migliore di un gruppo di tossicodipendenti e neonazisti che si sono trincerati a Kiev e hanno tenuto il popolo in ostaggio».

Sembra la favola tragica del lupo e dell’agnello che si abbeverano sulle rive gelide del Dnieper.

Già stamattina, sia Mosca che Kiev avevano espresso una certa disponibilità a impegnarsi in colloqui di pace, ma questo non ha fermato i combattimenti. Come rivela la putiniana Russian Television (Rt) «Il Cremlino dice di aver suggerito la capitale bielorussa Minsk come sede dei colloqui, ma l’Ucraina ha rifiutato e ha detto che dovrebbe essere la polacca Varsavia».  Ma i vincitori sono i russi e difficilmente tratteranno con i perdenti in uno dei Paesi più russofobi e per giunta della NATO.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov accusa Kiev di aver interrotto del tutto le comunicazioni, ordinando alle unità militari di prendere posizione nelle aree popolate della capitale ucraina. Gli ucraini dicono che è stato Putin a interrompere il dialogo avviato invitando i militari a prendere il potere estromettendo il presidente eletto Vladimir Zelensky.

Durante una conferenza stampa Peskov ha dato la versione russa di quanto è accaduto: «Zelensky ha rilasciato una dichiarazione sulla sua disponibilità a discutere dello status neutrale dell’Ucraina. Su questo suggerimento, Putin ha accettato di incaricarsi di organizzare tali colloqui a Minsk. Ha telefonato al [presidente bielorusso] Lukashenko e ha convenuto che la parte bielorussa avrebbe fatto tutto possibile organizzare l’arrivo delle delegazioni nel miglior modo possibile e garantire la sicurezza e le condizioni per i negoziati. Secondo le istruzioni del presidente, è stata costituita una delegazione di rappresentanti del ministero della Difesa, del ministero degli Affari esteri e dell’amministrazione presidenziale. Questa informazione è stata comunicata agli ucraini. Dopo una breve pausa, hanno detto che stavano riconsiderando l’idea di Minsk e che volevano Varsavia, e hanno interrotto la comunicazione. C’è stata una pausa, che è durata a lungo ed è accompagnata, purtroppo, dal dispiegamento di lanciatori multipli di razzi da parte degli elementi nazionalisti nelle aree residenziali delle principali città, inclusa Kiev. Questa è una situazione estremamente pericolosa. Vogliamo essere completamente trasparenti al riguardo».

Si annuncia nuovo sangue e una disperata difesa di quel che resta di un governo indipendente in Ucraina. Kiev è sola e la breve parabola politica del comico Zelensky divenuto presidente sembra finire in tragedia.

I soldati russi sono già schierati nell’aeroporto di Hostomel nella regione di Kiev per bloccare la capitale ucraina a ovest, e hanno occupato anche la  città di Chernigov, vicinissima alla capitale ucraina.  Nell’aeroporto sarebbero atterrati più di 200 elicotteri da combattimento russi. Il ministro della difesa russo ha detto che  «Le forze armate russe hanno distrutto 118 strutture infrastrutturali militari tra cui: 11 aeroporti militari, 13 posti di comando e centri di comunicazione delle forze armate ucraine, 14 sistemi missilistici antiaerei S-300 e OSA, 36 stazioni radar. Inoltre, sono stati abbattuti 5 caccia, un elicottero e 5 droni. 18 carri armati e altri veicoli corazzati da combattimento, 7 lanciarazzi multipli, 41 veicoli militari speciali e 5 navi da combattimento sono stati distrutti». Solo oggi, 150 soldati ucraini hanno deposto le armi e si sarebbero arresi all’esercito russo, tra loro ci sono gli 82 soldati schierati a difesa dell’isola dei serpenti, nel Mar Nero.

Konashenkov  ha detto che nella battaglia per conquistare l’aeroporto di Hostomel  «Sono stati eliminati più di 200 nazionalisti che facevano parte delle unità speciali ucraine. Non ci sono perdite nelle forze armate russe», cosa che sembra abbastanza inverosimile.

Konashenkov ha ricostruito anche la conquista della centrale nucleare di Chernobyl: «Durante l’operazione speciale in Ucraina, il 24 febbraio le truppe aviotrasportate russe hanno stabilito il controllo della centrale nucleare di Chernobyl, situata a un centinaio di chilometri a nord di Kiev. Al fine di impedire a nazionalisti e terroristi di approfittare della situazione per organizzare una provocazione nucleare, giovedì l’esercito russo ha stabilito il controllo della centrale nucleare di Chernobyl. Il 24 febbraio, unità delle truppe aviotrasportate russe hanno preso il controllo del territorio intorno alla centrale nucleare di Chernobyl. I militari russi e un battaglione di guardie ucraine hanno deciso di mettere in sicurezza congiuntamente i reattori della centrale e il sarcofago. La radioattività non eccedeva la norma e il personale dell’impianto continuava a svolgere le proprie mansioni».