Dopo la marea nera, la prua del relitto della MV Wakashio è stata affondata al largo di Mauritius

Intanto sono state trovate morte almeno 6 focene in un’area che era stata inquinata dalla marea nera

[26 Agosto 2020]

Il 24 agosto, al largo di Mauritius è stato completato l’affondamento della sezione anteriore della MV Wakashio che, intorno alle 15,30 non era più visibile sulla superficie del mare. Il relitto della portarinfuse giapponese – battente bandiera di Panama – che ha causato una catastrofica marea nera in un’area protetta,  si trova ora a una profondità di 3.200 m, a 33 km dalla costa mauriziana.

Secondo l’esperto dell’United Nations environment program (Unep), Matthew Somerville, la parte della nave giapponese che è stata affondata avrebbe fatto più danni se fosse stata lasciata sulla barriera corallina: »Non si poteva lasciarla dov’era. E’ stata effettuata una valutazione di tutte le opzioni e dell’impatto di ciascuna di esse. E quella scelta è l’opzione migliore. Sono state ricercate diverse opzioni prima di prendere la decisione finale. Tuttavia, agli esperti restava una domanda:  «toglierla e poi cosa farne? Un viaggio su lunga distanza avrebbe richiesto lavori di riparazione sulla nave portarinfuse alla deriva. Le autorità hanno identificato 5 potenziali siti. Ognuno dei quali era intorno a Mauritius Alcuni non sono stati esaminati e non sono stati approvati, nonostante fossero in un’area sufficientemente profonda e nell’area territoriale di Mauritius. Si sono svolte consultazioni, in particolare con l’isola della Réunion. È stata anche presa in considerazione la fauna selvatica. Alla fine è stato trovato un sito adatto per far affondare parte della nave portarinfuse».

Somerville assicura che «Sono state prese le misure necessarie per garantire che l’olio pesante venisse rimosso, insieme ai macchinari e ai detriti galleggianti dalla nave portarinfuse».

Alle operazioni di affondamento della prua della MV Wakashio ha assistito anche Hugues Vitry, subacqueo e fondatore del Blue Water Diving Center di Trou aux Biches e dell’associazione Marine Megafauna Conservation, che si è occupato di rilevare la presenza di eventuali cetacei e che ha detto che «L’area scelta non sarà un problema per le balene».

Secondo il comitato di crisi, non ci sarebbe più gasolio nemmeno a poppa del relitto ed è stata rimossa una notevole quantità di sostanze inquinanti e altri oggetti galleggianti. La bonifica è ancora in corso ma 10 barche e una quarantina di pescatori  stanno rimuovendo le panne artigianali fabbricate dai volontari che hanno impedito alla marea nera di fare un disastro ancora più grosso.

Le Mauricien scrive che «1000 metri di dighe assorbenti sono stati spostati sul lungomare di Mahebourg. In modo continuativo vengono effettuate anche operazioni di scrematura e pulizia delle rive. La strategia per la ridistribuzione delle dighe è ancora allo studio con la consultazione di attori locali ed esperti stranieri.

l Comitato nazionale di crisi ha anche preso atto che le attività di bonifica realizzate da due imprese incaricate – Le Floch Dépollution e Polyeco, procedono a ritmi “soddisfacenti”. Anche la divisione Solid Waste Management controlla da vicino le operazioni sul campo. Finora la quantità totale di rifiuti smaltiti è di 1.122 tonnellate di rifiuti liquidi e 792 tonnellate di rifiuti solidi contaminati

I risultati dei test quotidiani sulla qualità dell’aria non hanno rivelato odori di composti organici volatili (VOC) o petrolio in 5 scuole e in 3  aree residenziali, ma sul lungomare di Mahebourg si sente ancora puzzo di petrolio, anche se non così forte come qualche giorno fa.

Le analisi sul contenuto di olio e grassi nell’acqua di mare in 27 siti costieri non ha rivelato anomalie, ad eccezione  che a Grand River South East (pH) e Grand Port (petrolio e grasso).

Ma oggi è arrivata una pessima notizia: stamattina intorno alle 6,30. ora locale, almeno sei focene sono state trovate spiaggiate o che galleggiavano senza vita nella regione di Grand-Sable, esattamente nella baia di Petit-Sable. Ma testimoni dicono che i cetacei morti potrebbero essere 15.

Sul posto non si è fatto vedere finora nessun esponente del governo, mentre è subito arrivato il leader dell’opposizione, Arvin Boolell che ha detto che «Queste sono le conseguenze dell’inquinamento e di questo petrolio nelle acque».

Le Mauritien scrive che «Nulla di concreto, in questa fase, permette di associare queste morti alla marea nera nelle lagune del sud-est, ma, visto che anche questa zona era stata inquinata, non si può smentire questa teoria. Solo la conclusione di un’autopsia e delle analisi potranno illuminare la popolazione su questa nuova tragedia che colpisce questa parte dell’isola. Ma lo shock è nazionale».