Goletta Verde: in Basilicata 2 punti inquinati su 5 prelievi

Legambiente: lungo le coste lucane permangono problemi irrisolti e l’abusivismo edilizio

[2 Agosto 2019]

Secondo i risultati dei prelievi realizzati il 14 luglio dai tecnici di Goletta Verde in Basilicata «Dei cinque punti monitorati sulla costa, tre risultano oltre i limiti di legge. Di questi, uno è giudicato “fortemente inquinato” e due “inquinati”». Nel mirino del vascello ambientalista ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva in mare.
Ecco il dettaglio delle analisi di Goletta Verde In Basilicata:
Tre i punti campionati in provincia di Matera. È risultato “fortemente inquinato” il punto campionato alla foce del canale Toccacielo, nell’omonima località afferente al territorio comunale di Nova Siri. “Inquinato”, invece, il giudizio emerso dal prelievo alla foce del fiume Cavone, tra i comuni di Pisticci e Scanzano Jonico. Entro i limiti di legge, infine, il punto campionato sulla spiaggia di Marina di Pisticci.
Due i punti campionati in provincia di Potenza, entrambi nel territorio comunale di Maratea: è risultato entro i limiti il punto analizzato sulla spiaggia di Castrocucco, mentre è stato giudicato “inquinato” il punto in corrispondenza della foce del fiume Fiumicello, in località Fiumicello / Santa Venere.
Restano anche, come del resto in tutte le Regioni toccate finora da Gioletta Verde, le criticità sulla cartellonistica informativa rivolta ai cittadini che, nonostante sia obbligatoria ormai da anni per i Comuni, non viene ancora rispettata. Indicazioni che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare e i dati delle ultime analisi. In nessuno dei punti campionati in Basilicata è presente il cartello informativo – obbligatorio per legge – sulla qualità delle acque, mentre il cartello che indica il divieto di balneazione è presente solo sulla foce del canale Toccacielo a Nova Siri.
Il presidente di Legambiente Basilicata, Antonio Lanorte, sottolinea che «Come ogni anno i risultati del monitoraggio di Goletta Verde forniscono un’istantanea utile a individuare criticità e ragionare sulle soluzioni. Siamo costretti ancora, quindi, a denunciare nella nostra regione le carenze di un sistema di depurazione spesso non adeguato o inefficiente. La priorità dev’essere dunque l’adeguamento delle reti fognarie ed il completamento della copertura del servizio di tutti i comuni del territorio lucano. A questo elemento bisogna aggiungere i casi di scarichi illegali che ancora oggi continuano a verificarsi e rispetto ai quali occorre incrementare le attività di monitoraggio e controllo. Senza dimenticare, inoltre, l’inquinamento derivante da attività industriali, agricole e zootecniche e dal trattamento dei rifiuti solidi. Le aree marino-costiere rappresentano ecosistemi naturali tra i più vulnerabili e più seriamente minacciati e la loro tutela dipende anche dal miglioramento della qualità dei corsi d’acqua. Oggi gli strumenti per mettere in campo una seria politica di recupero e di tutela dei fiumi, delle falde e dei corpi idrici ci sono, serve la volontà politica di attuarli per raggiungere l’obiettivo di buono stato ecologico delle acque».
Antonio Nicoletti, responsabile biodiversità e aree protette di Legambiente, ha aggiunto: «E’ fondamentale che le istituzioni si impegnino maggiormente per superare le criticità che emergono dai dati del monitoraggio. Goletta Verde fotografa una situazione critica che tuttavia, con impegno e coerenza, può essere facilmente migliorata visto anche i pochi chilometri di costa che interessano il territorio regionale. Questa situazione non rende l’impegno, economico e tecnico, che la Regione Basilicata ha messo in campo in questi anni per la tutelare la biodiversità che, a nostro avviso, può trarre beneficio se si procede finalmente alla istituzione dell’Area marina protetta della Costa di Maratea sul versante tirrenico, e se la Regione aderirà con convinzione al progetto di sistema per lo sviluppo sostenibile del Golfo di Taranto, di cui la costa Jonica della Basilicata è parte fondamentale. Dopo aver studiato e investito tanto nella conoscenza della biodiversità, la Basilicata deve passare ai fatti istituendo l’Area marina protetta Costa di Maratea, che non è solo un ulteriore strumento di valorizzazione turistica ma, in questo caso, è soprattutto un presidio per politiche di tutela del mare e un deterrente contro le illegalità che interessano il mare e che provengono soprattutto dall’entroterra».
La conferenza stampa per la presentazione dei dati a Maratea è stata anche l’occasione per parlare dei reati legati al mare. Per la Basilicata, il dossier di Legambiente Mare Monstrum 2019 racconta che, per quanto riguarda la Basilicata «sono state 426 le infrazioni accertate nel 2018 (il 2,1% del totale nazionale), con 423 persone denunciate o arrestate e 79 sequestri effettuati». Legambiente evidenzia che «Il dato regionale è significativo se viene preso in considerazione il numero dei reati in relazione ai chilometri di costa per ogni regione. Con 6,8 infrazioni per km di costa, infatti, la Basilicata è la terza regione in Italia, dopo il Molise e la Campania. I reati più contestati in regione sono quelli legati al ciclo del cemento, abusivismo edilizio sopra ogni altro (226 infrazioni accertate nel 2018, con 237 persone denunciate o arrestate e 39 sequestri), e al ciclo dei rifiuti, inteso soprattutto come scarichi illegali e cattiva depurazione (200 infrazioni accertate, con 186 persone denunciate o arrestate e 40 sequestri)».