AquaPlan per illuminarsi di meno, anche nell’acqua
L’università di Pisa coordina il progetto internazionale per diminuire l’inquinamento luminoso e acustico in laghi, fiumi e mari
[9 Febbraio 2024]
Nei giorni scorsi ha preso ufficialmente il via all’università di Pisa il progetto Aquatic Pollution from Light and Anthropogenic Noise: Management of Impacts on Biodiversity (AquaPLAN) che sarà sviluppato da un consorzio composto da 13 partner provenienti da 5 Stati membri dell’Unione europea (Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Irlanda), 3 Paesi associati a Horizon Europe (Norvegia, Israele, Regno Unito) e un partner associato dell’Australia. Il partenariato vede la collaborazione di 5 istituti/centri di ricerca, 6 università e 2imprese private e punta a «Gestire l’impatto dell’inquinamento luminoso e acustico di laghi, fiumi e mari e difendere la biodiversità dei sistemi acquatici» grazie a un finanziamento europeo di circa 2,6 milioni di euro. Per 4 anni sino al 2027, l’Università di Pisa coordinerà questo partenariato internazionale con lo scopo di studiare gli impatti e suggerire soluzioni per mitigare questi tipi di inquinamento.
Elena Maggi, coordinatrice del progetto e docente di ecologia al Dipartimento di biologia dell’università di Pisa, spiega che «Negli ultimi decenni sappiamo di più sugli impatti dell’inquinamento luminoso e acustico (Light and Noise Pollution – LNP) sulla biodiversità acquatica Tuttavia, non conosciamo ancora bene gli effetti combinati di questi fenomeni su larga scala e per lunghi periodi di tempo; grazie ad AquaPLAN vogliamo colmare questa lacuna».
Le attività di AquaPLAN spazieranno dal Mare del Nord al Mediterraneo, fino al Mar Rosso e all’Ateneo pisano sottolineano che «Saranno studiate, ad esempio, le coste rocciose del Devon e della Cornovaglia nel sud-ovest del Regno Unito, zone caratterizzate da livelli contrastanti di inquinamento luminoso e acustico. Per determinare l’impatto a lungo termine sulle macroalghe e sulle piante acquatiche (come la Posidonia oceanica) saranno monitorati due habitat costieri lungo le coste toscane e liguri. Ancora più a sud, i livelli di inquinamento acustico e luminoso saranno valutati in città costiere come Eilat (Israele) e Aqaba (Giordania), caratterizzate da una popolazione di decine di migliaia di persone e da complessi industriali lungo i litorali, porti commerciali, militari e turistici per navi da diporto. Fiumi ed estuari saranno invece al centro delle indagini nei Paesi Bassi, dove si analizzerà in particolare il passaggio dei pesci migratori in riferimento a punti critici quali chiuse o sbarramenti. Non ultimi i laghi in Germania, dove verranno utilizzati sistemi video ad alta risoluzione combinati con strumenti di riconoscimento delle immagini ad alto rendimento attraverso l’uso di Intelligenza Artificiale, per monitorare i movimenti dello zooplancton».
La Maggi evidenzia che «Attualmente, le normative esistenti sull’emissione di luce artificiale notturna (ALAN) e sul rumore di origine antropica sono altamente frammentate nelle acque interne, costiere e al largo. Inoltre, abbiamo ancora bisogno di buoni dataset per capire come monitorare, proteggere e ripristinare la biodiversità acquatica in modo efficace».
AquaPLAN esaminerà gli impatti dell’LNP sulla biodiversità acquatica, valuterà le percezioni dei regolatori e dei decisori locali e regionali e la loro gestione degli LNP; identificherà i meccanismi dell’LNP e quantificherà gli impatti combinati sulla biodiversità negli habitat acquatici, esplorerà e faciliterà nuove soluzioni di gestione interdisciplinari per prevenire e mitigare gli impatti combinati degli LNP sulla biodiversità acquatica.
I team di ricerca stanno già collaborando con gli stakeholders per adattare i risultati della ricerca ai fini dell’applicabilità, dell’efficienza e del loro utilizzo diretto, fornendo strumenti pratici che consentiranno agli organismi normativi e decisionali, insieme alle industrie marittime, di «Gestire in modo proattivo gli ambienti acquatici e la loro biodiversità sia a livello europeo e internazionale».
La Maggi conclude: «Collaborando con stakeholder esperti in biodiversità acquatica, LNP e industria marittima durante tutto il progetto, AquaPLAN fornirà valide raccomandazioni sulle opzioni efficienti di mitigazione degli LNP e su come affrontare potenziali ostacoli alle loro applicazioni».