Come le perdite segrete di metano stanno guidando il cambiamento climatico
Con i satelliti a caccia dei super-emettitori di metano offshore e onshore
[20 Luglio 2022]
Secondo l’United Nations environment programme (Unep), «C’è un segreto di Pulcinella nell’industria del petrolio e del gas e sta alimentando la crisi climatica. Enormi perdite di metano, note come eventi super-emettitori, si sono verificate nei giacimenti di petrolio e gas di tutto il mondo, dagli Stati Uniti al Turkmenistan. I rilasci, la maggior parte dei quali possono essere ricondotti a guasti alle apparecchiature, possono durare per settimane».
Nel 2015, le emissioni provocate dalla cattiva gestione di un impianto di stoccaggio a Los Angeles, in 4 mesi hanno scaricato nell’atmosfera quasi 100.000 tonnellate di metano, un potente gas serra.
A giugno, un team di ricercatori guidato dall’Universitat Politècnica de València hanno pubblicato su Environmental Science and Technology Letters lo studio “Satellites Detect a Methane Ultra-emission Event from an Offshore Platform in the Gulf of Mexico” che rivela la scoperta di un evento di super-emettitori in una piattaforma per l’estrazione di petrolio e gas nel Golfo del Messico. In soli 17 giorni, nel dicembre 2021, l’impianto ha scaricato 40.000 tonnellate di metano, equivalenti al 3% delle emissioni annuali di petrolio e gas del Messico. Secondo i ricercatori, se le emissioni non fossero state viste da un satellite dell’Agenzia spaziale europea, l’opinione pubblica non avrebbe mai saputo niente di questo enorme inquinamento.
L’Unep ricorda che «Rimane difficile tracciare le emissioni di metano, che è incolore, inodore e responsabile di oltre il 25% del riscaldamento globale che la Terra sta vivendo oggi. A causa della sua struttura, il metano intrappola più calore nell’atmosfera per molecola rispetto all’anidride carbonica (CO2) rendendolo 80 volte più dannoso della CO2 nei 20 anni successivi al rilascio nell’atmosfera».
Mentre i Paesi sviluppano piani per ridurre le emissioni di gas serra ed evitare gli effetti peggiori del cambiamento climatico, gli esperti affermano che «E’ fondamentale avere una migliore gestione della quantità di metano rilasciata nell’atmosfera, anche da eventi di super-emettitori. Una riduzione del metano antropico del 45% in questo decennio manterrebbe il riscaldamento al di sotto della soglia delineata dall’Accordo di Parigi.
Per monitorare e misurare le emissioni di metano, nell’ottobre 2021 l’Unep ha lanciato l’International Methane Emissions Observatory (IMEO) che cataloga le emissioni dell’industria dei combustibili fossili e che presto lo farà anche per i rifiuti e le emissioni agricole.
Le industrie del petrolio e del gas sono i principali produttori di metano perché lo emettono durante la trivellazione, la produzione e durante la catena produttiva/distributiva. A volte il metano viene rilasciato intenzionalmente, anche dagli impianti di petrolio e gas. per motivi di sicurezza.
Anche l’agricoltura e l’allevamento sono un grande emettitore di metano, in particolare il bestiame e la coltivazione di alcuni alimenti, come il riso. I rifiuti sono la terza fonte di metano prodotta dall’uomo in quanto i batteri decompongono la materia organica nelle discariche.
L’IMEO punta a creare un database pubblico delle emissioni di metano verificate empiricamente. Attualmente, i Paesi spesso si basano su stime, che a volte possono essere di diverse grandezze inferiori ai livelli reali delle emissioni.
Mark Radka, a capo dell’Energy and Climate Branch cdell’Unep, sottlinea che «Un quadro più accurato delle emissioni di metano fornisce ai governi e alle imprese le informazioni di cui hanno bisogno per agire con sicurezza. Questo vale sia per le buone politiche che per le pratiche di gestione sane».
Secondo Manfredi Caltagirone, a capo dell’International Methane Emissions Observatory, «La grande sfida è sapere esattamente quanto [metano] viene emesso, dove viene emesso e per quanto tempo è stato emesso, per poter ridurre le emissioni al livello necessario. Il modo migliore per misurare le emissioni di metano è attraverso la combinazione di conoscenze operative e l’utilizzo di tecnologie di quantificazione del metano, droni e velivoli dotati di sensori. Anche i satelliti stanno anche diventando un mezzo efficace per rilevare e misurare grandi emissioni di metano».
Sebbene l’uso dei satelliti non sia sempre efficace, poiché le letture del metano possono essere nascoste da condizioni ambientali come copertura nuvolosa, fitte foreste o manto nevoso, sono particolarmente utili per rilevare e quantificare eventi di super-emettitori come quello nel Golfo del Messico dove, secondo i ricercatori, sembra che la massiccia perdita sia stata molto probabilmente causata da un malfunzionamento degli impianti della piattaforma offshore.
Il team di scienziati spagnoli e olandesi che ha scoperto l’evento dei super-emettitori nel Golfo del Messico sta espandendo il suo lavoro a siti di produzione offshore di petrolio e gas in altre parti del mondo.
Ma se gli attuali inventari delle emissioni di metano sono problematici, vale la pena di farli? Giulia Ferrini, program management officer dell’Unep risponde: «Assolutamente sì, se vengono apportati alcuni cambiamenti di approccio. Tenere inventari accurati e trasparenti è fondamentale per scongiurare il cambiamento climatico».
Caltagirone e la Ferrini ritengono che «Gli inventari di metano specifici per sito, o a livello di risorsa, basati su misurazioni, sono una componente essenziale della mitigazione perché l’Accordo di Parigi si basa su trasparenza e responsabilità. La raccolta di questi dati a livello di asset fornisce le informazioni necessarie a coloro che hanno il potere di ridurre le emissioni».
L’Oil and Gas Methane Partnership 2.0 dell’IMEO è un impegno volontario delle companies per misurare e segnalare le loro emissioni di metano da fonti come gasdotti, serbatoi di stoccaggio e piattaforme petrolifere offshore. Questo consente loro di ottenere dati migliori su cui agire e concentrare gli sforzi di mitigazione sui siti più inquinanti.
I dati IMEO aiuteranno anche a monitorare i progressi del Global Methane Pledge un’iniziativa riunisce oltre 100 paesi (Italia compresa) impegnati a ridurre le loro emissioni di metano del 30% entro il 2030.
Se è fondamentale misurare le emissioni di metano di routine lungo la catena di approvvigionamento, che dire degli eventi dei super-emettitori che spesso passano inosservati? Quanto sono comuni grandi perdite come quella che si è verificata nel Golfo del Messico e possono essere prevenute? Radka risponde e conclude: «Il modo per individuare tutte le emissioni, grandi e piccole, è disporre di buoni regimi di monitoraggio. Fino a poco tempo fa non avevamo gli strumenti per monitorare le emissioni di metano in modo indipendente. I satelliti ora sono bravi a individuare grandi eventi di emissione e stanno diventando più precisi, con una migliore risoluzione, ma non individueranno le emissioni più piccole. Dobbiamo inserire queste grandi fonti nel contesto delle emissioni complessive, dove molte piccole emissioni possono essere altrettanto dannose».