Cina, più di 2.000 quadri comunisti sanzionati per errori nelle politiche ambientali

Oltre 100 “criminali ambientali” arrestati in 8 province e regioni autonome

[23 Agosto 2016]

L’agenzia ufficiale cinese Xinhua ha reso noto che  « Plus de 2.000 responsabili del Partito e dei dipartimenti del governo sono stati sanzionati per errori in materia di attuazione della politica ambientale».

A luglio Pechino ha inviato ispettori in 8 province e regioni autonome: Mongolia interna, Heilongjiang, Jiangsu, Jiangxi, Henan, Guangxi, Yunnan e  Ningxia, con il compito di esaminare il lavoro delle autorità locali e del Partito comunista riguardo all’applicazione delle normative ambientali.

La situazione trovata non brilla certo per efficienza e correttezza politico-amministrativa. Xinhua cita l’esempio di quanto gli ispettori del governo centrale  hanno trovato in Ningxia: «Dei responsabili del distretto di  Yongning sono stati ritenuti colpevoli dopo non essere riusciti a chiudere una fabbrica di metalli che aveva suscitato la collera dell’opinione pubblica a causa delle sue emissioni di fumi e di polveri. Secondo il governo locale, la fabbrica ha cessato la sua produzione nell’agosto 2015, ma sembra in realtà che sia restate aperta fino al luglio  2016. I responsabili implicati hanno dovuto presentare le loro scuse e sono stati dimessi dalle loro funzioni».

E’ solo uno dei molti episodi di rivolta popolare contro l’inquinamento favorito da dirigenti comunisti corrotti che raramente arrivano sulle pagine dei giornali cinesi ma che preoccupano molto il regime, che ha deciso di usare il pugno duro nelle situazioni più scandalosamente evidenti e di fare un po’ di pulizia tra i quadri locali del Partito comunista.

Zhai Qing, vice-ministro per la protezione ambientale, ha spiegato che «Gli ispettori ambientali si concentrano principalmente sugli organi del Partito e del governo a livello provinciale o municipale. Gli errori saranno rapportati al governo centrale e saranno tenuti di conto durante la valutazione delle performances e la nomina degli alti funzionari». Un chiaro avvertimento che probabilmente sta facendo tremare molti.

Xinhua ricorda che attualmente  «Più di cento criminali sono stati arrestati dalla polizia per aver deteriorato e inquinato l’ambiente. Le multe in queste 8 regioni supereranno i 100 milioni di yuans (15 milioni di dollari)».

E tra i quadri locali del Partito comunista cinese la preoccupazione deve essere grande, visto che il governo di Pechino ha annunciato che nei prossimi due anni  gli ispettori ambientali  saranno inviati in tutte le province, regioni autonome e municipalità.

Ma il Partito comunista cinese farebbe bene a chiedersi subito come mai non riesce, nonostante le continue campagne anticorruzione, a formare dei quadri dirigenti locali onesti e che non finiscano per mettersi contro la popolazione e dalla parte degli industriali che inquinano. Forse mettere insieme il maoismo e l’ossificato marxismo-lenismo di facciata del regime e l’arricchimento dei dirigenti comunisti e dei loro figli, il socialismo promesso e la concretissima ineguaglianza crescente, sta diventando sempre più arduo nella Cina “comunista”, avvelenata dalla sua crescita sfrenata e dall’avidità.