Goletta Verde: in Campania fuori dai limiti di legge 13 punti su 33
Si confermano le criticità croniche delle foci dei fiumi
[15 Luglio 2023]
Goletta verde ha presentato i dati finali del monitoraggio effettuato lungo le coste della Campania tra il 27 giugno e il 5 luglio. Su 33 punti di monitoraggio 20 sono stati campionati a mare e 13 campioni sono stati prelevati nelle foci di fiumi, canali, rii e scarichi artificiali.
In sintesi, su 33 punti campionati 13 sono oltre i limiti di legge: 10 punti sono risultati fortemente inquinati, 3 inquinati ed il resto dei 20 punti è entro i limiti di legge. Tra le buone notizie, l’isola di Ischia fa l’en plein, 4 punti su 4 monitorati entro i limiti.
I 10 punti che sono risultati fortemente inquinati: in provincia di Caserta la Foce del Regi Lagni; 3 punti nella provincia di Napoli, la foce del canale di Licola, il mare a 50 metri a sinistra della foce dell’alveo Volla, la foce del Sarno; nella provincia di Salerno 6 punti fortemente inquinati alla foce del Reggina Minor a Minori, la foce del fiume Irno a Salerno, la foce del torrente Asa a Pontecagnano Faiano, la foce del canale di scarico a Marina di Eboli, la foce Capo di Fiume a Capaccio e la foce del fiume Testene ad Agropoli.
Sono 2 i punti che hanno dato risultato di inquinati nella provincia di Salerno: uno a Capaccio/Laura, la foce del rio presso via Poseidonia 441 e la foce del fiume Solofrone al confine tra Agropoli e Capaccio; un solo punto risulta inquinato in provincia di Napoli ed è il mare di fronte alla foce del Lagno Vesuviano ad Ercolano.
Presentando i dati, la presidente di Legambiente Campania, Mariateresa Imparato, ha detto che «Le foci dei fiumi e altri luoghi simbolici per l’inaccessibilità al mare, come San Giovanni a Teduccio, sono diventati ormai malati cronici. Questo è dovuto sicuramente ad una cattiva gestione del sistema depurativo e anche a un incremento della pressione antropica sulle località di mare, ma anche da criticità che vengono dall’entroterra della regione che si amplificano lungo i corsi d’acqua che sfociano in mare. Dobbiamo investire sul sistema di depurazione, cercare i problemi a monte delle foci dei fiumi, risolvere le criticità ben note ai monitoraggi di Goletta Verde. Vero è che le foci dei fiumi non sono balneabili per definizione, ma troppo spesso le aree a ridosso di queste vengono adibite a spiagge libere, non gestite, dove più di una volta abbiamo visto persone, anche bambini, fare il bagno. Inoltre, i cartelli di divieto di balneazione, che dovrebbero dare la corretta informazione ai cittadini, sono presenti solo in 3 località risultate fuori dai limiti di legge: in 27 punti su 33 non sono presenti i cartelli che informano i cittadini sulla qualità delle acque di balneazione».
Marco Crestani, portavoce di Goletta Verde, ha ricordato che «Sono 142 milioni di euro le sanzioni che stiamo pagando alla Comunità Europea per il mancato recepimento delle direttive Ue sul trattamento delle acque reflue, soldi che aumentano le bollette dei cittadini e delle cittadine L’Italia continua a sottovalutare il problema della mala depurazione e degli scarichi abusivi. La qualità dei nostri fiumi e dei nostri mari dipende dall’efficienza dei depuratori e i problemi vanno risolti a monte. Per assicurare la salute dei cittadini, tutelare l’ambiente e proteggere le attività economiche che ne dipendono dobbiamo monitorare e migliorare i punti critici del nostro sistema di depurazione».
Goletta Verde sottolinea che «Il Portale Acque, il sito del Ministero della Salute di riferimento per i cittadini sulla qualità delle acque di balneazione e dove poter fare il bagno, informa che il mare in Campania è balneabile in 20 su 33 punti monitorati, con una qualità dell’acqua eccellente, anche nei punti dove i tecnici di Goletta Verde hanno determinato delle criticità. Questo ci porta ad essere delle sentinelle attente del territorio e ci mettiamo a disposizione delle autorità competenti per supportarle con il nostro lavoro e trovare proposte, soluzioni alle criticità ancora emergenti. Secondo gli ultimi aggiornamenti presenti sul sito del Commissario Unico Depurazione in Campania sono 65 gli agglomerati su cui insistono quasi 2milioni e mezzo di abitanti equivalenti, in cui si stanno svolgendo lavori (72 interventi) per uscire dall’infrazione sulla depurazione, per un importo complessivo di circa 460 milioni di euro».
Legambiente conclude: «Il Piano di Gestione delle Acque dell’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Meridionale (III ciclo di pianificazione, 2021-2027) informa che gli scarichi urbani rappresentano una pressione puntuale significativa per il 79% dei corpi idrici superficiali (fluviali, lacustri, di transizione e delle acque marino-costiere), mentre tra le pressioni diffuse gli “scarichi non allacciati alla fognatura” incidono sulla qualità dell’11% dei corpi idrici superficiali campani. Queste due tipologie di pressione, da sole o congiuntamente ad altre più o meno impattanti, impedisce a questi corpi idrici di raggiungere un buono stato, come richiesto dalla Direttiva Quadro Acque (2000/60)».