In Romania lo shale europeo trova uno stop
Il villaggio anti-fracking blocca i test della Chevron
[15 Ottobre 2013]
Un convoglio di veicoli appartenente alla multinazionale statunitense Chevron, che volevano effettuare trivellazioni di prova per avviare il fracking nella Romania orientale, a 200 km a nord-est da Bucarest, si sono trovati la strada sbarrata da circa 400 abitanti del villaggio di Pungesti, tra cui molti bambini e donne, che hanno occupato il campo dove la Chevron voleva iniziare la prima perforazione esplorativa.
I manifestanti hanno costretto il convoglio a tornare indietro mentre i manifestanti, alcuni dei quali contadini con i loro carri ancora trainati dai cavalli, urlavano «Andatevene a casa».
La fratturazione idraulica degli scisti per cercare gas e petrolio ha scatenato proteste in tutto il mondo, sia per l’impatto ambientale che per la tecnica del fracking utilizzata per “liberare” gli idrocarburi. Ma la Chevron e il governo rumeno probabilmente non si aspettavano che insorgesse una piccola comunità rurale in una delle aree più povere della Romania e dell’Unione europea.
«Non li lasceremo perforare qui. Se dovremo, moriremo per questo – ha detto uno dei capi dei dimostranti, li Gheorghe Hrum, una guardia forestale in pensione – Sono venuti con poliziotti e guardie del corpo per i spaventarci, ma tutto quello che vogliamo è quello di essere lasciati in pace, anche se siamo poveri».
I manifestanti, dopo aver bloccato il gigante etrolifero americano, hanno invitato il primo ministro rumeno Victor Ponta a rassegnare le dimissioni, accusandolo di non rispettare gli impegni che aveva preso prima di prendere il potere di bloccare lo shale gas in Romania e di non dare concessioni esplorative alla Chevron.
La multinazionale ha invece ottenuto permessi esplorativi per lo shale gas nel territorio di 3 villaggi della Romania orientale e sulla costa del Mar Nero e sostiene che tutte le sue attività «Sono e continueranno ad essere condotte in conformità con le leggi romene, i requisiti Ue e d i rigorosi standard industriali».
Ma i poveri contadini romeni non ci credono, e sembra che sarà molto dura convincerli.