World migration report: aumento di profughi e migranti interni nonostante il Covid-19
I migranti internazionali sono solo il 3,6% della popolazione mondiale
[2 Dicembre 2021]
Il World Migration Report 2022 pubblicato dall’ International Organization for Migration (IOM) rivela «Un drammatico aumento degli sfollamenti interni a causa di disastri, conflitti e violenze in un momento in cui la mobilità globale si ferma a causa delle restrizioni ai viaggi del Covid-19».
L’11esimo World Migration Report dell’OIM, attinge agli ultimi dati provenienti da tutto il mondo per spiegare le principali tendenze migratorie e le questioni che stanno emergendo nell’orizzonte delle politiche migratorie e la sua redattrice Marie McAuliffe, evidenzia che «Questo rapporto è diverso da qualsiasi altra edizione del World Migration Report. Sono successe così tante cose in materia di migrazione e mobilità negli ultimi due anni e in questo rapporto riuniamo dati chiave, ricerche e analisi per mostrare come le tendenze a lungo termine siano state alterate dal Covid-19 e come siano stati colpiti i migranti in tutto il mondo».
Secondo il direttore generale dell’IOM António Vitorino, «Stiamo assistendo a un paradosso mai visto prima nella storia umana. Mentre miliardi di persone sono state effettivamente bloccate dal Covid-19, decine di milioni di altre sono state sfollate all’interno dei propri Paesi».
Nel 2020 a livello globale il numero di passeggeri sugli aerei è sceso del 60% fino a 1,8 miliardi (dai 4,5 miliardi nel 2019) mentre allo stesso tempo lo sfollamento interno dovuto a disastri, conflitti e violenze è salito a 40,5 milioni (dai 31,5 milioni nel 2019).
Secondo il rapporto, in tutto il mondo il numero di migranti internazionali è cresciuto da 84 milioni nel 1970 a 281 milioni nel 2020 e «Anche se, se si tiene conto della crescita della popolazione mondiale, la percentuale di migranti internazionali è passata solo dal 2,3% al 3,6% della popolazione mondiale». Questo significa anche però che l’invasione dei migranti non c’è stata, visto che il 96,4% degli esseri umani vive nel Paese in cui è nato e che i migranti e profughi interni sono molti di più di quelli che fuggono all’estero. Inoltre, nonostante si continuino a erigere muri nel gelo del confine tra Polonia e Bieloirussia e che sulla rotta mediterranea continuino ad annegare profughi e migranti, nel 2020, a causa del Covid-19, il numero di migranti internazionali è stato inferiore, di circa 2 milioni, a quello che sarebbe stato altrimenti.
Il rapporto fa notare che di tutti i profughi e migranti che vivono e lavorano nel mondo «L’Europa e l’Asia hanno ospitato rispettivamente circa 87 e 86 milioni di migranti internazionali, che rappresentano il 61%del flusso migratorio internazionale globale». Seguono il Nord America, con quasi 59 milioni di migranti internazionali, pari al 21% del totale, l’Africa al 9%, l’America Latina e i Caraibi al 5% e l’Oceania al 3%. Ma «Se confrontate con la dimensione della popolazione in ciascuna regione, le quote di migranti internazionali sono più alte in Oceania, Nord America ed Europa, dove rappresentano, rispettivamente, il 22%, 16% e 12%. In confronto, la quota è relativamente piccola in Asia e Africa – rispettivamente 1,8% e 1,9% – e in America Latina e Caraibi, 2,3%».
Negli ultimi 20 anni è stata l’Asia e non l’Europa a registrare la maggiore crescita di migranti internazionali con il 74%, pari a circa 37 milioni di persone in termini assoluti. Seguono Europa, Nord America e Africa.
L’IOM fa notare che «Sebbene solo una piccola parte della popolazione mondiale si qualifichi come migrante internazionale, esiste un’ampia variazione a livello nazionale. In alcuni paesi, come gli Emirati Arabi Uniti, ad esempio, oltre l’88% della popolazione rientra in questa designazione».
Il rapporto rileva un aumento complessivo delle rimesse dei migranti internazionali negli ultimi decenni: da 126 miliardi di dollari nel 2000 a 702 miliardi di dollari nel 2020 ed evidenzia che «Si prevedeva un forte calo di questi trasferimenti effettuati dai migranti direttamente alle famiglie o alle comunità nei loro paesi di origine a causa della pandemia, ma il 2020 ha visto solo un leggero calo del 2,4% rispetto all’anno precedente».
India, Cina, Messico, Filippine ed Egitto sono stati i primi 5 Paesi destinatari delle rimesse, anche se India e Cina siano ben al di sopra degli altri, con totali superiori rispettivamente a 83 e 59 miliardi di dollari. I Paesi ad alto reddito sono quasi sempre la principale fonte di rimesse. Per decenni, gli Stati Uniti sono stati costantemente in testa alla classifica, seguiti da Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Svizzera e Germania.
L’IOM ricorda che chi vuole davvero informarsi su questo fenomeno umano, geopolitico ed economico ed ora anche ambientale ora, grazie al World Migration Report dispone di una vasta gamma di materiali di reportistica per l’era digitale: «La piattaforma interattiva online consente agli utenti di esplorare e interagire con i dati chiave in modo altamente visivo e coinvolgente». All’inizio di quest’anno l’edizione 2020 del World Migration Report ha vinto l’oro agli International Annual Report Design Awards 2021.
E’ stato sviluppato anche un toolkit per educatori online per supportare gli insegnanti di tutto il mondo nel tentativo di fornire materiali didattici equilibrati, accurati e interessanti sui fondamenti della migrazione e dei migranti per adolescenti e giovani adulti e il World Migration Report è diventato una fonte chiave per i fact-checker, aiutandoli a confutare le notizie false sulla migrazione diffuse a piene mani anche in questi giorni dai leader della destra sovranista italiane ed europea. L’edizione 2022 ha ora un nuovo e semplice toolkit per verificare i fatti per aiutare a sfatare i falsi miti sulla migrazione. Oltre all’analisi dei dati, il rapporto copre argomenti specifici per quei lettori che necessitano di contenuti più approfonditi. Gli argomenti trattati includono la migrazione e il cambiamento climatico a insorgenza lenta; legami tra pace e sviluppo con la migrazione; tratta di esseri umani nei percorsi migratori; impatti del CovidD-19; disinformazione sulla migrazione; contributi dei migranti in un’era di disinformazione: l’intelligenza artificiale e la migrazione, che sono informazioni tempestive e di grande rilevanza sia per gli esperti e gli informatori che per l’opinione pubblica in generale.