Allarmante situazione complessiva nella Provincia di Roma
Goletta Verde: bandiere nere a foci di fiumi e canali del Lazio, malati cronici d’inquinamento
Su 23 punti monitorati cariche batteriche elevate in più del 50%
[4 Luglio 2017]
I risultati dei prelievi realizzati da Goletta Verde lungo le coste del Lazio non sono per niente confortanti: «Dei ventitré punti monitorati lungo le coste laziali, più del 50% sono risultati con valori di inquinanti elevati e addirittura per nove di questi il giudizio è di “fortemente inquinato”. In questi luoghi non c’è alcun segno di miglioramento, anzi peggiorano di anno in anno. A guidare questa poco lusinghiera classifica ci sono la foce del Fosso Grande ad Ardea e la foce del fiume Marta a Tarquinia che per l’ottavo anno consecutivo risultano fortemente inquinati. A seguire (settimo anno consecutivo) la foce del rio Santacroce di Gianola – Formia; la Foce fiume Tevere a Ostia (sesto anno); c’è poi sempre ad Ardea la Foce del Rio Torto fortemente inquinata per la sesta volta in sette anni e, infine, a foce del canale Crocetta a Torvajanica (quattro anni). Allarme rosso a Roma e provincia dove, quasi ogni fiume o rivolo scarica materiali fecali».
Per questo Legambiente ha assegnato la Bandiera nera a questi luoghi e alle amministrazioni comunali che, negli anni, «non si sono impegnate nella risoluzione degli evidenti deficit depurativi compromettendo così l’ecosistema marino, la salute dei bagnanti e la stessa economia turistica della zona». Roberto Scacchi, presidente di Legambiente Lazio, spiega: «Con Goletta Verde oggi consegniamo la bandiera nera per la mancata depurazione a sette luoghi che per anni sono risultati inquinati e a tutte quelle amministrazioni comunali che, nel tempo, non hanno affrontato alcuno dei temi che la nostra campagna ha sollevato. A partire da Ardea e Tarquinia, passando per Anzio, Cerveteri, Ladispoli, Fiumicino, Formia e ovviamente Roma e con la pessima concentrazione di punti inquinati proprio nel litorale della provincia di Roma, tutti devono e possono realizzare un controllo maggiore degli scarichi abusivi e un monitoraggio responsabile della qualità del mare. In pochissimi casi è presente la tabella di qualità costiera obbligatoria per legge al fine di segnalare lo stato delle acque, ulteriore responsabilità che i comuni colpevolmente non stanno facendo propria. Noi rimaniamo a completa disposizione delle amministrazioni e degli enti che non vorranno negare le problematicità per avviare percorsi positivi, e parlare un giorno di una condizione migliore del mare laziale, perché ogni giorno in cui non si mettono in campo dinamiche positive, è un giorno in più di scarichi illegali, depuratori malfunzionanti e rischi per la salute dei cittadini. A dicembre scorso la Regione Lazio ha poi aggiornato il piano di tutela delle acque, ma su questo nuovo e importante strumento, chiediamo che siano investite le risorse regionali necessarie, proprio a sostegno di una migliore depurazione, sia sul litorale che nei comuni dell’entroterra. Come di consueto poi, inviamo in queste ore una comunicazione ai Comuni dove sono stati effettuati i prelievi, alle Province, alle Capitanerie di Porto, alla Regione Lazio e all’Arpa regionale, perché senza sostituirci alle autorità competenti vogliamo fare sinergia con ciascuno, convinti che il mare del Lazio sia invece una risorsa fondamentale che ammagliandosi insieme a tutto il portato storico, archeologico e paesaggistico della costa, possa essere richiamo di turismo e volàno di una nuova economia blu, fatta di sostenibilità e bellezza».
La responsabile campagne di Legambiente, Serena Carpentieri, ribadisce che «Il nostro monitoraggio, che come ripetiamo sempre non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi regionali, anche quest’anno ci restituisce un’istantanea a tinte fosche per molte aree della costa laziale. Parliamo non a caso di malati cronici, situazioni critiche che segnaliamo in alcuni casi da più di sette anni, ma per le quali evidentemente nulla è stato fatto. Un problema, quello della cattiva depurazione che affligge purtroppo tantissime zone dell’Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che l’Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi».
Ecco il dettaglio delle analisi di Goletta Verde eseguite dalla squadra di tecnici di Legambiente tra 20 e il 23 giugno 2017:
Resta una fotografia a tinte fosche così come lo scorso anno quella della provincia di Roma: rispetto ai dodici punti monitorati ben nove presentano valori di inquinanti elevati e sette di questi ricevono il giudizio di fortemente inquinati: alla foce del fosso Zambra (Certeveri); foce fiume Arrone (Fiumicino); foce fiume Tevere (Ostia); foce Rio Torto e foce del fosso Grande (Ardea); foce del fosso Cavallo morto (Anzio); foce del porto canale Loricina (Nettuno). Giudicati “inquinati” la foce del canale Crocetta (Torvajanica, Pomezia); foce del Rio Vaccina a Ladispoli. Entro i limiti di legge, invece, i prelievi effettuati al Lungomare Pyrgi a Santa Severa di Santa Marinelli (dove dopo le denunce di Legambiente degli anni scorsi scorsi, finalmente sembra si sia intervenuto per risolvere le criticità); al canale dei Pescatori di Ostia e allo sbocco del depuratore Colle Cocchino di Anzio.
Due campionamenti effettuati in provincia di Viterbo, entrambi con pessimi risultati: fortemente inquinato quello alla foce del fiume Fiora a Montalto Marina, e inquinato quello alla foce del fiume Marta al lido di Tarquinia.
Situazione molto migliore quella riscontrata in provincia di Latina, dove l’unico campionamento risultato oltre i limiti di legge rispetto ai nove monitorati è stato quello alla foce del rio Santacroce a Gianola di Formia, risultato per il settimo anno consecutivo fortemente inquinato. Nessun problema invece per i prelievi effettuati nei comuni di Latina, Sabaudia, Terracina, Fondi e Gaeta.
Anche nel Lazio «La cartellonistica in spiaggia è ancora troppo scarsa, quasi inesistente anche qui nel Lazio. Merce rara, anche se obbligatoria da tre anni per i comuni costieri: rispetto ai 23 punti campionati, i tecnici di Goletta Verde ne hanno avvistato solo uno. Il solo cartello è stato fotografato presso la foce del porto canale Loricina a Nettuno, un punto che per le autorità competenti è vietato alla balneazione. Una battaglia vinta da Goletta Verde che l’anno scorso si è recata a Nettuno proprio per protestare e richiedere che venisse apposto il cartello di divieto di balneazione alla foce, essendo il litorale molto frequentato da bagnanti che, in assenza di un’adeguata cartellonistica, si immergevano nelle acque della foce ignari dei rischi sanitari».
Per quanto riguarda l’inquinamento da marine litter, tema centrale di questa edizione di Goletta Verde, gli ambientalisti dicono che «Purtroppo su ben 20 dei 23 punti di campionamento, sono stati trovati rifiuti di tutti i generi, specialmente quelli di plastica, nel 100% dei casi. In sette di questi punti, si può parlare di discariche a cielo aperto: materassi, alberi di natale, sedie di plastica, rifiuti ingombranti tutti rifiuti abbandonati in loco ma, soprattutto, trasportati dai fiumi in mare».