Gli impatti climatici e sulla salute delle cucine a gas sono maggiori di quanto si pensasse (VIDEO)
Stanford University: negli Usa inquinano quanto 500.000 auto a benzina e possono esporre le persone a sostanze inquinanti che provocano malattie respiratorie
[28 Gennaio 2022]
Gli esseri umani hanno cucinato con il fuoco per millenni, ma potrebbe essere giunto il momento di cambiare. Le apparecchiature a gas riscaldano il pianeta in due modi: generando anidride carbonica bruciando gas naturale come combustibile e disperdendo metano incombusto nell’aria e ora lo studio “Methane and NOx Emissions from Natural Gas Stoves, Cooktops, and Ovens in Residential Homes”, pubblicato su Environmental Science & Technology da un team di ricercatori del Department of Earth System Science della Stanford University (Eric Lebel, Colin Finnegan, Zutao Ouyang e Robert Jackson), rivela che «Il metano che fuoriesce dalle cucine a gas naturale all’interno delle case degli Stati Uniti ha un impatto climatico paragonabile alle emissioni di anidride carbonica di circa 500.000 auto a benzina.
Questo riscaldamento extra dovuto alle perdite di metano domestiche contribuisce per circa un terzo al riscaldamento dell’anidride carbonica generata dalla combustione del gas naturale delle cucina e talvolta espone gli utenti a sostanze inquinanti che provocano malattie respiratorie».
Risultati preoccupanti che arrivano proprio mentre negli Usa molti Comuni e lo Stato d New York pesano di vietare gli allacciamenti alla rete del gas delle nuove costruzioni e mentre la Commissione europea (con il beneplacito dell’Italia) vuole inserire il gas nella sua Tassonomia verde come fonte energetica sostenibile.
Label ricorda che «Sorprendentemente, ci sono pochissime misurazioni della quantità di gas che fuoriesce nell’aria dall’interno delle case e degli edifici attraverso le perdite e la combustione incompleta negli elettrodomestici. Probabilmente è la parte delle emissioni di gas naturale di cui comprendiamo meno e può avere un grande impatto sia sul clima che sulla qualità dell’aria indoor».
Alla Stanford ricordano che «Sebbene l’anidride carbonica sia più abbondante nell’atmosfera, il potenziale di riscaldamento globale del metano è circa 86 volte maggiore in un periodo di 20 anni e almeno 25 volte maggiore un secolo dopo il suo rilascio. Il metano minaccia anche la qualità dell’aria aumentando la concentrazione di ozono troposferico, la cui esposizione provoca circa 1 milione di morti premature ogni anno in tutto il mondo a causa di malattie respiratorie. La concentrazione relativa del metano è cresciuta più del doppio di quella dell’anidride carbonica dall’inizio della rivoluzione industriale a causa delle emissioni provocate dall’uomo».
Mentre le perdite di gas dalle tubazioni, che sono per oltre il 90% costituite da metano, sono state studiate in modo approfondito, le cucine a gas hanno ricevuto relativamente poca attenzione. Eppure. oltre un terzo delle famiglie statunitensi, più di 40 milioni di case, cucina con il gas e in Itala e in Europa la percentuale è ancora più alta.
I ricercatori della Stanford sottolineano che «A differenza di altri apparecchi a gas, come scaldabagni e scaldacqua che di solito sono collocati lontano dagli alloggi, le apparecchiature da cucina espongono direttamente le persone alle loro emissioni, che possono includere formaldeide, monossido di carbonio e ossidi di azoto che possono scatenare asma, tosse, respiro sibilante e difficoltà respiratorie, con conseguente ricovero occasionale. L’utilizzo della cappa e la ventilazione aiutano a ridurre le concentrazioni di ossidi di azoto e altri inquinanti coprodotti nell’aria della cucina, ma i sondaggi mostrano che i cuochi casalinghi usano le cappe per la ventilazione della cucina in media solo il 25-40% delle volte».
Per comprendere meglio i potenziali impatti sul clima e sulla salute delle cucine a gas, i ricercatori hanno misurato il metano e gli ossidi di azoto rilasciati in 53 case della California da piani cottura e stufe a gas di18 marche diverse e di età compresa tra 3 e 30 anni, e non solo durante la combustione, l’accensione e lo spegnimento, ma anche mentre i fornelli erano spenti, cosa che la maggior parte degli studi precedenti non aveva fatto. Hanno così scoperto che «Gli emettitori più elevati erano piani di cottura che si accendevano utilizzando una luce pilota invece di uno scintillatore elettronico integrato. Le emissioni di metano dagli sbuffi di gas emessi durante l’accensione e lo spegnimento di un bruciatore erano in media equivalenti alla quantità di metano incombusto emessa durante circa 10 minuti di cottura con il bruciatore».
E’ interessante notare che i ricercatori non hanno trovato prove di una relazione tra l’età o il costo di una cucina e le sue emissioni. Ma la cosa più sorprendente è stata che «Più di tre quarti delle emissioni di metano si sono verificate mentre le stufe erano spente, suggerendo che i raccordi del gas e le connessioni alla cucina e le linee del gas interne sono responsabili della maggior parte delle emissioni, indipendentemente da quanto viene utilizzata la stufa».
Nel complesso, i ricercatori hanno stimato che «Le stufe a gas naturale emettono fino all’1,3% del gas che utilizzano come metano incombusto».
Sebbene l’Environmental Protection Agency (EPA) Usa non riporti le emissioni di specifici apparecchi residenziali a gas naturale, segnala collettivamente le emissioni di metano per gli apparecchi residenziali. I ricercatori della Stanford hanno stimato che «Le emissioni totali di metano siano sostanzialmente superiori alle emissioni attualmente riportate dall’EPA per tutte le fonti residenziali.Ad esempio, le cucine più grandi tendevano a emettere tassi più elevati di ossidi di azoto». Utilizzando la loro stima delle emissioni di ossidi di azoto, i ricercatori hanno scoperto che «Le persone che non usano le cappe da cucina o che hanno una scarsa ventilazione possono superare le linee guida dell’EPA per un’esposizione di 1 ora al biossido di azoto all’aperto (non ci sono standard indoor) entro un pochi minuti di utilizzo dei fornelli, in particolare nelle cucine più piccole».
Jackson conclude: «Non voglio respirare ossidi di azoto, monossido di carbonio o formaldeide in più. Perché non ridurre del tutto il rischio? Il passaggio alle stufe elettriche ridurrà le emissioni di gas serra e l’inquinamento dell’aria indoor».