Emissioni delle auto: la maggioranza degli europei sostiene norme Ue più severe

L'89% degli italiani vuole obblighi più rigidi e 2 su 3 pagherebbero di più per ridurre al massimo l’inquinamento dei veicoli

[18 Gennaio 2022]

Entro aprile, la Commissione europea dovrà proporre le nuove regole EURO7, che fisseranno i limiti legali delle emissioni da applicare ai circa 100 milioni di auto a benzina e diesel che si prevede saranno vendute in Europa dopo il 2025 ed entro il successivo decennio. Quanto devono essere stringenti le nuove regole? Il più possibile, secondo i cittadini europei. Con l’inquinamento, il clima (e, ovviamente, con la nostra salute) non si può più scherzare, tanto più considerando l’impatto miliardario in termini di costi sanitari e ambientali. A rivelarlo è  il rapporto “Most Europeans want tougher car emission rules and are willing to pay Results of an YouGov survey in 7 European countries”m<, frutto di un sondaggio di YouGov commissionato da Transport & Environment (T&T). Oltre 8.000 i cittadini intervistati in 7 Paesi europei: Italia, Germania, Francia, Spagna, Polonia, Romania e Repubblica Ceca.

E T&T evidenzia che «Tra loro, gli italiani sono tra i più netti: addirittura 9 persone su 10 (89%) intervistate in Italia concordano nel chiedere che l’industria automobilistica sia obbligata per legge a ridurre le emissioni delle nuove auto il più possibile, fino a quanto sia tecnicamente fattibile. Non solo: più di due terzi (il 71%) degli italiani intervistati sarebbero disposti a pagare fino a 500 euro in più, ovvero il costo massimo che i produttori sosterrebbero per ridurre significativamente l’inquinamento delle auto a combustione interna».

Le proposte che la Commissione europea sta valutando per introdurre nuove regole sulle emissioni dei veicoli, che contribuirebbero a migliorare la pessima qualità dell’aria rilevata in molte città europee ed italiane, che ogni anno causano decine di migliaia di morti premature, si tradurrebbero in un aggravio di costo per i produttori tra i 100 e i 500 euro per auto. Calcoli che l’industria dell’automotive ovviamente contesta, facendo pressioni per indebolire le nuove regole.

Carlo Tritto, policy officer di T&E Italia, ribatte che «L’industria automobilistica sostiene che ridurre le emissioni delle auto sia troppo costoso quando, in realtà, costa meno di una verniciatura. I cittadini vogliono che le auto siano più ecologiche possibile. Il fatto di dimostrarsi disposti a pagare di più per averle è una sfida alle case automobilistiche: non hanno più scuse per non proporre motori il più possibile puliti».
Ma, evidentemente scottati dal diesel-gate, gli intervistati vanno oltre e chiedono che  per fissare i nuovi limiti EURO7 non devono più essere considerate le condizioni di guida “ideali” ma quelle “reali”. Ipotesi che la Commissione europea sta valutando in vista della decisione di aprile. In questo caso, oltre il 91% degli intervistati in Italia concorda sul fatto che le auto dovrebbero rispettare i requisiti minimi di legge in materia di inquinamento indipendentemente da come, quando e dove siano guidate.

T&E ricorda che «I limiti sulle emissioni attualmente in vigore non si applicano agli spostamenti brevi nelle città – dove le auto si fermano e ripartono più spesso – oppure quando accelerano rapidamente, nonostante i motori emettano di più. E le auto nuove vengono controllate solo nei primi 5 anni di vita o fino a 100.000 chilometri. Tuttavia, molti veicoli restano sulle strade europee molto più a lungo, soprattutto nei Paesi dell’Europa meridionale, centrale e orientale, esponendo di fatto milioni di cittadini ad emissioni maggiori».

Tritto conclude: «Tenere sotto controllo l’inquinamento solo per cinque anni, quando la maggior parte delle auto resta sulla strada molto più a lungo, costituisce una minaccia per la salute pubblica. I cittadini  vogliono assicurarsi che le emissioni vengano mantenute entro i limiti legali sia se acquistano un’auto nuova sia se ne acquistano una usata. Le case automobilistiche dovrebbero essere obbligate a garantirlo».