Anomalie nei tessuti delle ostriche anni dopo il disastro petrolifero della Deepwater Horizon
Una baseline per misurare l'impatto dell'inquinamento da petrolio su specie economicamente ed ecologicamente importanti
[10 Settembre 2021]
Il 20 aprile 2010, la piattaforma di perforazione petrolifera Deepwater Horizon (DWH) esplose al largo della costa della Louisiana, provocando la peggiore marea nera della storia con oltre 4 milioni di barili di petrolio sversati nel Golfo del Messico. Anche se l’impatto a breve termine della fuoriuscita di greggio sulla fauna selvatica locale sia stato ampiamente studiato dagli scienziati e discusso sui media, c’è stata relativamente poca ricerca sugli effetti a lungo termine del disastro. Il nuovo studio “Metaplasia of respiratory and digestive tissues in the eastern oyster Crassostrea virginica associated with the Deepwater Horizon oil spill”, pubblicato su PLOS ONE da un team di ricercatori della Nova Southeastern University (NSU), California Academy of Sciences, South Dakota School of Mines and Technology (SDSMT) e Kent State University, dimostra che «Le ostriche orientali della costa del Golfo hanno tassi significativamente più alti di metaplasia, una condizione che può causare anomalie tissutali debilitanti, rispetto a quelle provenienti da una regione non colpita dalla fuoriuscita di petrolio della DWH, anche diversi anni dopo l’evento, sollevando preoccupazioni per la salute delle specie economicamente ed ecologicamente importanti».
Uno degli autori dello studio, Peter Roopnarine, curatore di zoologia e geologia degli invertebrati alla California Academy of Sciences, «E’ preoccupante trovare un’incidenza così alta di metaplasia. Le ostriche orientali non sono solo un anello importante nella catena alimentare dell’ecosistema, ma sono anche ingegneri ecosistemici, che formano barriere coralline che riparano altri organismi e proteggono le aree costiere dalle mareggiate».
La metaplasia è una condizione reversibile in cui alcune cellule differenziate di un organismo cambiano tipo a causa dello stress ambientale. Poiché le cellule differenziate hanno ruoli specializzati, come il modo in cui le cellule del nostro intestino facilitano l’assorbimento dei nutrienti, il passaggio a un tipo diverso può inibire la salute generale dell’organismo. L’autrice principale dello studio, Deanne Roopnarine della NSU, spiega che «Negli esseri umani, la metaplasia si trova comunemente nelle cellule polmonari esposte allo stress estremo del fumo di sigaretta. Quando mio fratello Peter ha detto che stava facendo ricerche sull’impatto della fuoriuscita di petrolio della Deepwater Horizon sulle ostriche, mi sono chiesta se potessero mostrare segni di metaplasia o altri impatti istologici e alla fine ho aderito al progetto».
Dopo essere state raccolte da Laurie Anderson della SDSMT – altra autrice dello studio, le ostriche sono state inviate alla Roopnarine e gli studenti universitari del suo laboratorio hanno passato mesi a sgusciarle, a sezionare i loro tessuti interni, a fissare i tessuti ai vetrini e colorare i vetrini e a confrontare le strutture cellulari delle ostriche orientali della costa del Golfo con quelle della baia di Chesapeake che non sono state colpite dalla fuoriuscita di petrolio della DWH.
I ricercatori hanno così scoperto che «Le ostriche dei siti di studio del Golfo del Messico avevano tassi significativamente più alti di metaplasia lungo il tratto digestivo e respiratorio rispetto a quelle della baia di Chesapeake, comprese le ostriche campionate fino al 2013, tre anni dopo la fuoriuscita di petrolio della DWH».
La Roopnarine sottolinea che «Le differenze che abbiamo riscontrato tra le ostriche sono state devastanti. Quelle di Chesapeake Bay avevano bellissime branchie ciliate, che usano per aiutare a filtrare le particelle di cibo, mentre alcune di quelle della costa del Golfo non avevano affatto ciglia. Quando l’ho visto ho pensato, come si nutrono e come sopravvivono questi animali?»
Una teoria su come le ostriche potrebbero sopravvivere è che si sono adattate a convivere con la metaplasia e altri impatti dell’industria dell’estrazione petrolifera, che opera nella regione da quasi un secolo. Tuttavia, senza campioni di tessuto di ostriche orientali prima della marea nera della DWH, tuttavia, i ricercatori dicono che «I dati di base non sono sufficienti per determinare se i tassi di metaplasia nelle popolazioni della costa del Golfo siano stati direttamente colpiti dall’evento». Il team di ricerca spera che i suoi risultati «Ispirino lavori di monitoraggio più approfonditi e a lungo termine per le ostriche orientali e altre specie importanti ma spesso trascurate lungo la costa del Golfo che potrebbero essere influenzate negativamente dalle continue fuoriuscite di petrolio nella regione, come quelle riportate a seguito di Uragano Ida».
Però, Peter Roopnarine, conclude: «Finché continueremo a estrarre petrolio dagli oceani del nostro pianeta, continueremo a esporre gli ecosistemi costieri alla contaminazione. Speriamo che questo studio e i suoi campioni, che ora sono conservati nelle collezioni scientifiche dell’Accademia per i futuri ricercatori, portino a una migliore comprensione di come le fuoriuscite di petrolio abbiano un impatto diretto su quelle comunità».