Carbon Capture Use and Storage al via i progetti italiani
Il progetto ECCSELLENT e joint venture Eni – Snam per la Fase 1 del Progetto Ravenna
[20 Dicembre 2022]
Il 16 dicembre a Trieste ha preso il via il progetto Development of ECCSEL – R.I. ItaLian facilities: usEr access, services and loNg-Term sustainability (ECCSELLENT) che ha ottenuto un finanziamento di 16,5 milioni di euro, vinto su base competitiva, messo a disposizione dal ministero dell’università e della ricerca nell’ambito della Missione 4 “Istruzione e Ricerca” del PNRR – Next Generation EU. Al Cnr spiegano che «Il progetto, coordinato dall’Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) riunisce in qualità di partner l’università di Bologna, Politecnico di Milano in collaborazione con il LEAP, l’istituto di ricerca fondato dal Politecnico, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (Enea) e il Consiglio nazionale delle ricerche con l’Istituto di tecnologie avanzate per l’energia (Itae) di Messina e l’Istituto di scienze e tecnologie per l’energia e la mobilità sostenibili (Stems) di Napoli. Il progetto riguarda le tecnologie legate all’attività di cattura, utilizzo, trasporto e stoccaggio dell’anidride carbonica – contestate da quasi tutte le associazioni ambientaliste – puntando a rafforzare le infrastrutture di ricerca italiane, già riconosciute come eccellenza a livello internazionale. Secondo i dati delle principali agenzie energetiche internazionali, il miglioramento dell’efficienza energetica e l’utilizzo delle energie rinnovabili non saranno sufficienti, da soli, a riportare i livelli di emissioni di CO2 in atmosfera ai livelli necessari per contenere l’aumento della temperatura di 2 °C entro il 2100. Il CCUS (Carbon Capture Use and Storage – cattura, utilizzo, trasporto e stoccaggio) è stato identificato come una misura strategica in uno scenario a zero emissioni di carbonio. La necessità di investire in strutture di ricerca all’avanguardia che si occupino di questo settore è, quindi, ampiamente riconosciuta in tutta Europa».
Per i prossimi 3 anni il progetto ECCSELLENT si occuperà proprio di favorire l’accesso, i servizi e la sostenibilità dei laboratori che già operano nella filiera del CCUS, permettendo di rafforzare l’eccellenza scientifica, fornendo al sistema nazionale della ricerca gli strumenti necessari per affrontare in modo più efficiente le grandi sfide della società contro il cambiamento climatico.
Franco Coren, ricercatore dell’OGS e referente scientifico del progetto, sottolinea che «L’obiettivo di questo progetto è potenziare le principali strutture italiane che già fanno parte, o che saranno inserite nel prossimo futuro, di ECCSEL ERIC, l’infrastruttura europea di ricerca per la cattura e lo stoccaggio di anidride carbonica. Questo ci permetterà di promuovere lo sviluppo e l’internazionalizzazione della ricerca del nostro Paese nell’intera filiera delle CCUS, coinvolgendo anche il settore industriale delle piccole e medie imprese che potrà avvalersi dell’esperienza di personale scientifico di altissimo livello».
Il presidente dell’OGS Nicola Casagli, aggiunge: «Grazie all’acquisto di nuova strumentazione tecnologicamente avanzata le infrastrutture italiane saranno ancora più competitive nello scenario internazionale. Questo favorirà, non solo lo sviluppo di ricerche all’avanguardia, ma anche la collaborazione con il sistema della ricerca internazionale, portando un impatto significativo sul progresso scientifico e sul sistema produttivo».
Il 19 dicembre gli amministratori delegato di Eni, Claudio Descalzi, e di Snam, Stefano Venier, hanno firmato un accordo per una joint venture paritetica per collaborare allo sviluppo e alla gestione di un progetto ancora più avversato e contestato: la Fase 1 del Progetto Ravenna di cattura e stoccaggio della CO2 (CCS). L’accordo prevede anche di portare avanti gli studi e le attività propedeutiche a successive fasi di sviluppo.
Eni e Snam spiegano che «La Fase 1 del Progetto Ravenna CCS prevede la cattura di 25mila tonnellate di CO2 dalla centrale Eni di trattamento di gas naturale di Casalborsetti (Ravenna). Una volta catturata, la CO2 sarà convogliata verso la piattaforma di Porto Corsini Mare Ovest e infine iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito, nell’offshore ravennate.
Descalzi ha commentato: «Oggi più che mai emerge l’esigenza di conciliare obiettivi di decarbonizzazione, sicurezza energetica e competitività, e fare sistema diventa prioritario. Questo accordo rappresenta un esempio di eccellenza, volto a valorizzare le sinergie industriali per contribuire al percorso di decarbonizzazione del sistema produttivo italiano. La prima fase del Progetto Ravenna consentirà di ridurre le emissioni della centrale di Casalborsetti, avviando in Italia un progetto basato su un processo tecnologico maturo ed essenziale per il raggiungimento degli obiettivi climatici, complementare alle rinnovabili, all’efficienza energetica e alle altre leve disponibili, ed è centrale per evitare le emissioni di CO2 dei settori altamente energivori che al momento non hanno alternative tecnologiche per la decarbonizzazione».
Il progetto rappresenta un tassello fondamentale per rispondere alle necessità di decarbonizzazione delle acciaierie, dei cementifici, delle industrie della ceramica e della chimica e più in generale dei settori “hard to abate” attraverso un processo tecnologico immediatamente disponibile, altamente efficiente ed efficace, che permette di valorizzare le infrastrutture e le competenze già presenti sul territorio. Le attività previste consentiranno di creare nuove opportunità di lavoro, con una stima complessiva di oltre 500 nuovi posti di lavoro in corrispondenza della sola prima fase del progetto.
Venier ha concluso molto ottimisticamente: «E’ un fatto che le tecnologie di Carbon Capture and Storage (CCS) stiano maturando a livello globale come uno strumento a disposizione per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione e per questa ragione è al centro dell’attenzione da parte di governi, investitori e operatori industriali. Progetti di CCS sono in corso di sviluppo a livello globale e sono già in fase avanzata di definizione sia in Europa – specialmente nel Regno Unito, in Olanda e nei Paesi nordici – sia negli Stati Uniti. Con questa joint venture nasce in Italia la prima iniziativa che ha l’a mbizione di offrire una soluzione all’intero cluster produttivo hard to abate della Pianura Padana e potenzialmente anche delle altre regioni italiane e di altri Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. Snam contribuirà al progetto con il proprio know how e le proprie competenze distintive nel trasporto e gestione di molecole, in questo caso quelle della CO2».